27 Chelsea

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27 Chelsea


"Susan, le enchildas e le ali di pollo per il tavolo dodici sono pronte!"

Suono l'ennesima volta la campanella, urlando come non mi è mai capitato.

Non è da me, ovviamente, ma sono agitata, nervosa e la cameriera che c'è di turno oggi sembra al rallentatore.

Susan è stata assunta circa due settimane fa, dopo che Betty Jo ha deciso di abbandonare gli studi per tornare in Oklaoma e dare una mano alla sua famiglia alla tenuta.

Non ho ben capito cosa sia successo, ma da quel poco che so, Betty Jo è una ragazza di campagna, che voleva sperimentare la vita di città, con tutto quello che ne è conseguito.

Non è stato come aveva immaginato e alla fine è tornata a casa dopo nemmeno un anno. Ha detto che le mancava la sua famiglia.

Al suo posto, Owen ha assunto Susan, che passa un sacco di tempo a chiacchierare e molto meno lavorare.

È la terza volta che la chiamo per questa ordinazione e mi sto innervosendo. Non sopporto che il cibo esca dalla cucina freddo.

"Eccomi, mamma mia quanto rompi."

La ragazza che compare sulla soglia e prende il piatto con stizza non mi sopporta. Ogni volta che si poggiano su di me, i suoi occhi, scuri come i capelli, mandano lampi minacciosi.

È arrivata comportandosi come una prima donna, pretendendo che tutti facessero a modo suo, ma le cose non sono andate così. Se non si da una mossa, sono sicura che Owen la caccerà.

"Il cibo non deve uscire freddo da quell porta, sono stufa di dirtelo. Vorrei capire perché fai tutte queste storie solo quando sono sola in cucina. A Jillian non rispondi in questo modo."

Il suo viso dai lineamenti delicati si contorce in una smorfia.

"Jillian potrebbe essere mia madre. Tu hai la mia età, per cui non prendo ordini da te, mettitelo bene in testa."

Mi asciugo le mani nello strofinaccio che ho incastrato nel grembiule e metto le mani sui fianchi.

"Non devi prendere ordini da me, devi solo fare il tuo lavoro. Sei stata assunta per occuparti dei tavoli e tutto quello che ciò comporta.  Le ordinazioni fa parte dei tuoi compiti, cucinare e assicurarmi che i piatti arrivino caldi a chi li ha ordinati, invece, è compito mio."

Lei mi rivolge un'occhiataccia,  poi si gira ed esce di gran carriera dalle porte girevoli, borbottando come se non riuscissi a sentirla.

Non mi importa cosa pensa di me. Può ritenermi altezzosa quanto vuole, ma io so solo facendo il mio lavoro. Non mi piace proprio collaborare con Susan perché non perde mai occasione di lamentarsi, brontolare ed insultarmi, come se le avessi fatto qualcosa.

So di non poter stare simpatica a tutti e al momento è proprio l'ultimo dei miei pensieri, ma se proprio devo essere trattata così, vorrei almeno conoscerne la ragione.

Oggi non sono proprio dell'umore adatto a sopportare gli sbalzi d'umore della nuova cameriera. Sono ancora molto sconvolta da ciò che è successo ieri, da quello che mi ha detto Kayla questa mattina e dalla breve conversazione che ho avuto con Adrian.

Mi ha detto proprio quello che mi aspettavo di sentire: Devo semplicemente stargli alla larga, ma non sono certa di volerlo o poterlo fare.

Le parole di Kayla hanno messo radici profonde e mi hanno fatta riflettere più di quanto avrei voluto.

Prima di Adrian, nessuno si era mai avvicinato così tanto a me, non lo avevo permesso perché non volevo, mi sembrava una cosa immorale e mi sentivo a disagio con me stessa.  Prima che lui entrasse prepotentemente nella mia vita, non avevo mai provato nessun tipo di curiosità.

Assoluta Perfezione. The Colorado Series #4 (COMPLETA)Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin