trentacinque.

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Londra, Gran Bretagna. Dicembre 2015.

Avete presente quando capita di dormire tanto profondamente che quando suona la sveglia, invece del solito suono sembra di sentire una granata direttamente nelle orecchie? Si viene strappati dal sonno nel modo peggiore del mondo, tanto in fretta da non poter evitare il mal di testa, tanto da saltare giú dal letto in automatico e grugnire perché non ci si vuole svegliare. Perché dormire tutto il giorno sarebbe troppo bello, e perché magari quel sogno dal quale si é appena stati strappati era davvero un gran bel sogno. Si puó solo evitare la sveglia e cercare di riaddormentarsi, sperando di riprendere lo stesso sogno, dallo stesso punto. Ma se – come era successo a Zayn la mattina della vigilia di Natale – il suono improvviso e infernale non proveniva dalla sveglia, allora era tutta un'altra storia. Non poteva semplicemente spegnere tutto e tornare a dormire, perché non poteva ignorare il campanello della porta d'ingresso che continuava a suonare. Come non poteva ignorare la ragazza ancora mezza addormentata al proprio fianco, che stava cercando di spingerlo da sotto le coperte per andare ad aprire – per non doversi alzare lei stessa, e un po' anche solo per dargli fastidio. Altra cosa che non poteva ignorare, peró, era il fatto che fosse la vigilia di Natale... non ci sarebbe dovuto essere nessuno a suonare alla loro porta alle otto appena passate. La cosa che peró lo fece decidere ad alzarsi e caracollare fino alla porta – con Diana che rideva di lui da sotto le coperte – fu che poteva essere un pacco per lo studio, recapitatogli a casa perché lo studio fotografico era chiuso per le vacanza di Natale. E sí, quello sarebbe potuto accadere anche il ventiquattro di dicembre – e sarebbe potuto essere urgente, non poteva semplicemente rimanere a letto con la propria ragazza tutto il giorno e ignorare il resto del mondo. Per quanto, certo, da un certo punto di vista, avesse voluto.

Sbadiglió, pensando che in fondo non avrebbe dovuto essere stanco, ché da quando Diana era tornata a casa non facevano altro se non dormire fino a tardi e rimanere sotto le coperte per la maggior parte del tempo. A parlare, ridere, guardare un film di seguito all'altro. Ma rimaneva il fatto che fosse appena stato strappato da un sogno di quelli profondi, intensi, dal quale non vorresti mai uscire – rimaneva il fatto che avesse sognato la propria migliore amica, quella che viveva dalla parte opposta del mondo e che sembrava rimanergli addosso anche quando dormiva. Rimaneva il fatto che quel sogno gli avesse lasciato una strana sensazione addosso. No, non brutta, solo strana. Come se qualcosa fosse sul punto di accadere, da un momento all'altro.

E sbadiglió di nuovo, girando la chiave nella serratura prima di aprire ad un postino che sicuramente era assonnato almeno quanto lui, a giudicare dalla sua espressione. Al giovane fotografo venne da ridere, prima che si scusasse per averci messo tanto – ma il ragazzo gli disse di stare tranquillo, che non c'era alcun problema – e anche prima che il respiro gli si incastrasse in gola all'accorgersi di chi fosse il mittente del pacco. Amethyst. Che l'aveva tenuto stretto in sogno e la mattina dopo compariva – anche se solo metaforicamente – sulla sua porta. Che a quel punto sembrava più che solo un segno, averla sognata e ritrovarsi un suo pacco dopo essere stato strappato a forza da quel sogno – che onestamente avrebbe preferito continuare per vedere dove l'avrebbe portato, ma che in un certo senso ringraziava fosse finito così, perché sognare era un conto, ma avere qualcosa di fisico tra le braccia era diverso. Completamente diverso.

Si accorse a malapena di firmare la consegna – con uno scarabocchio confuso, poco leggibile per il sonno, e perché voleva aprire quel pacco. Il prima possibile. E si accorse appena di tornare dentro casa e chiudersi la porta alla spalle. Forse nemmeno si rese conto di sorridere, ma sorrise per tutto il percorso a ritroso dall'ingresso alla camera da letto, continuò a sorridere tenendo quel pacchetto tra le mani e immaginando invano cosa potesse essere. Arrivò in camera, poi, e se ne accorse solo al sentire Diana schiarirsi la gola e trattenere una mezza risata. Divertita sicuramente da come stesse guardando quella scatola, divertita da quel sorriso che sembrava essergli stato stampato addosso. E divertita perché non c'era bisogno di chiedere cosa avesse da sorridere così tanto, un po' perché gli si leggeva in faccia, un po' perché non ci voleva chissà cosa per capire.

17mila. [zayn malik au]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora