Domande senza risposta

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Tornai a casa completamente sudata e con il fiato corto. Ero ancora sconvolta per i discorsi di Adam che mi avevano messo in uno stato d'ansia terribile.
I miei ricordi erano ancora incerti ed offuscati ok, ma non volevo di certo credere alle sue assurse teorie.
Aprii piano la porta, sentivo il rumore della televisione accesa, mi recai in salotto dove trovai Lina con un espressione rilassata, seduta sul divano.
"Tutto bene?" mi chiese preoccupata notando il mio aspetto.
"Non proprio...devo parlarti"
Lei mi guardò con aria confusa, e spense la tv.
"Senti Lina, volevo chiederti dei miei genitori." dissi d'un fiato.
"Ma tesoro, questa domanda me l'hai già fatta e io ti ho risposto che quando mi hanno affidata a te mi hanno messo al corrente della morte dei tuoi genitori"
"Si...ma come?"
"Non ne ho idea" rispose dolcemente.
È possibile che non gli abbiano detto come sono morti?
Tutto questo  era semplicemente assurdo e senza senso, sopratutto la mancanza di emozione che mostrava la mia tutrice in questo momento.
"C'è un altra cosa." Continuai.
"Non ricordo nulla degli anni passati, com'è possibile?"
Domandai sulle spine.
"In che senso non ricordi nulla?"
Sembrava a disagio di fronte a quella domanda inaspettata.
"Non ricordo niente di niente, non mi ricordo i tempi delle elementari, delle medie, con cosa giocavo quando ero piccola..."
Lei mi guardò sorpresa e si avvicinò accarezzandomi la testa.
"Forse sei solo un po' stanca."
"Ti dico che non ricordo nulla, puoi raccontarmi qualcosa tu?" chiesi irritata.
"Tesoro, mi dispiace non so nulla della tua infanzia." Rispose in un sussurro.
Ma come è possibile, io sono sempre stata con lei...o almeno era quello che  avevo sempre creduto. Come potevo dirlo  se non ricordavo nulla?
E perche lei era sempre cosi dannatamente sulle sue, e così insensibile?
Mi sentivo frustrata.
"È meglio se vai a dormire adesso..." mi disse Lina notando la mia espressione.
Dio, che rabbia mi faceva.
Annuii controvoglia e strisciai di sopra, mi feci una doccia e mi fiondai sul letto cercando di rilassarmi. Forse era tutto un sogno, uno strano sogno.
La stanchezza e lo stress che mi aveva accompagnato per tutta la giornata, si fece sentire quasi subito, e caddi in un sonno profondo.
Quando mi svegliati realizzai che era tutto vero.
Non avevo più voglia di fare domande, forse avevo una qualche strana malattia che non mi permetteva di immagazzinare ricordi, come in quel film, 50 volte il primo bacio, possibile, no?
Aspetta... Il film? dove lo avevo visto...
Stavo impazzendo.
Per fortuna non trovai nessuno a casa  e uscii in fretta. Avevo bisogno d'aria.
Non andai a scuola, non volevo vedere Adam, da quando era arrivato mi aveva solo causato problemi. Volevo starmene da sola. Era la prima volta che saltavo le lezioni, quindi molto probabilmente non mi avrebbe creato grosse ripercussioni.
Girai a destra poco prima della scuola, dove c'era una fitta vegetazione, un po' lasciata andare in confronto al resto della città, e dopo circa cento metri c'era il lago, nel bel mezzo di un enorme prato. Il posto dove andavo sempre con Vanessa quando volevamo rilassarci.
Chissà cosa ne penserebbe di questa assurdità.
L'acqua era così limpida che ti ci potevi specchiare, ed era sempre cosi calda che ti invogliava ad entrare.
Mi sdraiai sul prato e cercai di rilassarmi quando mi sentii toccare le spalle.
Mi girai di scatto e vidi una figura famigliare, Adam. Era sempre lui. Che diavolo ci faceva qui? Mi seguiva?
Notò la mia espressione di sgomento e sospirò.
"Rilassati, volevo solo scusarmi per ieri"
"Mi stavi seguendo?" chiesi sbalordita.
"No, beh... Forse. Ti ho vista uscire di casa stamattina e volevo parlati."
"Mi stai rovinando la vita, con le tue assurde teorie"
Gli risposi infuriata.
Lui rimase completamente calmo e la sua espressione diventò nuovamente annoiata e distante, come la prima volta che uscimmo insieme.  Questo mi diede ancora più sui nervi, mi alzai in fretta, raccogliendo le mie cose, feci per andarmene ma lui mi trattenne per un braccio, molto delicatamente ma con fermezza.
"Aspetta. Mi dispiace." Mi rispose, stavolta più attento e guardandomi in faccia. Ma perché era cosi volubile? "Senti, lasciamo perdere." Risposi infastidita, cercando di scrollarmelo di dosso, anche se una parte di me, non voleva assolutamente andarsene.
"No Evy, ti giuro, non voglio più spaventarti, forse è meglio non parlarne più ok?" Rispose dolcemente, prendendomi entrambe le mani. Mi guardava serio, con uno sguardo triste e rassegnato. Le sue mani erano grandi in confronto alle mie, e molto calde. Cominciai a sentirmi sudare ma non certo per il clima. La vicinanza di Adam mi creava un certo scompiglio.
Lui non sembrò accorgersene, mi lascio' le mani e si allontanò un poco. Quella separazione improvvisa mi creò una sorta di gelo interiore, causandomi inavvertitamente dei brividi.
"Il fatto è, che ero convinto che fosse una cosa di cui tutti eravate a conoscenza, ma vedo che non è così ..."stava per dire qualcosa, ma fu interrotto dall'arrivo di un altra persona.

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