Qualcosa di sbagliato

61 14 16
                                    

Andammo in un bar poco distante da casa sua, il Moon bar.
Chiamato così per la grande luna posizionata sopra al locale.
Ci sedemmo e ordinammo una coca. La barista, Anna, una ragazza sui vent' anni che ovviamente conoscevo, ci salutò animamente e quando fu' sicura che Adam non la vedesse, mi sorrise in segno di approvazione. Bene, ora si che ero in imbarazzo.
Il locale era praticamente vuoto, fatta eccezione per una coppia poco distante da noi.  Volevo sembrare una tipa socievole, almeno per una volta  e siccome
Adam era un tipo piuttosto silenzioso, cercai di rompere il ghiaccio.
Mi schiarii la voce e gli domandai:
"Allora, come ti trovi qui?"
Si girò verso di me e mi guardò. Il colore dei suoi occhi era molto scuro, quasi neri. Molte persone sono attratte dagli occhi chiari tipo azzurri o verdi, ma i suoi erano cosi profondi... mi ricordavano il cielo di notte.
"Bene, direi." Taglió corto sempre con quella sua aria annoiata.
Forse era stata una cattiva idea accettare il suo invito, non sembrava molto preso dalla conversazione, ne da me.
Continuava a guardarsi intorno, e raramente mi guardava negli occhi.
"E tu?" Mi domandò distrattamente  dopo alcuni secondi.
"Io...sono sempre stata qui, tu piuttosto, da dove vieni?" chiesi incuriosita con un alzata di spalle.
Mi scrutò un po' troppo a lungo, con un' espressione interrogativa, come se cercasse di capire qualcosa...
Almeno adesso sembrava più attento alla conversazione.
"Tu pensi di essere nata qui?" mi chiese abbassando la voce, con un espressione sbalordita in volto.
Per un attimo non capii la sua domanda, c'era qualcosa di sbagliato in quel "pensi...".
"Beh', si certo." rispondi giocando con la cannuccia del bicchiere, per nascondere la tensione e non guardarlo negli occhi.
Adesso ero io quella a disagio.
Era davvero cosi assurdo essere nati qui per lui?
Perché tanto stupore?
Notai con la coda dell'occhio Adam che continuava a fissarmi, come se mi vedesse per la prima volta. Metteva una certa soggezione il ragazzo!
"Non mi hai risposto." chiesi d'un tratto ricordandomi cosa gli avevo chiesto, cercando di sciogliere l'imbarazzo che si era creato.
"Da dove vieni, non ti avevo mai visto qui prima d'ora." continuai sul vago.
Lui non mi rispose subito, scosse la testa con fare nostalgico, come per scacciare qualche ricordo.
"Da molto lontano..." rispose con nostalgia.
"E com'è li dove hai vissuto?" gli chiesi avvicinandomi. Era molto curiosa, ma lui non sembrò farci caso.
Ci pensò su, guardandomi ancora con una certa riluttanza, come se gli avessi chiesto dové il Sacro Graal.
"È molto meno pacifico di qui, ma molto più emozionante. La gente è più cattiva, ci sono guerre e omicidi, ma c'è cosi tanto da vedere...cosi tante persone da conoscere, non come qui. Ci sono mari immensi e montagne innevate. La neve...Dio, già mi manca."aggiunse in un sospiro" .
Prima che potessi aprire bocca continuò:
"Ma sopratutto, mi mancano i miei famigliari e amici. Le persone che amavo, e che adesso non rivedrò più." concluse scrutandomi mentre beveva dal suo bicchiere.
Ci misi un po' ad elaborare quello che mi aveva detto, avevo un immensità di domande da fargli. La neve? Io non l' avevo mai vista prima d'ora... Mari immensi? Noi avevamo solo un grande lago, dove a volte andavamo per farci una nuotata, ma il mare...non l'avevo mai visto. Mi sentii cosi' triste e arrabbiata, se c'erano posti cosi splendidi, perché non visitarli? Mi sentivo frustrata, e confusa. Ma in un certo senso... Sbalordita. Perché tutto quello che descriveva, anche se non lo avevo mai visto, sapevo esattamente com'era fatto?  Era come se avessi stampato nella mia mente fotografie di qualcun'altro.
Ero un po' scombussolata, ma alla fine chiesi:
"Perché non potrai più vedere i tuoi cari? Dove sono ora?"
Ma mi pentii all'istante di averlo chiesto quando vidi i suoi occhi diventare improvvisamente tristi e colmi di dolore.
"Loro...sono morti vero?" chiesi con delicatezza.
Lina me l'aveva accennato stamattina, dannazione!
Ma non ebbi il tempo di maledirmi per la mia idiozia, perche' la sua risposta fu' così assurda che ne rimasi scioccata:
"No...Io sono morto"

 Città di Sogni Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora