Capitolo 39

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No. Non avrebbe osato. Non avrebbe mai potuto farlo. Era un po' perfido, ma arrivare addirittura ad uccidere... No, non lo avrebbe fatto.

-Non lo faresti, padre- disse Draco, ancora un po' insicuro.
-Tu non hai idea, Draco, di cosa sarei capace di fare. Non mi farei problemi a levare di mezzo una Mezzosangue come lei. Quindi, o stai lontano da lei o sarò costretto a prendere provvedimenti...- rispose Lucius, freddamente.
- Ma, padre...- provò a protestare il ragazzo.
-"Ma" niente, Draco. A proposito... "Lui" è ansioso che tu finisca il tuo lavoro. Quando sarà pronto?-.
Draco sapeva benissimo a chi si riferisse. Il Signore Oscuro voleva al più presto invadere Hogwarts, ma lui non aveva intenzione di finire il suo lavoro tanto presto.
-Non ci vorrà ancora molto...- balbettò lui.
-Perfetto. Ma vedi di sbrigarti. E ricorda quello che ti ho detto. La tua vita è troppo importante per essere insieme ad una lurida Mezzosangue- e se ne andò.
Draco lo odiava quando faceva così. Ma chi si credeva di essere?! Si credeva superiore a tutti, ma anche uno Snaso aveva più cervello di lui. Per non parlare di Hermione! Lei era molto più superiore a suo padre di quanto lui non pensasse!

Rientrò nell' ufficio per farsi dare una punizione dalla McGonagall.

-Dov'è il signor Malfoy?- chiese la professoressa.

-Se n'è andato. Allora, quale sarà la mia punizione?- chiese Draco, sconfortato. La McGonagall sembrò lusingata dalla domanda, come se non avesse aspettato altro che dirlo.

-Lei, signorino Malfoy, dovrà farmi da assistente per tutte le prossime lezioni dell' anno-.

-Che cosa intende esattamente con "assistente"?- chiese Draco, insicuro. Non avrebbe mica avuto intenzione di usarlo come cavia, giusto??.

Ma quel giorno la fortuna non era dalla sua parte, perchè la professoressa disse proprio quello che temeva:- Intendo dire che dovrà farmi da cavia per gli incantesimi di Trasfigurazione, signorino Malfoy. E ora vada, e porti il signorino Thomas in infermeria, senza provocargli altri danni, magari-.

Ecco.Ci mancava solo quella. Scortare quel coglione di Dean in infermeria. E senza fargli male, per giunta! Sarebbe stata una tortura.

Uscì dall' ufficio insieme a Dean e camminó spedito verso l'infermeria. Tutto il dolore di cui si era lamentato il Grifondoro pochi minuti prima era completamente sparito, dato che continuava a sfotterlo:- Allora... Come sarà fare da cavia alla McGonagall, Malfoy?? Spero proprio che ti trasformi in un coniglio. Oh no, aspetta... Lo sei già! Codardo come un coniglio!- e rideva per le sue battute idiote.
Draco doveva ricorrere a tutta la sua forza di volontà per non buttarlo a terra e lanciargli una scarpa, o qualsiasi altra cosa avesse sotto mano (o sotto piede... (Okay me ne vado)).
Quando finalmente arrivarono davanti all' infermeria Draco spinse dentro Dean senza tante cerimonie e se ne andò, infastidito.
Non sopportava che lo si chiamasse codardo.
Lui non lo era.
Se qualcuno avesse saputo quello che passava ogni giorno non lo avrebbero più chiamato in quel modo.

************************************

Hermione tornò nella Sala Comune dei Grifondoro, distrutta.
Aveva passato le ultime due settimane in punizione con la McGonagall, a mettere in ordine alfabetico fascicoli degli studenti negli ultimi dieci anni. Era incredibile quanto ci fosse voluto. Ma per fortuna aveva finalmente finito. Aveva riordinato tutti i fascicoli, ed era serena. Era convinta di esserselo meritata, per non aver chiamato qualche insegnante, due settimane prima.
Da quel giorno aveva continuato a vedersi con Draco, ed era entusiasta.
Purtroppo però, una volta Harry li aveva visti insieme, e lei, per tranquillizzarlo, gli aveva dovuto dire che negli ultimi tempi aveva notato alcuni comportamenti strani e li aveva riavvicinato, per scoprire nuove informazioni, e che si era dimenticata del tutto della loro storia.
Ovviamente non era vero, ma non avrebbe fatto di nuovo l'errore di dirgli che amava Draco.

Ad ogni modo, quel giorno Hermione non era andata a nessuna lezione. Era stata tutta la mattina con Draco, a fare una passeggiata, e poi si era subito precipitata all' ultima punizione.
I suoi amici dovevano essere preoccupati.
Ma, sinceramente... Non gliene importava di cosa pensavano loro.

Appena entrata in Sala Comune, Harry le corse incontro, in un misto tra rabbia e preoccupazione.
Non le diede il tempo di aprire bocca e la trascinò di nuovo fuori, in un' aula vuota.

-Dove sei stata?!! Hai idea di quanto che siamo preoccupati io e Ron??!- sbottò Harry, furioso.

-Calmati Harry! Ero con Draco!-. Non era forse ovvio?

-Per essere stata tutto il giorno con quell' idiota mi auguro che almeno tu abbia scoperto qualcosa!-

-Oh, ehm... Ancora no, ma ti prometto che molto presto ti darò informazioni utili!-. Quella domanda l'aveva colta di sorpresa, ma per fortuna Harry si era insospettito.

Ecco.
Non l'avesse mai fatto.
Avesse tenuto la bocca chiusa, Hermione, per una volta nella sua vita, una persona che passava lì davanti per caso non avrebbe sentito tutto, e non sarebbe corsa via, con il cuore spezzato, con l'intento di dare inizio alla distruzione del Mondo Magico...

-Spazio autrice-
Ehilà! Scusate il ritardo, ma oggi avevo delle cose da fare e ho pubblicato solo ora.

Perdonatemi se il capitolo è corto, ma doveva finire così.
Domani pubblicheró l'altro (salvo imprevisti) e...
Un bacione!!❤❤

All a mistake   •Dramione•   Where stories live. Discover now