6. Libro

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«Shoyo-kun.»
Hinata mugolò nel sonno, rigirandosi nel letto quando un fastidioso vociare lo risvegliò. Aprì piano piano gli occhi, trovando il viso gentile di Daichi a guardarlo.
«Dovresti essere a lezione.»
«Huh?»
Il ragazzo controllò la sveglia, cadendo quasi dal letto constatando che si, era in ritardo.
Ringraziò l'uomo per averlo svegliato, per poi correre in bagno a cambiarsi e lavarsi, dopo di che si precipitò nell'aula dove Sugawara, il professore, lo accolse con un sorriso per invitarlo ad entrare e prendere parte alla lezione.  Shoyo si inchinò, scusandosi per il proprio ritardo.
Oikawa lo guardò ridendo dei suoi capelli, erano un disastro, più spettinati del solito. Il rosso gli fece la linguaccia, gesto che l'altro ricambiò seguito da una nuova risata.
Hinata andò poi a sedersi nell'unico banco vuoto rimasto.
I banchi erano tutti separati, in file singole, come quando si deve svolgere un compito in classe. Shoyo pensò che fosse una cosa davvero triste.
Il professore chiese gentilmente al ragazzo ritardatario di prendere il libro così da poter seguire ma, quando Hinata si chinò per prenderlo si rese conto di non avere nessun libro e tanto meno una cartella.
«Io... Uhm, mi scusi, non ce l'ho.»
Mormorò imbarazzato. Seconda figuraccia della mattinata fatta, pensò tra se e se.
«Non importa, puoi seguire insieme a Tobio-kun.»
Concluse la frase con un sorriso, girandosi poi verso la lavagna e riprendendo a spiegare.
Il minore voltò il viso verso il compagno, trovandolo con un sorrisetto stampato sulle labbra.
«Vieni qui, piccoletto.»
Sussurrò, facendo si che solo il diretto interessato potesse udirlo. Immediatamente le sue guance si colorarono di un intenso rosso.
Lentamente, spostò la sedia accanto a quella del corvino, stando attento a non fare chiasso per non disturbare nessuno, si sedette poi su di essa, iniziando a seguire la lezione sul libro.
Passarono alcuni minuti, in cui Kageyama non fece altro che osservare il ragazzo, prima che la mano di quest'ultimo scivolò lascivamente verso la gamba di Hinata.
In risposta cercò di ignorarlo, nonostante dentro di se stesse letteralmente urlando.
Lentamente, la mano prese a salire e farsi strada sulla coscia del ragazzo, fino all'inguine. A quel punto, il rosso scacciò la mano di Kageyama, arrossendo e guardandolo male.
Tobio ridacchiò, riposandola dopo qualche minuto sulla sua coscia. Iniziò ad accarezzarla essendo poi costretto a lasciarla andare quando la sedia del più piccolo si allontanò di qualche centimetro.
Il ragazzo non si diede per vinto e trascinò di peso Hinata di nuovo vicino a se, forse ancora più vicino di prima. Posò infine la mano sulla sua coscia, stringendola per fargli capire che non l'avrebbe lasciata andare. Shoyo si rassegnò, lasciandosi toccare e accarezzare.
«Sei insopportabile.»
Mormorò infine, guadagnandosi un ghigno trionfante. Kageyama continuò a stringere la coscia, palpandola, iniziò anche a prenderci gusto nel toccarla: era morbida, non troppo esile e non troppo spessa, c'era abbastanza carne da mordere, secondo il suo criterio.
Il suono della campanella fece scattare Shoyo in piedi, che corse a rintanarsi nel bagno per sciacquarsi il viso ormai in fiamme. Le attenzioni di Kageyama gli avevano fatto venire le farfalle allo stomaco, aveva le viscere in subbuglio.
I cinque minuti della pausa passarono in fretta, troppo in fretta, e Hinata fu costretto a lasciare il cubicolo per tornare in classe. Guardò il proprio posto, dove Tobio già lo aspettava con un ghigno sul viso.
Alzò gli occhi al cielo sospirando leggermente, per poi sedersi e guardarlo.
«Hai finito di toccarmi la coscia o ne hai per le prossime due ore?»
Ridacchiò Hinata.
«Credo che continuerò a farlo.»
«Odioso.»
Borbottò tra se e se, zittendosi quando Sugawara riprese a spiegare.
Anche quell'ora passò, con la mano di Kageyama sulla coscia di Hinata, ovviamente.
Al termine delle lezioni il professore chiese un'ultima volta l'attenzione degli alunni, doveva comunicare qualcosa.
«Ragazzi, io e Daichi pensavamo di organizzare un'uscita didattica di qualche giorno, per farvi cambiare aria. Vi piacerebbe?»
Tutti annuirono, i più rumorosi e allegri battendo le mani e urlando, i più taciturni semplicemente rispondendo un "si".
Uno dopo l'altro uscirono dalla classe, andando ognuno per la propria strada. Hinata si diresse al bagno, ormai era tappa fissa per lui.
Si chiuse in una delle toilette, anche se non ne sentiva davvero il bisogno fisico. Rimase a guardarsi allo specchio, osservandosi. Passò il dito sulle goti, ignorando il leggero rossore e notando che le lentiggini stavano diventando man mano più evidenti sul proprio viso. Sorrise, gli piacevano le lentiggini, le trovava tenere.
«Oi, Hinata?»
Il sottoscritto si morse il labbro, riconoscendo la voce dal lato opposto della porta, cercò inutilmente di sistemarsi i capelli, arrendendosi dopo pochi tentativi.
«Lo so che sei lì, come al solito.»
Shoyo ridacchiò, appoggiandosi al muro con la schiena.
«Mh?»
«Apri la porta o devo buttarla giù?»
«Apro, apro.»
Detto questo, Hinata lasciò entrare il più grande.
Si perse a guardare i suoi occhi, gli piacevano davvero troppo quegli occhi blu.

Prison [KageHina]Where stories live. Discover now