•Uno•

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Gli incontri avvengono sempre nei momenti in cui la mente è molto libera o molto affollata: nel primo caso avvengono per donare alla nostra anima qualcosa di nuovo, nel secondo per liberare la nostra vita da qualcosa di sbagliato.
-Osho!

Devo trovarmi a lavoro tra mezz'ora così mi preparo e mi avvio in macchina sfrecciando per le fredde strade di Brighton.

Lavoro in un supermercato, ma non come commesso o cazzate del genere, io mi trovo al lato di sotto ad impacchettare i pacchi.

Mi fermo ad un semaforo rosso, attendendo che si faccia verde mi accendo una sigaretta, apro il finestrino ed inizio a gustarmela lentamente.

Sposto il mio sguardo verso lo specchietto retrovisore, i miei occhi verdi e scuri con delle grandi borse sotto fanno capire a chiunque quanto sia stanco di tutto!

Scatta il verde e io scatto con lui ma d'un tratto sento una botta alla destra della mia macchina, mi giro e...

Cazzo mi è venuta un auto addosso, ma dove stava guardando quello?

Scendo dall'auto come un pazzo «Ma dove cazzo stavi guardando idiota?» urlo avvicinandomi alla sua auto.

Ma dalla macchina scende una ragazza.

Ecco! Dovevo immaginarmelo.

«Scusami io non ti ho visto, stavo andando di fretta, sai è il mio primo giorno di lavoro e non volevo arrivare in ritardo allora mi sono buttata col giallo pensando e sperando che non ci fosse nessuno e invece c'eri tu. O mio Dio mi dispiace tantissimo»

Ma quanto parla?

«Ehi ehi ehi, non me ne frega un cazzo del tuo lavoro, del primo giorno e del semaforo. Mi sei venuta addosso» le urlo in faccia.

Lei sbarra gli occhi e indietreggia.
Cazzo indietreggi? Non voglio mica picchiarti.

«Io lo so, mi dispiace tantissimo. Ma ti prego non andiamo in tribunale ho preso da poco la patente mi toglierebbero tantissimi punti e già me ne hanno tolti cinque, dopo resterei senza patente e poi se vuoi posso portarti da un meccanico che conosco molto bene è uno dei migliori qui in zona e ovviamente pagherei tutto io...» ricomincia a parlare senza sosta.

Cristo mi è venuto il mal di testa.

Guardo la mia macchina e noto che non è niente di grave, solo qualche graffio.

«Senti lascia stare» le dico salendo in auto e andandomene a lavoro.

Credo che se non me ne fossi andato avrebbe parlato per ore e di conseguenza sarei arrivato nel pomeriggio a lavoro.

Arrivato parcheggio l'auto al solito posto e scendo.

Mi avvio nel supermercato e il capo mi rimprovera come sempre per il ritardo, io lo fisso senza neanche rispondere.

Poi mi dice di andarmi a cambiare e di restare di sopra perché oggi arriva uno nuovo a lavoro e devo mostrargli il posto.

Ma se neanche io lo conosco il posto come cazzo glielo mostro?

Vado negli spogliatoi e mi metto quell'odiosa camicia blu con lo stemma del supermercato sopra.

Odio questa camicia e odio questo stupido lavoro.

Vado di sopra e attendo che arrivi l'imbecille. Dopo dieci minuti arriva il capo con... con la tipa della macchina?

Oh andiamo, ma cosa ho fatto di male?

«Aiden lei è Lara»

La ragazza mi guarda per un istante poi sbuffa e abbassa lo sguardo.

Bene allora non sono l'unico ad essere scocciato da questa situazione.

Aiden (IN REVISIONE) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora