4, Ragazzi Mucca

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Alla fine aveva vinto l'Angelo solo perché era gentile e alle persone faceva un po' pena vederlo torturarsi le cuticole mentre stava sull'orlo di una crisi di pianto, che lui quando entrava in contatto con il mondo esterno diventava come un bambino che non riesce a ritrovare sua madre. E alla gente dispiaceva sempre vederlo arrossire dall'imbarazzo, quindi una signora anziana lo aveva visto struggersi seduto sul marciapiede e dopo una lunga chiacchierata aveva deciso di comprare quella sua pietra al prezzo di cento dollari tondi tondi. Luke era così: riusciva ad abbindolare le persone senza che facesse niente, senza mentire. Era anche questo uno dei motivi per cui tutti lo invidiavamo: se si fosse mai trovato al posto nostro, con una dipendenza da sfamare, non avrebbe dovuto muovere un dito per ricavarsi la dose. E invece noi poveri cazzoni con i musi duri dovevamo fare seghe a vecchi decrepiti ed elemosinare fuori dai ristoranti.

Quindi saremmo andati a New York, cazzo, tra tutte le città possibili lui aveva scelto proprio New York.

«E come ci arriviamo?»
«Con il metodo alla Kerouac, così lo chiamo io. Due mesi fa sono arrivato a Dallas sul retro di un autocarro. Senza che il tizio alla guida se ne accorgesse» il sorriso beffardo di Michael si era fatto divertito, fiero, soddisfatto. Lui era orgoglioso di essere il derelitto che era, e questo ci faceva pendere dalle sue labbra come gli apostoli con Cristo. Attendevamo sempre con impazienza che calasse il giorno così che lui, a un passo dal prendere sonno sul pavimento scrostato del monolocale, ci raccontava delle città che aveva visitato e le persone che aveva incontrato e la musica che aveva ascoltato nei locali fetidi di metallari assatanati, o alle fiere paesane o lungo la strada insieme a puttane e clandestini.
Sapere che ora avremmo potuto vivere un'avventura come le sue ci faceva fremere dall'agitazione, tanto che partimmo il pomeriggio stesso senza preoccuparci troppo di niente. La nostra limousine era un minivan che uno dei nostri, JR –non ci aveva mai detto per cosa stessero quelle iniziali— doveva portare a suo cugino a Harrisburgh, in Pennsylvania. Da lì ci saremmo affidati alla sorte, al Carpe Diem, alla Stella Polare. Ma almeno fino a Harrisburgh avremmo potuto elaborare un piano fingendoci persone mature e responsabili in giro per una scampagnata a New York. Nessuno aveva creduto a questa farsa comunque, nemmeno quando arrivammo in Pennsylvania, ma al momento della partenza non ci interessava un cazzo.
Quel pomeriggio ci incontrammo tutti da Vernmount alle sei, davanti al bar in cui lavorava JR, una catapecchia con sedie ammuffite e birra che sapeva di finto tabasco con la polvere sulle mensole e tutto il resto. Insieme alla polvere sostavano quei pochi clienti abitudinari che non avevano soldi abbastanza per permettersi una birra al margine della decenza, sedevano sulle sedie scricchiolanti e parevano in catalessi, in completo stadio di mummificazione pre-morte. Il trenta percento dei soldi racimolati con la vendita delle pietre finirono spesi per le dosi di cui io, Calum, Lily, Audrey e Roy avremmo avuto bisogno durante il tragitto. Prendemmo l'eroina da un amico di JR che spacciava al piano superiore del bar, ci regaló una dose arrotolata in carta stagnola come porta fortuna per il viaggio, poi ci salutammo come vecchi amici e ci imbottimmo per bene dietro a dei cassonetti, insieme a gatti e topi morti. Audrey ne afferró uno con le punte delle dita per sfamare il suo serpente. Roy, come al solito, si era accaparrato più roba degli altri.

«Andiamo, Cal» Audrey continuava ad agitare quel topo morto davanti gli occhi di Calum. Lui sembrava in procinto di vomitare, s'era fatto pallido come la coca. «Piantala. Piantala, ho detto. Cristo-» e appena il serpente aveva addentato il topolino lui si era piegato di lato a rigettare acidi lattici.
«Ma i serpenti non devono tipo mangiare una volta alla settimana? Così lo farai tipo esplodere» Roy rideva e parlava e rideva ancora. Io ero preso a tirare su' l'eroina con la siringa mentre Audrey diceva: «Quello di stamattina l'ha rigettato». E, nel frattempo, Calum incarnava la dose di conati.
Quando JR finì il turno, Betta, il Lupo e Narciso stavano già nel minivan a razionare il cibo che erano riusciti a comprare al minimarket. Un po' se l'erano infilato nei vestiti, e Luke aveva iniziato a piangere quando aveva pensato al fatto che non avrebbe rivisto suo fratello fino a nuov'ordine. Allora, siccome non volevamo avere pesi sullo stomaco, ci fermammo davanti al camper in cui viveva con suo fratello Ben lasciando loro il tempo necessario per i saluti. Luke aveva un legame viscerale con suo fratello. Gli invidiavamo anche questo.
Alla fine pure noialtri ci dirigemmo verso la prima cabina telefonica, perché i fratelli Hemmings ci avevano fatto venire il groppo in gola e, fortunatamente, quando poggiai l'orecchio sulla cornetta della cabina a rispondere fu mia sorella.

Naabot mo na ang dulo ng mga na-publish na parte.

⏰ Huling update: Apr 19, 2021 ⏰

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𝐓𝐇𝐄 𝐃𝐀𝐘𝐒 𝐖𝐄 𝐃𝐈𝐄𝐃Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon