Capitolo 8

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Frank era nervoso, molto nervoso.

Stava fissando la porta della roulotte di Gerard da venti minuti buoni e non era ancora riuscito a trovare il coraggio di bussare.

Il suo cuore batteva a mille e continuavano a sudargli le mani.

Se lo immaginava seduto sul letto a fissare la porta, forse con la stessa agitazione che aveva lui e all'improvviso tutto quello gli sembrò troppo, Gerard era troppo per lui.

Chiuse gli occhi, sospirando e cercando invano del coraggio che di fatto non aveva.

Salì a fatica i due scalini che portavano alla porta con grande fatica, quasi fossero centinaia e poi si decise a bussare.

Quasi immediatamente un Gerard un po' spazientito aprì la porta con irruenza, quasi staccandola dai cardini ma, malgrado la sua poca delicatezza, Frank ne rimase affascinato, come sempre d'altronde.

Un ciuffo ribelle gli cadde davanti agli occhi e l'altro, quasi in un gesto automatico, sollevò una mano, portandoglieli dietro un orecchio.

Il rosso era già pronto ad urlargli contro per il ritardo ma quel gesto gli fece perdere qualsiasi capacità intellettiva, restando bloccato davanti a lui senza spiccicare parola, spingendo il viso contro la sua mano e costringendolo ad accarezzarlo.

"Sei in ritardo". Mormorò, quasi facendo le fusa.

"Lo so, perdonami". Rispose, cercando di non sbavare.

xXx

Il film era iniziato da un po' ma Frank non riusciva proprio a seguirlo.

Il suo cuore batteva troppo forte e gli impediva di prestare attenzione alle millemila canzoni presenti nel film.

Gerard, al contrario, era totalmente immerso nella visone, mantenendo gli occhi fissi sul grande schermo del cinema e mangiando di tanto in tanto qualche popcorn.

Certamente era agitatissimo, era separato solo da un bracciolo dal piccolo Frank e di tanto in tanto le loro gambe si sfioravano, costringendo entrambi a sistemarsi meglio sui loro posti.

Frank lo stava studiando, stava delineando ogni suo singolo tratto leggermente illuminato dalla luce dello schermo.

I suoi occhi scintillavano ed erano spalancati ed entusiasti, come quelli di un bambino che trova quello che aveva chiesto a Babbo Natale sotto l'albero.

La sua espressione era così dolce ed innocente mentre rivolgeva la sua attenzione ai personaggi, che Frank non potette trattenere un sorriso.

Adorava il fatto che, nonostante fosse già un adulto, qualsiasi cosa continuasse a stupirlo, come se la vedesse per la prima volta.

Di certo Frank era troppo poco distaccato dalla faccenda per accorgersi che quello era lo stesso sguardo che rivolgeva a lui, ne restava incantato ogni volta, avrebbe speso ore della sua esistenza semplicemente ad osservare il suo volto e i suoi bellissimi occhi che oscillavano tra il verde ed il marrone.

Lo facevano impazzire, si chiedeva come fosse possibile, come potessero cambiare colore così facilmente.

Era un mistero che lo rendeva ancora più affascinante.

Gerard si voltò un attimo verso Frank, trovandolo con il braccio poggiato sul bracciolo mentre lo osservava con il suo sorriso sbilenco.

"N-non ti piace il film?". Chiese a bassa voce, avvicinandosi un po' a lui in modo che sentisse.

"Sto guardando uno spettacolo migliore". Rispose, allargando il suo sorriso.

Gerard avrebbe tanto voluto alzare gli occhi al cielo, ma tutto ciò che riuscì a fare fu sciogliersi sul suo posto.

Gravity// FrerardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora