Capitolo 63 💕

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La stessa identica cameriere guardona di prima, ritorna.
Grazie al cielo dura poco, prende le ordinazioni e va via.

Io prendo le alette di pollo fritte mentre Jace prende un panino con hamburger, patatine fritte, funghi, bacon, valeriana, formaggio fuso e la salsa della casa.
Anche lui ci va giù pesante.
Beh, tra simili ci si capisce.

Ottima scelta comunque, mi fa venire l'acquolina in bocca.

"Sei carina quando ti ingelosisci"
Parla con il mento poggiato sulla mano, cerca di guardarmi meglio.

Questa sua attenzione nel cogliere dettagli insignificanti, mi piace e mi mette in imbarazzo contemporaneamente.
Potrebbe guardare in maniera così intensa, non so, il lampadario o il panino che sta per arrivare.

Sento il rossore propagarsi su tutto il viso.

No stacca lo sguardo da me.

"Ti piace?"
Sbotto di colpo.
Distogliendo lo sguardo e l'attenzione.

"Non capisco"
Risponde.

Indico la commessa guardona
Se dovesse tornare una terza volta, impazzisco.

Sapere la sua risposta, mi mette in ansia, ho il cuore che sta per uscirmi dal letto.

Ansia, ansia e aumenta sempre di più.

"Beh è bella.
Però conosco una ragazza, che è molto di più"
Apre la mano.
Queste lusinghe.
Mi piacciono.

Dopo qualche istante di perplessità.
Allungo la mano e la intreccio alla sua.

Avanti cameriera, perché non torni e osserva bene.

La sua mano è più grande della mia, con il pollice mi accarezza il dorso.

Sorrido, per fargli vedere quanto sia contenta.

La cameriera odiosa ritorna solo per portarci da mangiare.
Quanto meno ha fatto qualcosa di utile.
Ho una fame.

"A che pensi?"
Mi chiede Jace che già stava assegnando il panino, le mie alette invece erano intatte.

"Em niente.
Buona cena!"
Chiudo il discorso e mi fiondo sul cibo.
Non volendo rispondere.
Non si può parlare con la bocca piena.

La pietanza è ancora calda.

"Buono?"
Si sporge, richiamando la mia attenzione.

"Si.
Grazie per avermi portata qui.
Sono veramente buone"

"Ne sono contento.
Spero solo che questa sia la prima uscita di una lunga serie"
Mi fa l'occhiolino.

Io rimango imbambolata.
Ogni sua parola ha fatto centro.

Appena finiamo di mangiare, scambiamo due chiacchiere per poi uscire.

E come una spina nel fianco, la mia spina nel fianco, alla cassa troviamo la solita ragazza fastidiosa.
Dev'essere una stalker, altrimenti non me lo spiego.

Io rimango in disparte, vicino all'ingresso, voglio proprio vedere fin dove si spinge questa.

Nonostante ciò continuo a guardarli, come tutta la sera lei continua a provarci spudoratamente.

Sbuffo, girandomi dall'altra parte.
Occhio non vede, cuore non duole.

Sento una mano posarsi sul mio fianco.

Questo gesto.
Il suo tocco.
Mi fa sentire serena, protetta, come se lui fosse un supereroe, qualsiasi cosa ora mi è immune.

Vorrei fosse sempre così.

Vicino la macchina di Jace vi è un cestino della spazzatura, dove getta una carta.
No...
Il numero di telefono.
Ma vedi un po' quella sfacciata.

Sono contenta e orgogliosa di me stessa.
Non era una brutta ragazza, anzi e lui ha buttato il suo numero di telefono.
Non devo permettere alla mia fantasia d'illudermi, vorrei poter crede che lo ha fatto per me.
Ma è ancora troppo presto.
Decisamente presto.

Veniamo interrotti dalla vibrazione del mio telefono.

Accendo il display.

Luca.

"Ti prego, non fare rumore"
Gli dico in agitazione.
Lui si gira con espressione confusa.

"Ei"
Saluto con nonchalance mio fratello.

"Stellina come stai?"
"Bene"
Mi guardo intorno e si, sto decisamente bene.

"Tu?"
Domando accelerando i tempi.

"Lavoro, amici, ancora respiro e quindi non mi posso lamentare"
Rido insieme a lui.
Mi manca il mio fratellone.

Jace cerca di capire perché e soprattutto con chi stia parlando.

"Sei a casa?"

"No!
Pigiama party, da Nicole, sai cosa tra femmine"
Lo liquido.
Quante frottole sto inventando.
Cose tra femmine?

"Immaginavo.
Ho chiamato più volte a casa e non rispondevi.
Michael?"

Situazione imbarazzante.
E mo chi gli racconta la matassa?

"Bene.
Ci siamo lasciati, di comune accordo.
Siamo amici come prima.
Situazione complicata.
Non c'è niente che non va"
Di Nicole e Michael gliene parlerò.
Non posso ingozzarlo di informazioni.

Nervosa mi mordo il labbro e incrocio le dita.

"Ah.
Beh, ecco.
Mi dispiace, ma non troppo.
Sono un poco geloso, non ai livelli di Max.
Aspe, ma Max lo sa?"
Oddio Luca.
Un passo alla volta.

"No ti prego.
Ci penserò io.
Stai sereno"

Jace avvicina le sue labbra al mio orecchio.

"Fratello?"
Sussurra.
E menomale.

Annuisco.

"Va bene, vai a nanna che è tardi"

"Hai ragione.
Buonanotte"
Attacco senza perdere tempo sul fatto che sono solo le dieci.

Butto fuori tutta l'aria che avevo dentro i polmoni.

"Ti rende così nervosa sentire i tuoi fratelli?"
Parla con un sorriso beffardo in faccia.

"No.
Mi rende nervosa, l'insieme.
L'essermi lasciata, che ho detto una bugia, te ed io qui.
Diciamo che sono molto protettivo e gelosi"
Gli spiego in poco tempo.

"Anche io sarei molto geloso"

Stavolta credo che mi stia dando una prova molto concreta di quello che prova per me.

Le sue labbra si posano dolcemente sulla mia guancia.
Arrossata, dall'emozione.

Un bacio dolce, tenero e innocente.

Ma significativo come non mai.

Sei la mia rovinaWhere stories live. Discover now