Strane foto e primo bacio

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Dopo la reazione di Vanessa mi sentivo molto amareggiata e ancora più confusa. Non parlai neanche con Lina, che rimase adirata con me tutto il pomeriggio. Arrivata la sera mi coricai a letto presto, e sperai di riuscire a dormire. Non ci riuscii subito, ero molto stressata dopo quella giornata assurda. Avevo passato la mia vita (o quella che credevo, fosse la mia vita) in piena tranquillità, senza mai avere nulla di cui preoccuparmi, fino all'arrivo di Adam. Mi aveva completamente scombussolato l'esistenza. Non ero più sicura di niente...non sapevo più nemmeno chi fossi veramente. Avevo come l'impressione di vivere la vita di qualcun'altro.
L'indomani non c'era scuola, quindi rimasi a letto molto più del dovuto.
Quando mi alzai era ormai mezzogiorno, e sentii dalle scale la famigliare voce rauca di Lina che diceva:
"E tu chi saresti?" scesi incuriosita al piano di sotto e davanti la porta trovai Adam parecchio in imbarazzo, che quando mi vide, con un leggero sollievo, esclamò: " Evy, buongiorno, ti ricordi che oggi dovevano studiare insieme per il compito di lunedì?" disse facendomi l'occhiolino mentre Lina era girata verso di me.
"Si...si, mi ricordo certo." dissi. Poi mi resi conto che mi trovavo in pigiama, appena sveglia e con i capelli in disordine e corsi in bagno. "Arrivò!" urlai scappando di sopra.

"Dove mi stai portando?" gli chiesi una volta usciti "
"Quante domande, non posso portati a fare una passeggiata senza nessun motivo?" mi chiese sorridendo. Ma non gli credetti.
Lo fissai. "hai scoperto qualcosa sul professore...o dovrei dire, tuo tutore?"
sospirò e guardó dritto davanti a se.
"Ho trovato una cosa che voglio farti vedere" disse piano dirigendosi verso casa sua.
"Robert è in casa?" gli chiesi.
"No, siamo soli"
OK, ero un po' imbarazzo ma tentai di non darlo a vedere.
Entrammo in casa, quella del professore,e rimasi colpita dallo stile d'arredamento, le pareti erano state dipinte di rosso acceso, c'era un grande divano bianco che riprendeva il colore delle tende, un grande tappeto verde al centro del salone e un mobile di legno con il televisore gigante sopra. Era tutto molto colorato, molto vivace, non smorto come gli altri appartamenti, come il mio. C'erano quadri di strani paesaggi che non avevo mai visto, tra cui il mare, la montagna, e una città sommersa di palazzi enormi e cartelloni pubblicitari. Rimasi affascinata da quel quadro, mi ricordava qualcosa, mi sembrava cosi famigliare. Una forte sensazione di deja-vu mi sovrastò.
"È new York, bella vero?" mi disse Adam avvicinandosi.
"Perché mi sembra così famigliare? Non so neanche dove si trova, non ho mai visto questo posto."
"Tu pensi di non averlo mai visto." mi corresse lui.
Mi avvicinai e mi fece segno di sedere.
"Adam, perche non mi racconti la verità e la facciamo finita?"
"Prima credo che tu debba vedere questo." Rispose lui, aprendo un cassetto e tirando fuori una cornice con una foto.
"Adam, non ti ho chiesto informazioni sul professor Robert per sapere della sua vita privata, se in quella foto è con Lina che si bacia, non lo voglio sapere."
"Non riguarda Lina, riguarda te"
"Cosa? E perché?" incuriosita, presi la foto tra le mani, la guardai e per un attimo rimasi paralizzata.
La foto ritraeva me e il professore abbracciati, eravamo vicino a un albero di natale, immersi dai regali e sia io che lui sembravamo molto felici. Accanto a noi, sorridente e radiosa, c'era la donna che avevo "visto" quel pomeriggio in cui avevo avuto quella sorta di "visione".
"Ma...cos'è questa foto? Io non ho niente a che fare con lui, e quella donna...io l'ho già vista."
Dissi stringendo la cornice.
"Cosa vuol dire?" gli dissi ad alta voce.
"Non lo so, forse vi conoscevate una volta, quando eravate svegli intendo."
"Svegli..?"
Sentii aprire la porta, presi la foto e la buttai in borsa, e mi ricomposi in fretta.
Il professore entrò e ci guardò sorpreso.
" Ciao Evelyn, non mi aspettavo di trovati qui"
"Ciao prof...ciao signor Robert" Mi corressi, balbettando.
"L'ho invitata per studiare" si giustificò Adam.
"È tutto apposto Adam, può venire quando vuole." esclamò sorridendo.
"Stavo giusto per andare..." iniziai a dire, alzandomi
"Aspetta!" disse Adam "ti accompagno."
Salutai il signor Robert, e mi avviai verso la porta, ma lui mi fermò poco prima che uscissi.
"Va tutto bene?" mi chiese sinceramente ansioso.
"Si signor Robert, tutto bene grazie." gli risposi con poco entusiasmo,
sperando di essere convincente.
"Se hai bisogno di qualcosa, vieni quando vuoi." Rispose, avvicinandosi a me. Guardandolo cosi da vicino per la prima volta notai i suoi occhi marroni chiari, con dei riflessi verdi, molto simili ai miei. Ma che diavolo mi stava prendendo, non voleva dire niente, probabilmente era solo un caso.
"Grazie Professore" gli risposi "sto bene" e con un sorriso, lo sorpassa, dirigendomi verso la porta di casa.
Una volta fuori, Adam mi raggiunse. "Mi dispiace, prometto che proveró a capirne di più." mi disse sottovoce per non farsi sentire dal suo tutore.
"Potresti dirmi, per esempio, che cosa volevi dire con quel "quando eravate svegli?". Gli domandai, in collera.
"Lo farò Evy, neanche io sono sicuro di cosa succede, so qualcosa, e ti dirò tutto, te lo prometto."
"Perche fai tutto questo, per me? Perche proprio io? Gli chiesi.
Lui si limitò ad accarezzarmi dolcemente i capelli, e quel gesto mi fece sciogliere immediatamente.
"Non lo so, c'è qualcosa di speciale in te, dal primo momento che ti ho vista ho capito..." si interruppe guardandomi negli occhi
"Cosa?" gli chiesi mantenendo lo sguardo fisso nei suoi.
"Che dopo tutto, questo posto, insieme a te, non è così male. Tu, riesci a rendere tutto questo meglio del paradiso." concluse avvicinandosi pericolosamente...
Dio mio, sta per succedere, pensai. Lo conosco appena, e se mi stesse prendendo in giro? Chiusi gli occhi, al diavolo le paranoie per stasera.
Avevo bisogno di lui. Non so perché , non so se sarebbe stato tutto  uno sbaglio, ma sapevo che era lui che volevo.
"fallo..." lo pregai.

E lo fece. Mi baciò, era una sensazione meravigliosa, mi sembrava di essere ad un metro da terra, per quei pochi istanti che parvero un infinità, tutti i miei pensieri svanirono...
"

Ci vediamo domani, Evy." disse sorridendo malizioso e quando mi girai per tornare a casa, con quella sensazione di felicità, mi sembrò, veramente di essere in paradiso.

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