8. Speranza

4.5K 380 436
                                    

Stava andando tutto troppo bene, forse, perché dopo il loro quinto mese insieme, Kageyama iniziò ad allontanarsi sempre di più dal più piccolo.
Shoyo se ne accorse troppo tardi che qualcosa tra loro non andava. Si accorgeva dello strano comportamento di Tobio, ma lo associava ad una brutta giornata o ad un mal di pancia, era troppo ingenuo.
Dapprima erano dei piccoli gesti mancati, cose innocenti.
Shoyo era in mensa a parlare con i suoi migliori amici, il corvino si trovava al tavolo vicino a loro, a mangiare in silenzio e da solo.
Hinata alzò il capo, distogliendo lo sguardo dalla propria cena per cercare gli occhi blu del suo ragazzo, senza trovarli. Quando finalmente il maggiore ricambiò il suo sguardo il rosso gli sorrise raggiante, come era solito fare. Kageyama, però, riabbassò lo sguardo, sbuffando.
Shoyo, un po' confuso, non avrebbe mai pensato che quello fosse l'inizio della fine.
Episodi come quello si presentarono con sempre più frequenza, uno dopo l'altro, ogni giorno, più volte al giorno.
Kageyama smise di cercare Shoyo e di far visita nella sua stanza, prima era capitato che qualche volta il più grande sgattaiolasse nel letto del suo ragazzo nel bel mezzo della notte, addormentandosi con lui.
Adesso, invece non si presentava nemmeno nel pomeriggio.
Kageyama iniziò a rispondere aggressivamente a Shoyo.
Ad ogni domanda del minore rispondeva in modo seccato, trasmettendogli quando la sua presenza lo infastidisse. A volte glielo diceva esplicitamente.

«Hinata, stai zitto, mi fa male la testa da quanto urli.»
«Sono impegnato, non rompere.»
«Non ho voglia, forse domani.»
«Che cazzo vuoi?»
«Non ti riguarda.»

Ogni frase diventava peggio della precedente.
Hinata si sforzò di rimanere sempre allegro, mostrando a tutti un grande sorriso, perfino al corvino che era la causa della sua immensa tristezza.
Non capiva perché fosse cambiato tutto così velocemente, si dava la colpa di tutto, non riuscendo ad incolpare nessun'altro. Aveva iniziato a credere di essere troppo rumoroso, iniziò quindi a parlare di meno, abbassando il tono della voce, sperando che il suo amato potesse così accettarlo.
Ma non cambiò nulla, anzi, peggiorò ancora.
Kageyama smise di toccarlo, di accarezzarlo, di baciarlo.
Shoyo pensò di non essere abbastanza per lui, se ne convinse quando lui e Tobio erano insieme in mensa. Stavano facendo matematica.
Tutto ricordava il loro primo bacio, per questo il più piccolo, accennando un sorriso, rivolse la parola al maggiore.

«Ricordi il nostro primo bacio? Stavamo studiando matematica in mensa, proprio come ora.»

Mormorò flebilmente, temendo la risposta del maggiore, che arrivò più tagliente che mai.

«Non me lo ricordo.»

Hinata balbettò qualche sillaba, per poi tornare a guardare il proprio quaderno, sentendosi male a quelle parole. Come poteva dimenticare una cosa così importante come il loro primo bacio? l'inizio della loro storia, l'inizio di tutto. Questo significava che per Tobio non aveva alcuna importanza.
E Shoyo si autocommiserò ancora di più, dandosi dell'idiota per aver dato così importanza ad una cosa come un bacio. Incassò anche quel duro colpo.
Continuò ad incassare colpi.
Uno dopo l'altro, sempre più violenti, più dolorosi.
Il sentimento che provava per Kageyama, un tempo così bello, lo stava distruggendo.
Ma nonostante tutta quella tristezza, nonostante si sentisse meno di zero, nonostante non si sentisse amato, Hinata continuò ad amare.
Amò Kageyama dal primo giorno che si scontrarono, fino ad oggi, e sarà così fino alla sua morte, lui ne era più che convinto.
Lui sperava ancora nel loro amore, sperava che quella del suo ragazzo fosse solo una fase, che tutto prima o poi si sarebbe risolto.
Un giorno, il più piccolo raccolse gli ultimi brandelli di forza che aveva e si presentò alla camera di Kageyama.
Si presentò con il cuore in mano, carico di speranza, carico di amore.

Prison [KageHina]Where stories live. Discover now