25 Chelsea

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25 Chelsea.



Mi sarei accontentata di un divano e di un bagno, non mi serviva molto altro.

Invece Jillian si è data un gran da fare per liberare lo studio appartenuto al marito, che fino a quel momento aveva usato come ripostiglio per le cose che non sapeva dove mettere.

Ha aperto il divano letto e ha liberato un cassetto dove farmi mettere le poche cose che sono riuscita a portare via dalla mia camera.

Tutto questo mentre ero seduta al tavolo della cucina con un'eccitatissima Allyson di fronte, che non la smetteva di dire quanto era felice che rimanessi un paio di giorni da loro.

Mi sono sentita a disagio per tutto il tempo.

È vero, non avevo nessun'altro a cui poter chiedere, ma ciò non ha reso la mia impotenza più semplice da gestire.

Ad Allyson non ho raccontato quello che è successo. Sapevo che si sarebbe spaventata e non mi avrebbe persa d'occhio.

Le ho solo detto che momentaneamente il mio alloggio è inagibile e che sua madre è stata così gentile da ospitarmi.

"Non ti preoccupare per i vestiti. Posso prestarti io qualcosa. Buonanotte."

Ha salito le scale prima che potessi dirle che non mi servivano e che, con tutta probabilità, i suoi vestiti non mi sarebbero mai entrati.

Io e Jillian siamo da sole adesso, in questa cucina dall'aria vissuta, che profuma di torta di mele e cannella.

"Vuoi dirmi cos'è successo? Hai una faccia sconvolta. Niente di ciò che dirai potrà farmi cambiare idea."

Stringo forte tra le mani la tazza di caffè bollente che mi ha appena passato e punto lo sguardo su una delle pesche che decorano la tovaglia del tavolo.

"Lo so. È solo... così difficile. Un momento prima va tutto bene, l'attimo dopo è tutto un casino. Questi ultimi mesi sono stati così pesanti. Prima mio padre, ora questo. Inizio a chiedermi se riuscirò a vivere almeno un po' in pace. Mi manca la calma e la serenità della mia vita di prima, ma allo stesso tempo il pensiero di tornarvi mi annichilisce."

Seguono alcuni secondi di silenzio, dove non posso fare a meno di sollevare la testa e guardare la bionda donna seduta davanti a me, che sorseggia un bel te alle more.

"Non ti giudicherò, Chelsea. Sono l'ultima persona al mondo che può permettersi di farlo."

Non credo che ci sia qualcosa da giudicare. In fondo, non credo che lei abbia proprio qualcosa da farsi perdonare. Io invece ho solo il timore di apparire stupida e ottusa. Jillian è una donna che stimo moltissimo, ancora di più dopo quello che mi ha raccontato e non vorrei che la mia passata ingenuità la condizionasse.

Però so che non lo farebbe mai, per questo decido finalmente di sfogarmi, raccontandole tutto quello che è successo, iniziando dall'inizio.

Le parlo della scoperta, di Meredith e di come mi abbia aiutata a crescere e diventare finalmente me stessa. Le racconto di mio padre, di come ha sempre disapprovato la nostra amicizia, denigrandomi.

Quando le parlo del modo violento in cui si è comportato, le lacrime fuggono al mio controllo, perché accompagnate ancora una volta dal sentimento di perdita.

Jillian ascolta tutto questo in silenzio e non so se mi abbia guardata, ma io non potevo farlo e mi sono limitata a fissare il liquido nero nella tazza che tremolava leggermente a causa delle mie mani malferme.

Assoluta Perfezione. The Colorado Series #4 (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora