Capitolo 44.

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«Ma cazzo...»

Mi piegai e cercai di raccogliere i cocci senza tagliarmi, feci un verso di disgusto al vedere il latte completamente versato a terra.Meno male che i miei genitori non erano presenti.Pulii il pavimento rimuovendo il liquido bianco e sospirai appoggiandomi al bancone della cucina.Tutto era successo così in fretta:i ricordi della festa e la tazza per terra.Mi passai una mano sul volto frustrata.Il mio telefono continuò a vibrare e squillare, quindi mi alzai e raggiunsi il divano per vedere che cosa stesse accadendo oltre al trambusto nel gruppo con le mie amiche.Avevo ricevuto un messaggio da Blake e Clarissa mi stava chiamando.

«Pronto?»risposi sbadigliando e sistemandomi una ciocca ribelle di capelli.

Clarissa mi chiese se mi fossi ricordata della serata precedente ed io mi ero trovata ad annuire nonostante lei non potesse vedermi.Ricordavo tutto sino a quando non mi ero diretta da lei per controllare cosa stesse succedendo tra Lucas e Matthew.Dopo, il buio.La mia migliore amica mi aveva raccontato che Matthew si era ubriacato e ci aveva provato con lei, riuscendo a strapparle un bacio, e Lucas si era infuriato scaraventandosi su di lui.Avevamo chiacchierato per una buona mezz'oretta finché lei non attaccò per andare via con i suoi genitori.Sospirai e feci partire la puntata di Game of Thrones, peccato che non riuscissi a stare al passo con gli avvenimenti perché la mia testa si rifiutava di tornare alla realtà.Si ripetevano le scene della sera precedente con Blake, ricordi impressi dentro di me.

Si avvicinò e mi prese in braccio facendomi fare una giravolta, ridacchiai e gli stampai un piccolo bacio sulle labbra.Peccato che questo non bastasse, peccato che avessi voglia di approfondire quel semplice bacio.E lui parve capirlo.Camminò lentamente verso il divano presente nella stanza e si sedette, mentre io ero a cavalcioni su di lui.Per la prima volta non mi sentivo in imbarazzo con lui in quel contesto.La luce della luna filtrava dalla vetrata e potevo intravede i suoi ciuffi scuri coprirli il volto.Con la mano gli spostai i capelli per osservare i suoi pozzi scuri.Le sue mani sui miei fianchi scesero lentamente verso il mio fondoschiena e le mie labbra, stanche di attendere, si unirono alle sue.Si mossero lentamente assaporando quelle del moro finché il bacio non divenne più movimentato.Si mossero più veloci scontrando le lingue in un vortice di passione.Le mie mani vagavano sui suoi capelli scuri mentre le sue non perdevano occasioni per stringere il mio corpo.Cominciai a muovermi e mi parve di scorgere una scintilla nei suoi occhi.Ero a cavalcioni su di lui e mi muovevo lentamente mentre le nostre labbra non volevano sentir ragione per staccarsi, nonostante i piccoli gemiti che uscivano da esse.In quel momento mi pareva di essere in paradiso.Lui era tutto ciò che volevo, tutto ciò che mi serviva, di cui avevo bisogno.

Una sua mano si infilò dentro alla mia maglietta provocandomi brividi in tutta la schiena, mentre io accarezzavo il suo volto.I nostri occhi non si erano staccati neanche per un secondo, come se farlo per noi significasse qualcosa di brutto.

E dopo la rissa tra Marie ed Eileen ci aveva interrotti.Non riuscivo a non pensare a che cosa sarebbe potuto accadere tra me e lui se non ci avessero distratti.Ci saremmo spinto oltre?Al solo pensiero le mie gote si colorivano di un rosso chiaro.Io e Blake...in atteggiamenti intimi...
Per fortuna fui distratta dal suono del campanello.Chi poteva essere?Solitamente i miei genitori mi proibivano di aprire alla gente e di rispondere al telefono, e su questo avevano ragione.Quindi non rispondevo mai, come se non ci fosse stato nessuno in casa.Questa volta mi affacciai e con mia sorpresa vidi...Blake.

Che cosa ci faceva qui?Non avevamo deciso di incontrarci.

Aprii la portafinestra e uscii sul terrazzino appoggiandomi alla ringhiera.Lui mi notò e sorrise «Sorpresa!»esclamò cercando di farsi sentire.Con un sorriso stampato in volto ridacchiai e tentai di placare il mio cuore che non riusciva a smettere di battere forte «Come facevi a sapere che i miei erano via?»domandai curiosa sistemandomi il pigiama.Iniziavo a sentire freddo.«Ho rischiato!Semmai utilizzavo la scusa dello studiare...»

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