Capitolo otto.

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Ebbene sì, sono di nuovo qui. Ho deciso di tornare sia con questa che con l'altra storia. Di questa avevo già iniziato il capitolo e bene o male avevo già immaginato cosa far accadere, quindi è stato più semplice terminarlo.

Ho preso quella decisione forse di pancia, senza ragionare e soprattutto è stata dettata dal momento di sconforto, ma in queste settimane ci ho ragionato e mi è tornata la voglia di tornare a scrivere, a scrivere di loro. Per chi segue anche l'altra storia vi chiedo di pazientare un po', a breve avrete il continuo anche di quella.

Ah, ho deciso di tornare anche grazie a voi. Grazie a tutte coloro che mi hanno scritta in privato, o anche sotto le storie chiedendomi di non abbandonarle così e di continuare a sognare, ed è proprio quello che ho deciso di fare. Se loro non tornano, li faccio tornare io con la mia fantasia e spero apprezziate perché, come qualcuna di voi mi ha detto, sognare non costa nulla, anzi ci fa solo bene.

Intanto volevo ricordarvi che, se voi non l'avesse notato, questa storia ha l'opzione "contenuti per adulti" quindi sicuramente troverete parti esageratamente hot e se non vi va di leggerle appena vedete l'inizio di ciò, andate oltre. Se non vi piace questo genere di cose, potete seguire l'altra mia storia che non ha questa opzione. Io vi ho avvertiti eh, non voglio turbare nessuno e non voglio prendermi nessuna responsabilità, volevo solo mettere in chiaro questa cosa perchè potrebbero arrivare a breve, o forse no.

Detto ciò, buona lettura e a presto.❤️











Musica ad un volume super elevato. Puzza di alcool, mischiata a quella del sudore. Corpi avvinghiati tra loro in ogni dove. Lingue in bocche altrui, persino estranee. Quello era il Romeo's, lì era dove si trovavano Mario e Claudio quella sera. Il Veronese aveva dato la propria parola all'altro, e l'aveva rispettata proprio come faceva sempre, con chiunque.

«Ho bisogno di bere» urlò Claudio nell'orecchio di Mario per farsi sentire al di sopra della musica, una volta entrato in quel locale. Se voleva resistere lì dentro un paio d'ore aveva assolutamente bisogno di alcool.

Mario annuì e lo trascinò al bancone del bar, spingendolo delicatamente con una mano sul fondo della schiena. Non doveva stupire il fatto che Claudio in quell'esatto momento, per quel gesto quasi impercettibile, rabbrividì da capo a piedi.

«Una vodka lemon e una corona» ordinò Mario, poggiando un gomito sul bancone, mentre Claudio gli stava accanto.

«Hai deciso di andarci leggero stasera?» chiese il castano, sorridendo.

Mario scosse la testa. «Assolutamente no. Sarà la prima delle cento corone che berrò e tu dovrai portarmi a casa in braccio» lo avvisò.

Claudio roteò gli occhi e scosse la testa. Era sempre il solito. Dopo aver terminato le bevande che avevano ordinato, Mario lo esortò a scendere in pista e Claudio non poteva di certo rifiutare. Inizialmente ballarono distanti, l'uno di fronte all'altro, sorridendosi ogni tanto per aver fatto un passo troppo goffo.

Quella sera Mario era vestito, secondo Claudio, in una maniera illegale, quasi pensò che l'avesse fatto apposta. Aveva indosso dei pantaloni beige che mettevano in mostra ciò che doveva rimanere nascosto a tutti. Ogni volta che Claudio abbassava lo sguardo per sbaglio, si ritrovò di fronte quel ben di Dio e come poteva cercare di rimanere lucido?

Fu ciò che successe anche in quel momento, e subito rialzò lo sguardo portandosi una mano tra i capelli e sospirando. «Un altro giro?» gli chiese all'orecchio, indicando poi il bancone.

«Vai tu» lo esortò, senza smettere di ballare. Claudio respirò profondamente notando la sua fronte sudata e i capelli appiccicati ad essa, prima di avvicinarsi al bancone e ordinare le stesse identiche cose che avevano bevuto qualche minuto prima.

The tale of us. // clarioWhere stories live. Discover now