Capitolo 46

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Fabio mi tenne aperta la porta del ristorante facendo un inchino e scoppiammo entrambi a ridere. Appena entrai, un profumo di pesce mi invase le narici. Mi fece venire voglia di mangiare il riso alla pescatora, ma scacciai il pensiero perché mi ero ripromessa che non avrei mangiato né pasta né riso alla sera.
《Ciao Anna》sentii chiamarmi da una voce familiare proveniente dal bancone: era Claudio.《Ciao Claudio》risposi avvicinandomi al bancone-cassa.
《Tutto bene, ragazzi?》chiese spostandosi, venendo verso di noi.
《Sì, si. Tutto bene》risposi io.
《Prego, allora. Vi accompagno al tavolo》disse facendoci strada verso il tavolo che era stato scelto per noi.

Guardammo il menù ed io pensai a cosa mangiare, anche se era un'impresa trovare qualcosa che mi andava e che allo stesso tempo non fosse una schifezza. Alla fine optai per una bistecca con le patate e una tagliata di salumi, anche se non era il massimo. 
 《Cosa vi porto da bere?》chiese Claudio.
《Per me una bottiglia d'acqua naturale》risposi.
《Penso che berrò l'acqua con lei》disse Fabio.
《Da mangiare, invece?》chiese il nostro cameriere una volta aver appuntato sul taccuino l'ordinazione.
《Ti porto il solito?》chiese sorridendo senza darmi il tempo di rispondere.
《Per me, il solito di Anna》disse Fabio facendoci ridere, mentre Claudio appuntò nuovamente.   
《No, penso che cambierò. Mi porti la carne con le patate e una tagliata di salumi》risposi lasciando Claudio stupito. Prese i menù e scomparì in cucina.
《Come mai questo cambiamento?》chiese Fabio.
《Ho semplicemente deciso di tenermi in forma》risposi io.
《Una ragione in particolare?》
《Sono grassa da troppo tempo. Mi farebbe bene perdere qualche chilo》
《Per me sei bellissima così》disse lui facendomi sorridere.
《Grazie》risposi arrossendo lievemente.
《Hai deciso un giorno, così a caso?》chiese.
《Bé, a dire il vero stavo guardando la gara di Losail quando mi è venuta l'idea. È che ho visto tutte quelle ragazze lì sulla griglia di partenza e soprattutto la bionda che stava accanto a te e volevo essere come loro. Non mi capacito di come tu possa stare con una grassona come me quando hai una marea di belle ragazze che ti sbavano dietro》risposi io, mentre lui mi ascoltava in silenzio. Mi prese la mano dicendo:《Anna, non devi cambiare per me. Non devi dire così, tu sei bella così e sai che non me ne importa di come sono le altre. Ci saranno pure le ragazze che mi sbavano dietro, anche se le vedi solo tu, ma sappi che a me non frega niente di loro. Ho occhi solo per te. Non me ne importa nulla della bionda, come la chiami tu. Capito?》. Mi limitai solamente ad annuire. Mi aveva detto tutto ciò che una ragazza vuole sentirsi dire, ma io non volevo andare avanti nel discorso, altrimenti sarei scoppiata in lacrime senza un motivo apparente. Lui ritrasse la mano, mentre ci arrivarono i piatti: mentre lui era intento a mangiare il primo, io mi mangiavo il secondo. Faceva i movimenti più lenti del solito: si vedeva che gli faceva male la spalla.
《Tutto bene?》gli chiesi.
《Sì, tutto bene》rispose lui portandosi lentamente una forchettata di riso alla bocca.
《Ti vedo sofferente》dissi come spiegazione alla mia domanda precedente.
《Mi fa piuttosto male, quello sì, ma niente di grave》rispose. I casi erano due: o aveva un livello molto alto di sopportazione del dolore, o mi stava mentendo spudoratamente per non farmi preoccupare per lui.
《Davvero, stai tranquilla》aggiunse notando il mio silenzio. 
《Va bene, ma sappi che non ti credo》dissi facendolo sorridere.
《Allora, che mi racconti?》chiese.
《Niente di che. Domenica torno di nuovo a mangiare qui con le mie amiche》risposi.
《Quelle che ho conosciuto anche io?》
《Carola e Ivetta. Proprio loro. Quante amiche credi che abbia?!》risposi sghignazzando facendolo ridere.
《Tu invece?》chiesi.
《Niente. Sono qui da solo con Antonio, dato che Migno e gli altri sono andati direttamente a Jerez. Dopo quella gara avrò la pausa fino ad aprile. Piuttosto lunga quest'anno, ma almeno avrò il tempo di rimettere in sesto la spalla》
《Quindi hai già deciso cosa fare per la gara?》
《Non ancora. Comunque vada, vorrei andare lo stesso in Spagna, innanzitutto per vedere la gara e sostenere i miei amici. Lo devo anche agli sponsor e ai collaboratori del team che fanno sempre tanto per me e non mi va di lasciarli lì da soli. E poi anche perché mi piace tantissimo la gente di lì, anche se non capisco una parola quando parlano veloce, ma sono molto estroversi e riesco comunque a capire e a farmi capire. Andrò a fare un giro da qualche parte》
《Parti sempre il mercoledì?》
《Esattamente》
《Deve essere davvero bella la Spagna, da come ne parli》
《Lo è》
《Immagino》
《Anna Fabbri! Non dirmi che non sei mai andata in Spagna!》
《No, non ci sono mai andata, nonostante studi lo spagnolo da quattro anni. Sono andata in Germania quest'anno, con la scuola, per una settimana e non è niente male》
《Non puoi non essere mai andata in Spagna》disse facendomi ridere.
《Giuro》risposi facendolo sbuffare.
《Non è possibile》. Risi di nuovo. 

Quando finii di mangiare, a Fabio doveva ancora arrivare il dolce, per cui dovemmo attendere ancora.  Pochi minuti dopo, arrivò Claudio con un piatto di salame di cioccolato. Solo a guardarlo mi venne l'acquolina in bocca. Fabio iniziò a mangiarlo con movimenti lenti, strazianti, dato che aveva dolori alla spalla, anche se avevo l'impressione che lo facesse apposta ad essere più lento, solo per farmi venire voglia di mangiarlo.
《Ne vuoi un po'?》mi chiese guardandomi.
《A posto così, grazie》risposi io.
《Sei sicura? Perché vedo che stai guardando il mio dolce da un po'》
《Sembra buono, ma non mi va. Sono a posto così》
《Va bene, ma non ti credo》. Mi fece ridere la sua frase.
《Che fai? Usi le mie frasi contro di me?》dissi sghignazzando.
《Può essere》disse sorridendo. Quando finii il dolce, mi guardò e disse:《Hai forza di volontà: mi piace》. Non risposi; mi limitai solamente a sorridere. Dopo di che ci alzammo a andammo al bancone-cassa a pagare. 
《Facciamo a metà》dissi io tirando fuori il portafoglio dalla borsa.
《Pago io, non ti preoccupare》rispose tirando fuori il portafoglio dalla tasca dei pantaloni.
《No. Facciamo metà》risposi imponendomi.
《Non farmi incazzare. Ho detto che pago io》
《No. Faccio io》dissi scansandolo e prendendo posto davanti al bancone facendo ridere Claudio che si stava godendo la scena. Stavo per aprire il portafoglio, scrupolosamente rosa, quando Fabio me lo strappò velocemente di mano e se lo mise sotto l'ascella e prendendo il mio posto davanti a Claudio.
《Devi essere più reattiva》rispose pagando il conto. Solo dopo mi restituì il mio portafoglio che rimisi subito in borsa.
《Grazie, ma non dovevi》dissi andando verso l'uscita.

Ami più lei che me||Fabio Di GiannantonioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora