The Queen in the North- Cap. 6

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Jocy aprì gli occhi lentamente e la prima cosa che notò era che la sua fronte, così come la sua schiena, era completamente bagnata di sudore. Aveva i capelli ordinati dietro le spalle, ormai impregnati di sudore anche quelli. Le faceva male la testa e aveva solo alcuni ricordi confusi riguardo il susseguirsi di avvenimenti con Jon e suo fratello Peter. Cercò di mettersi a sedere, impresa che però le risultò impossibile dato la ferita non ancora rimarginata del tutto. Una fitta lancinante le passò attraverso il fianco e non potè trattenere un leggero rantolio di dolore. Allora Ned poggiò delicatamente una mano sul suo braccio, invitandola a stendersi per riposarsi ancora un po'. Solo in quel momento Jocy si rese conto che la stanza era piena di persone e d'un tratto tutto intorno le sembrò girare.
"Quanto tempo è passato?" chiese dolorante Jocy a Ned seduto al suo fianco.
"Due giorni, avete dormito per due giorni"
Jocy lasciò andare la testa sui cuscini dietro di lei e cercò di fare un respiro profondo.
"Avevamo iniziato a pensare al peggio...lo pensavamo tutti" affermò timidamente Robb, che teneva a Jocy ormai come a una sorella.
"Oh no" rispose lei a fatica mettendosi meglio a sedere con l'aiuto di Ned "non vi libererete di me così facilmente." Disse senza mai aprire gli occhi neanche un istante. Quella sua affermazione aveva fatto sorridere un po tutti, chi più e chi meno. Si guardò intorno e notò che Jon non era presente. Davanti al suo letto c'erano Catelyn e Thremon che la fissavano autoritari. Non aveva paura di loro, di lì a poco avrebbe di sicuro passato di peggio.
"Dov'è Jon?"
Thremon e Lady Catelyn si guardarono un attimo seccati senza dare alcuna risposta, mentre Ned guardava triste Jocy.
"Ripeto, dov'è Jon?"
"Cosa avete fatto in quella stalla? O peggio, quella sera nella tua camera?" Chiese il padre quasi inorridito, ignorando la domanda della figlia.
Jocy abbassò lo sguardo e iniziò a ridere.
"Vi fa ridere?" chiese severa Catelyn.
"Si mia signora. Sapete perchè? Perchè pensate di sapere tutto quando in realtà non sapete nulla. Avete punito il figlio di vostro marito perchè lo avete visto uscire dalla mia stanza, quando in realtà era venuto a chiedere scusa poichè quello stesso giorno mi aveva mentito. Lo avrete di sicuro punito, e forse vorreste punire anche me, perchè siamo usciti da quella stalla insieme. Sapete, dopo la notizia del mio imminente matrimonio con Ser Jaime Lannister l'unica cosa che desideravo era morire. Avrei preferito morire piuttosto che vivere un intera vita di sottomissione e sofferenza. Nessuno di voi se n'è accorto, nessuno c'era per me in un momento difficile e delicato come quello. Eravate tutti presi a emarginare Jon per non rendervi conto che da quando ho messo piede in questo posto lui è l'unico che davvero mi abbia capita."
Catelyn guardò Jocy quasi indignata.
"Avreste preferito morire? Dovete avere coraggio e ringraziare gli Dei! Vi avrei dato il mio primo figlio!"
Jocy si alzò da sola, nonostante il dolore insopportabile. Si mise davanti a Catelyn e la guardò fissa negli occhi come lei stessa aveva fatto poco prima.
"Io ho avuto coraggio. Ho avuto il coraggio di crescere in una famiglia che tutto mi ha dato tranne l'amore, e nonostante questo ho avuto il coraggio anche di amare, senza limiti e senza regole.
Voi potete dire di aver avuto lo stesso coraggio?"
A Catelyn venne subito in mente l'immagine di Ned che portava a casa Jon ancora in fasce; odiò quel bambino dal primo giorno che lo vide. Non riuscì a dare una risposta. A quell'affermazione anche Lord Thremon abbassò lo sguardo colpevole.
Jocy poggiandosi alla parete per sorreggersi, raggiunse la porta.
"Ora se volete scusarmi, dovrei preparare il necessario per le nozze."

Dopo un intero pomeriggio passato a sistemare tutto il necessario per partire per Approdo del Re, aiutata da alcune ancelle, Jocy si prese un attimo di pausa e si sdraiò sul letto. Ogni cosa che faceva, anche la più minima, la stancava moltissimo. Quando l'intera schiena fu poggiata sul morbido materasso e l'addome fu disteso e rilassato sentì la pelle tirare in direzione della ferita. Le ritornò alla mente lo sguardo di Peter, l'odio che aveva povato non solo nei suoi confronti, ma anche in quelli di Jon. Jon. Come aveva potuto scordarsi di Jon. Subitò sentì un tonfo al cuore e una grande preoccupazione ebbe la meglio su di lei.
"Vi prepariamo un bagno caldo, mia signora?"
Jocy fu distratta da quella richiesta da parte di una delle sue ancelle più giovani.
"Non credo sia necessario."
"Mia signora, se permettete, dovrete essere nella vostra forma migliore per le nozze, e un bel bagno caldo potrebbe farvi solo bene!"
Jocy spazientita si morse il labbro, cercando di trattenere eventuali reazioni esagerate. Nel momento in cui stava per rispondere in un probabile modo poco cortese, si udì bussare alla sua porta. La più giovane andò ad aprire. Fece un breve passo indietro e un inchino formale.
"Mio Signore".
Quando udì quelle parole subito Jocy si alzò e si mise davanti alla porta, braccia incrociate e testa alta.
"Sto bene, non ho bisogno di parlare nè con voi nè con nessun'altro."
Un triste sorriso si dipinse sulla faccia di Ned, che senza aggiungere una sola parola porse la mano alla giovane. Dopo un istante di esitazione e un breve sguardo alle serve, poggiò lentamente la mano sulla sua. Prese il suo braccio e lo mise sotto il suo, invitandola a seguirlo. Così fece. Ned era l'unica persona di cui Jocy avesse piena fiducia, quindi mentre camminavano non chiese nulla. Ned portò Jocy in un ala della fortezza a lei sconosciuta, meno curata rispetto al resto. Si fermarono davanti a una porta di legno di abete vecchia e cadente.

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