Capitolo 15

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La mattina successiva fu la prima mattina in cui mi svegliai decentemente, senza stanchezza, occhiaie o cose di questo tipo. Andai a fare colazione e al tavolo della cucina era seduto anche papà. 
《Allora? Com'è andata ieri sera?》chiese papà mentre sorseggiava il suo caffè.
《Bene》risposi io vaga.
《Come sono i ragazzi?》chiese lui. Lo sapevo che voleva sapere qualcosa su di loro. Me lo sentivo.
《Decisamente molto meglio di quello che si vede in televisione》risposi mangiando un po' di cereali. Papà annuì.
《Li vuoi conoscere?》chiesi vedendo la sua faccia. Era la faccia da "oddio com'è fortunata, perché a me non succedono mai queste cose" .
《No, no. Ma va. Sono amici tuoi. Preferisco rimanere nella mia ignoranza》rispose lui. Da un lato aveva ragione. Se non li fossero piaciuti come persone non li avrebbe più guardati allo stesso modo come piloti, come successe a me con Bulega. 
《Se cambi idea, mi basta solo fare una telefonata》dissi io per scherzare.
《Non credo proprio, ma grazie dell'offerta》rispose lui mettendo fine alla conversazione mattutina. Mi preparai per andare a scuola e, cinque minuti prima di uscire di casa, diedi un'occhiata al telefono e visi che avevo un nuovo messaggio.  Era da parte di Fabio. Diceva:"Ciao, ieri sera stavo pensando ad una cosa: ti andrebbe di andare a mangiare fuori con me stasera? Scegli pure tu il posto, dato che conosci meglio di me i ristoranti qua attorno". Rimasi imbambolata davanti al telefono. "Avrà sbagliato chat" pensai per prima cosa. Fabio Di Giannantonio mi aveva veramente chiesto di uscire? Non ci potevo credere. Era impossibile. Non io, no, non l'aveva chiesto a me. E invece si e dovevo ancora realizzare. Feci uno screenshot e lo inviai alle mie amiche aspettando che nel giro della giornata qualcuna lo avrebbe visto. Nel frattempo chiusi la chat senza rispondere perché prima ne avrei parlato con i miei. Era già la terza sera di fila che chiedevo loro di uscire e credevo che non mi avrebbero mai fatto uscire di nuovo. Appena salii in macchina aprii il discorso, così avevo un quarto d'ora di tempo per convincerla.
《Mami, stasera posso uscire?》 chiesi così all'improvviso.
《Certo》rispose lei. Non ci avevo messo molto a convicerla.
《Con chi?》aggiunse poi. Lo sapevo che non mi avrebbe lasciata uscire troppo facilmente.
《Con uno》risposi vaga. Lei mi guardò alzando le sopracciglia.    
《Uno di quei piloti?》chiese.
《Sì》
《È Fabio vero?》
《Sì》
《Wow, la mia bambina andrà al suo primo appuntamento》
《Mamma!》
《Che c'è?》
《Non ti emozionare troppo》
《Non mi sto emozionando. Che ti metterai?》
《Non sono neanche le otto di mattina e già mi chiedi cosa metterò stasera?》
《Ne riparliamo dopo》disse chiudendo la conversazione. Appena prima che iniziasse la lezione guardai il cellulare. Nessuna delle mie due amiche aveva risposto, magari erano un attimo occupate, allora risposi a Fabio:"Ci sto. Ci troviamo al Royal alle 19?". Scritto questo, chiusi la chat e iniziò la lezione di diritto.

Quando tornai a casa, la prima cosa che feci fu controllare i messaggi. Fabio aveva risposto:"Perfetto. Ci vediamo lì", mentre le mie amiche mi inviarono centinaia di messaggi di sclero.
Ivetta disse:"Te l'avevo detto!" , mentre Carola scrisse:"Ci avrei scommesso che sarebbe stato Fabio!" . Mangiai qualcosina e feci quei pochi compiti che c'erano stati assegnati, quando suonò il campanello. Guardai l'ora: erano le 16. Sentii due voci femminili provenire dalla sala così andai a controllare.
《Carola? Ivetta? Che ci fate voi qui?》chiesi io stupita di vederle a casa. Non le avevo chiamate ed era strano che si fossero presentate senza dirmi niente.
《Ci ha chiamate tua mamma》 rispose Carola. Io guardai mia mamma senza capire cosa stesse succedendo.
《Sì, le ho chiamate io. Spero che non ti dispiaccia》 disse mia mamma chiudendo la porta.
《Assolutamente no》dissi io portandole in camera mia. Ci sedemmo sul letto e notai che sia Carola sia Ivetta avevano in mano una borsa.
《Siamo venute per aiutarti a prepararti per stasera》disse Ivetta mostrandomi il contenuto della borsa.
《Trucchi? Ma veramente? Ragazze non dovevate, davvero》dissi io.
《E invece sì》rispose Carola.
《Ora tu vai a farti una doccia e lavati anche i capelli. Al resto ci pensiamo noi》disse Ivetta spintonandomi verso il bagno.
《Ma sono solo le quattro》mi lamentai.
《Appunto. Forza》disse Carola. Feci come mi avevano chiesto. Feci una doccia e mi lavai i capelli. presi un'asciugamano e tolsi l'acqua in eccesso che colava dappertutto e, con un altro asciugamano tirai su i capelli a mo' di turbante. Mi misi l'accappatoio e tornai in camera mia. Mi avevano messo sul letto due vestiti. Uno era quello che mi aveva regalato la mamma l'anno scorso, ma che non avevo mai messo. Era bianco e blu a strisce, a maniche corte e la gonna arrivava fino al ginocchio e cadeva morbido. L'altro non l'avevo mai visto: era nero, con il colletto ed era sbracciato. Fin troppo aderente. Per cui lo scartai subito e decisi di controvoglia di mettere il vestito che mi regalò la mamma. Ho sempre odiato i vestiti e mi ritrovai a doverne indossare uno. 
《Ottima scelta》disse Ivetta. Poi aggiunse:《Un po' obbligata, ma comunque ottima scelta》.
《Ho notato》dissi io.
《Mettilo! Al resto ci pensiamo dopo》mi esortò Carola. Andai in bagno e indossai il vestito. Avevo quasi paura a guardarmi allo specchio, per cui pensai bene di non guardarmi fino a "operazione" finita. Uscii dal bagno nuovamente con ancora il "turbante" in testa e le ciabatte rosa, decisamente imbarazzanti. 
《Ma sei bellissima. Perché non l'hai mai messo?》chiese Carola. Feci spallucce.
《Ti sei guardata allo specchio?》chiese Ivetta.
《No. Preferisco vedere il risultato finale》dissi io.
《Bé, ti piacerà》rispose lei annuendo. Poi aggiunse:《e non abbiamo ancora finito》
《Andiamo con i capelli allora》disse Carola a Ivetta. Lei annuì e andò in bagno. Tornò in camera armata di fono, pettine, un asciugamano e una piastra. Mentre Ivetta attaccava la piastra alla spina della corrente, Carola posizionò una sedia vicino alla presa, mi fece sedere e mi posizionò l'asciugamano sulle spalle. Ivetta mi tolse il turbante e iniziò a pettinarmi. Carola si avvicinò con la sua borsa che conteneva smalti e ne tirò fuori tre e mi spiegò:《Questo è la base》disse mostrandomi la boccetta.
《Questo è quello colorato. Te l'ho scelto blu così si abbina con il vestito. E questo è il top coat. Evita che si sbecchi subito e quindi dura più a lungo》.

Ami più lei che me||Fabio Di GiannantonioWhere stories live. Discover now