Capitolo 3

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Aprii gli occhi lentamente, era tutto buio ma i miei occhi si adattarono subito da farmi notare una figura al mio fianco appoggiata alla mia spalla.
Alzai leggermente la coperta che mi copriva: bene, eravamo entrambi nudi. Dedotti, quindi, che ieri sera ci eravamo dati da fare.
Scostai le coperte e mi alzai, mi rivestii e presi il cellulare che era sopra al comodino. Appena accesi lo schermo trovai 4 chiamate da parte di Mirko e 2 da Ciccio. Non me ne preoccupai più di tanto, infondo ero vaccinato e maggiorenne quindi non avevo bisogno di dare spiegazioni a nessuno se non tornavo la sera a casa.
Misi le scarpe non curante della tipa stesa sul letto alle mie spalle ed uscii dalla stanza. Scendendo le scale trovai Gionata intento a ripulire, non me lo sarei mai aspettato da uno con tutti questi soldi; piuttosto mi sarei immaginato un paio di governanti a ripulire il vomito e i drink rovesciati della gente. Mi avvicinai e gli diedi una pacca sulla spalla, si spaventò leggermente poi si girò e mi sorrise.
"Bro mi hai fatto prendere un colpo" dice ridacchiando.
"Scusa fra, non era mia intenzione. Vorrei rimanere ad aiutarti ma ho trovato svariate chiamate degli altri che probabilmente ieri mi cercavano" dico.
"Si infatti ieri Ciccio mi ha chiesto più volte che fine avessi fatto" dice voltandosi e continuando a buttare i bicchieri in una busta nera.
"Capisco" ribatto un po' in imbarazzo.
Di scatto si gira "Chi ti sei fatto ieri bro? Tranquillo, a me puoi raccontarlo" dice sorridendo e accompagnando il tutto con un occhiolino.
"No fra, una tipa bionda di cui non ricordo nemmeno il nome. So solo che ero stra fatto e stra ubriaco e che lei aveva delle tette enormi" dico ridendo e lui si accoda.
"Fra è stato un piacere ma ora devo scappare, magari ci si vede in giro" dico ed esco dalla villa.

Bussai al citofono, ormai erano le 10.30, qualcuno sarà pure sveglio: come immaginavo. Aprii la porta dell'ascensore, spinsi sul bottone rosso che indicava il numero 5 e mentre aspettavo di arrivare al mio piano mi
diedi un occhiata attraverso lo specchio che ricopriva una parte dell'ascensore.
Avevo delle gonfie occhiaie, i capelli sistemati alla cazzo di cane dove ogni ciuffo andava per i cazzi suoi.
L'aprirsi delle porte mi fece capire che ero arrivato così uscii e mi diressi verso la casa, entrai e mi diressi in cucina.
Trovai un Mirko abbastanza incazzato bere la solita tazza di cappuccino, levai il giubbino in jeans e lo appoggiai allo schienale della sedia iniziandomi a servire la colazione.
In tutto ciò mi sentivo il suo sguardo puntato addosso.
"Che hai fra? Ti sei svegliato storto stamattina?"
"Mi prendi per il culo Mario? Ti ho chiamato almeno tre volte ieri sera, era una cosa veramente importante e tu te ne sei sbattutto il cazzo" dice incazzato.
"Senti fra, io ieri non ero in condizioni di risponderti al telefono anche se avessi voluto" ripeto con tutta la sincerità del mondo.
Stava per ribadire qualcosa ma viene bloccato da una voce femminile.
Mi giro e trovo di fronte a me una dea.
E non stavo esagerando affatto, aveva delle labbra così carnose, degli occhi castano chiaro luminosi, anche se si vedeva che si era svegliata da pochi minuti ma la parte più bella erano i capelli castano scuro leggermente imtrecciati, ricci e lunghissimi, riuscivo già ad immaginare quanto sarebbe stato bello toccarli ed accarezzarli ma tornai subito alla realtà.
Era la prima volta che in una ragazza mi soffermavo così tanto su dei minimi dettagli come le poche lentiggini che aveva sul naso.
Spostai lo sguardo sul suo corpo, aveva dei pantaloni della tuta molto larghi e tirati su fino a sopra l'ombelico dove si potevano notare gli ampi fianchi che possedeva.
Come maglia indossava un top largo anch'esso a maniche corte che lasciava intravedere un seno importante.
Era molto formosa e di quelle bellezze in carne, dove quando appoggiavi le mani sapevi cosa afferrare. Era semplicemente divina.
Mi risvegliai dai miei pensieri quando finalmente parlò.
"Hai visto la madonna per caso? Potresti pure chiudere la bocca ed asciugarti la saliva" dice scocciata.
Scioccato di me stesso mi girai di scatto verso Mirko.
"Non mi avevi detto che saresti stato in ottima in compagnia, ecco perché non sei voluto venire alla festa insieme a noi eh" dissi facendogli l'occhiolino e scuotendogli la spalla, ma lui non sorrise anzi.
"Lei è mia cugina Lara, prima abitava in Albania ma è dovuta venire qua per diversi motivi, ieri ti ho chiamato proprio perché mi serviva un passaggio per andare a prenderla e tu avevi preso la macchina"
"Cazz fra mi dispiace, ma alla fine come hai fatto?"
"Eh fortunatamente ieri sera è arrivato Diego, ho preso la sua di auto" disse addentando il cornetto.
"Ah, e come mai è dovuta venire qua?" chiesi curioso.
"Non sono cose che ti riguardano" mi rispose Mirko.
"Se t'interessa così tanto beh, avevo combinato fin troppi casini lì giù e quindi la soluzione migliore è stata venire qua" disse soffiando sulla sua tazza di tè, credo.
Annuii, e dopo poco vidi comparire Diego sulla soia della cucina. Si strofinò gli occhi e ci mise un po' per mettermi a fuoco, gli sorrisi "Mariè, quanto cazzo mi sei mancato" disse abbracciandomi.
Eravamo come fratelli io e lui.
Dopodiché salutò sia Lara che Mirko e si sedde di fronte a me.
Ci lanciammo certe occhiate complici facendo drizzare le orecchie al nostro amico e scoppiammo a ridere.

La mattinata passò velocemente, tra Diego che mi raccontava di quanto gli fosse mancata Genova e Mirko che sloggiava da camera sua trasferendosi in salotto.
Mi misi comodo sulla poltrona ed accesi la televisione, automaticamente Lorelain mi saltò in braccio facendomi le fusa ed io la coccolai.
Ogni tanto si sentivano urla da parte di Lara, credo in albanese, verso suo cugino che probabilmente stava invadendo i suoi spazii. Da quel poco tempo che la conoscevo avevo capito che era una a cui non piaceva il contatto fisico...a meno che non lo cercasse lei.
Era così bella, ed io ero così curioso di sapere cosa aveva combinato e se mi mettevo in testa una cosa beh, la realizzavo.

Pranzammo tranquillamente, a quanto pare non avremmo più litigato per chi avesse dovuto lavare i piatti dopo aver mangiato.
Lasciai che gli altri andassero nelle altre stanze e mi avvicinai a lei.
" Una tipa come te che casino potrebbe mai aver combinato?"
Si fermò per un istante per poi riprendere a sciacquare le pentole.
Mi avvicinai sempre di più fino a far aderire il mio petto alla sua schiena. Si girò di colpo e mi afferrò il polso con una mano. Stava cercando di fare la dura, la tipa tosta ma rigirai la presa. Ora lei era sotto il mio peso.
Le scostai i capelli dal viso e li portai verso dietro e la guardai negli occhi; sapeva reggere lo sguardo.
"Lo scoprirò" ghignai.

Love's GunWhere stories live. Discover now