Capitolo 68💕

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Come un automa composi quel numero.
Si avevo cancellato il contatto dalla rubrica, ma ricordavo la sequenza di numeri a memoria.

'Ma guarda un po' chi si fa sentire'

Le sue parole, la sua voce, mi danno sollievo e dolore.
Sentivo disprezzo.
Sentivo malinconia.
Sentivo quasi tenerezza.

Scoppio a piangere.
I singhiozzi sono forti e quasi mi soffoco.

'No dai, non piangere'

'Kevin...
Dimmi, ci hai perdonati?'

Lui è Kevin, mio fratello adottivo, ma questi sono dettagli a mio parere futili.
Ha 19 anni, ha i capelli chiari, ricordo qualche ciuffo ribelle che attorcigliato tra le dita, il volto scavato e ben definito, con dei bellissimi occhi scuri.

In uno degli innumerevoli giri per il mondo dei miei, lo trovarono in un'ospedale dell'Estonia, costruito tramite fondi di una delle loro innumerevoli associazioni.

Era troppo piccolo e cagionevole per lasciarlo in una orfanotrofio.
I genitori lo avevano abbandonato, al freddo.
Era nato prematuro, di all'incirca un mese.

I miei lo presero con se.

All'età di 15 anni circa, Kevin si rese conto di alcune incongruenze e soprattutto la mancanza di foto di mia mamma incinta.

Dirgli la realtà non è stato semplice, ma a differenza della norma, lui ha reagito bene, o almeno, in un primo momento.
Col passare del tempo ha iniziato a voler sapere cose della sua famiglia, voleva sempre più informazioni.
Nessuno di noi gli ha mai impedito di fare domande o di avere momenti bassi, però, purtroppo nessuno di noi aveva le risposte che cercava.

Kevin era sempre più nervoso ed irascible, litigava con chiunque, in particolare con Max e Luca.

Questi ultimi un giorno, esagerarono, dissero che non poteva e non doveva pronunciare parole simili, non era nessuno e soprattutto non faceva parte della famiglia.
I nervi di Kevin scoppiarono e se ne andò.

Ricordo che piansi molto, lui era molto dolce e carino con me.

Dopo mesi ci arrivò un messaggio, Kevin stava bene ed era nel suo paese natio, alla ricerca della sua famiglia.

Non ci siamo sentiti più, solo i miei ci parlano, raramente.

'Eri una bambina, tu non hai colpa.
Lo capisco, so cosa desideri, ma non è  possibile.
Mi dispiace, ho messo un punto al passato'
Già, lui ha sempre avuto una testa dura.

'Io vorrei solo avervi qui.
Questa casa è così tranquilla.
Io vorrei sentirmi meno sola, vorrei tornare a casa ed essere abbracciata da qualcuno.
Vorrei tornare a casa e sentire il profumo della pasta al forno di mamma.
Vorrei... '
Mi libero, senza mai urlare o sbraitare.
Lui mi aiuterà.

'Ci avrei scommesso.
La beneficenza, la tua, crocerossina, prima o poi ti annienta'

'Vieni qui, presto sarà Natale'

'ike täht*, ci penso e ti faccio sapere'

Sbuffo.
Ancora mi chiama stellina, come faceva un paio di anni fa.

'Va meglio?'
Domanda

'Si, per favore, non sparire'
Per me lui continua ad essere mio fratello, poco mi importa chi ha detto cosa.

Qualche istante dopo la nostra chiamata, seppur breve, terminò.

Sono contenta di sapere che sta bene e sono sicura che presto le cose si sistemeranno.
O almeno spero, sono passati anni e nessuno dei tre è più un ragazzo in preda agli ormoni, sono dotati di un buon senso e cervello.
Dovrebbero farcela a chiarire.
O almeno spero.

È una certa ora.
Il mio stomaco reclama cibo.
Credo che mangerò dei sofficini e un po' di purè.

Qualcuno bussa alla porta, tempismo perfetto.
Mi precipito alla porta, sperando di non bruciare niente.
Avevo accesso il fuoco e lasciati i sofficini in padella.

Apro la porta e due braccia mi saltano addosso, strozzandomi.
Nicole.
Dietro di lei c'è Michael che ride alla visuale del mio tentato omicidio.

Cretino aiutami!

Giovane ragazza morta a causa di un abbraccio troppo affettuoso.
La sua migliore amica l'ha abbracciata talmente​ tanto forte da farle mancare il fiato.
Si, ottimo titolo per i giornali.

"Sei una stupida!
Ci hai fatto morire.
Stai bene?
È stato stronzo?
Ti ha detto qualcosa?
Ti ha fatto qualcosa?"
Manco fosse mia mamma.
Però è dolce, si, resta sempre un'ottima amica.

"Si sto bene, ho ancora le braccia, le gambe, sono ancora intera.
No è stato carino e tranquillo"
Vengo interrotta dall'entusiasmo della ragazza di fronte a me.

"Oh mio Dio.
Racconta tutto!"
Grida colta dall'euforia.

Io ed il suo ragazzo ci scambiamo un'occhiata, sarà un lungo pomeriggio.

Sei la mia rovinaWhere stories live. Discover now