GERMANY

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Charlotte guardò la camera davanti a sé; il viaggio da New York fino alla Germania era stato lungo e stancante ed una volta arrivati avevano cercato un motel perché era quasi notte; ne avevano scelto uno economico per non dare nell'occhio, ma la ragazza iniziava a pensare che, forse, ne avevano scelto uno fin troppo economico.

Le pareti erano spoglie, una gamba del letto era piegata e la tapparella, posta davanti all'unica finestra, penzolava lentamente da una parte; c'era una porta che conduceva al bagno e lei non era mai stata poco ansiosa di aprirne una.

Charlie sospirò, dopotutto si trattava solo di una notte e non avrebbe fatto alcuna differenza, si sdraiò sopra al materasso con le molle cigolanti e chiuse gli occhi azzurri, riposò solo per qualche minuto perché qualcuno bussò alla sua porta.

"Steve, che cosa vuoi?" chiese vedendo l'amico.

"Posso entrare? Ti vorrei parlare solo un momento"

"Va bene" rispose Charlie, si scostò dalla soglia della porta e lo lasciò entrare.

"La tua camera è messa meglio della nostra, sai?"

"Che cosa mi devi dire, Steve? Sono molto stanca e non ho voglia di sentire battute"

"Non abbiamo più avuto occasione di vederci dalla volta in cui hai sparato a Bucky, accidentalmente, siamo stati entrambi molto occupati e sono accadute molte cose. Volevo solo dirti che mi dispiace per quello che ti ho detto a telefono. Tu non sei stata solo un passatempo per me, non sarei mai capace di pensare una cosa simile, è solo che..."

"Steve, non ti preoccupare, non hai nulla da recriminarti. Sul serio"

"Sei sicura?"

"Si, so che tu non saresti mai capace di fare lo stronzo"

"Charlie! Linguaggio!".

La ragazza scoppiò a ridere davanti all'espressione esterrefatta dell'amico, non si sarebbe mai abituato a determinate cose; si abbracciarono con trasporto, lieti che la loro amicizia non fosse stata rovinata da quello che era accaduto, poi il giovane uomo uscì dalla camera da letto, in modo che lei potesse riposare.



"Smettila di guardarmi in quel modo" disse Bucky, anche se teneva gli occhi chiusi poteva sentire molto bene lo sguardo di Sam che continuava a scrutarlo, in modo ben poco amichevole.

"Voglio che tu sappia che io non ripongo la minima fiducia nei tuoi confronti. Io non mi fido di te, quindi fa attenzione"

"Mi stai minacciando?"

"Ti sto solo avvertendo, soldato"

"Non è molto intelligente da parte tua minacciarmi. Ti ricordo, appunto, che io sono un soldato. Tu sei solo un tizio con un paio di ali meccaniche, rubate"

"Amico, anche io faccio parte dell'esercito e quelle ali meccaniche le ho usate molte volte in diverse missioni che mi sono state affidate. Tu sei qui solo perché è Steve a fidarsi di te. Non capisco proprio per quale motivo, ma sarebbe pronto a rischiare la vita per te"

"Io ho sacrificato me stesso ed il mio braccio sinistro per lui. Oh, si, ed anche il mio cervello, la mia capacità di ragionare e la mia vita. Non molto, vero?" ribatté Bucky in tono piccato; l'altro stava per rispondere quando nella camera entrò Steve, che percepì subito l'atmosfera tesa che alleggiava.

"Tutto bene? Di che cosa stavate parlando?"

"Io e Sam stavamo facendo amicizia. Tutto qua, mi stava parlando di quello che avete fatto durante questi mesi. Hai parlato con Charlotte?"

"Si, abbiamo sistemato quello che è accaduto. Ci siamo chiariti"

"In che modo?" insistette il soldato.

"E a te che importa?" intervenne Sam.

"Ehi, smettetela, d'accordo? Questo non è proprio il caso di litigare. Abbiamo parlato un po' e lei mi ha detto che non è arrabbiata"

"Amico, secondo me hai fatto una enorme cavolata a lasciarla andare in quel modo. Insomma, Charlie è una ragazza molto bella e ti ha dimostrato in modo esplicito che vorrebbe stare con te. So che Sharon ti piace davvero tanto ma stai rischiando una relazione sicura per una che non sai mai se ci sarà"

"Tu dici, Sam?"

"Eccome!"

"Steve ha detto che vuole essere solo amico di Charlotte perché non vuole rovinare il loro rapporto, smettila d'insistere" insistette una seconda volta il terzo giovane uomo, che prima si era zittito.

"Che t'importa di questo, soldato?"

"Steve è adulto e sa decidere da solo se vuole stare insieme ad una ragazza oppure no. Non ha bisogno del supporto morale, tantomeno del tuo"

"Ascolta, amico..."

"Basta!" esclamò Rogers in tono seccato "non sono qui per fare da babysitter a due bambini di trent'anni. Lasciamo stare questa faccenda e cerchiamo di riposare, va bene?".

Bucky e Sam non replicarono, ma si scambiarono uno sguardo che valeva più di mille parole; il soldato provò a dormire quando la luce venne spenta ma non ottenne altro che un continuo girarsi e girarsi, nel vano tentativo di trovare la posizione perfetta.

Quando capì che non ci sarebbe mai riuscito uscì dalla stanza senza svegliare gli altri due, incamminandosi lungo il corridoio situato subito fuori.



Charlotte stava tentando per la seconda volta di addormentarsi e per la seconda volta stava miseramente fallendo; si alzò dal letto e si diresse verso la porta della camera, quando l'aprì rimase sorpresa di vedere Bucky dall'altra parte.

"Che cosa ci fai, qui?"

"Stavo per bussare. Non riesco a dormire, tu?"

"Nemmeno io"

"Posso entrare?"

"Vieni, accomodati. Steve e Sam sanno che sei uscito dalla vostra stanza?"

"No, ho fatto attenzione che nessuno mi vedesse. Steve ha detto che prima ha parlato con te e che avete risolto tutto, Sam gli ha risposto che avrebbe dovuto provarci nuovamente con te perché la ragazza che gli piace è solo un'incognita. Io ho cercato di sviare l'argomento"

"Sei stato bravo"rispose Charlie con un sorriso.

"Se lui ti chiedesse di tornare insieme che cosa gli risponderesti? La vita con lui sarebbe molto più semplice e voi due sareste proprio una bella coppia"

"Sei un cretino a parlare in questo modo, lo sai che io voglio stare solo con te"

"Lo so, piccola, volevo solo sentirmelo dire. È da tempo che non mi sento dire queste parole" rispose il giovane uomo, sorrise e l'abbracciò a sé.

An Unexpected Host; Bucky Barnes (✔️) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora