Capitolo 5

41 1 0
                                    

Mi svegliai nel cuore della notte sentendo parlare sotto voce in lontananza, mi impegnai un po' di più e riconobbi la voce di Lara.
Parlava in albanese come al solito ma, aveva un tono più duro e freddo, ad un certo punto il suo parlare cessò e sentii dei passi farsi sempre più vicini a me. Si stese nel letto non sapendo che io fossi sveglio, mi girai di scatto "con chi stavi parlando?" chiesi seccato.
"Tranquillo bello, con nessuno che ti riguardi" rispose facendo la simpatica.
Veloce come una pantera mi misi su di lei e le bloccai i polsi sopra la testa, la guardai negli occhi dicendo "tu puoi fidarti di me, se hai un problema ti prego dimmelo".
Abbassò lo sguardo, le tirai su' il mento in modo tale da far riscontrare i nostri sguardi.
"Quando stai con me, ricordati che non devi avere mai paura" sussurrai come se ci fosse qualcun'altro nella stanza ma io volessi farmi sentire solo da lei.
Sorrise, il sorriso più bello che io avessi mai visto; sorrisi anche io di rimando.
Indecisa appoggiò le sue labbra sulle mie tenendomi la testa fra le mani, presi posizione chiedendo l'accesso alle sue labbra con la lingua e me lo permise.
Dopo diversi baci focosi alternati a baci dolci e buffi, scesi verso la mandibola baciandola ed arrivando anche fino al collo.
Lasciai piccoli baci umidi, sentendo i suoi brividi aumentare al contatto delle mie labbra alla sua pelle alzai la testa, le diedi un ultimo dolce bacio e "Andiamo a dormire piccoletta" le dissi dolcemente.

Era mattina, un raggio di sole puntava dritto sui miei occhi, portai il braccio sul lato del letto: era vuoto. Mi alzai di botto e mi misi una maglietta avviandomi in cucina; nel mentre mi affacciai nel salotto e vidi Mirko ancora dormire.
Varcata la soglia trovai solo Lara con addosso ancora la mia maglia preparare delle crêpes alla nutella: quella ragazza sapeva come farmi impazzire.
Mi avvicinai a lei e le avvolsi le braccia intorno ai fianchi mentre lei era ancora girata verso i fornelli, il mio naso toccava la sua guancia morbida.
Impaziente le diedi un bacio veloce per paura che potessero spuntare Mirko e Diego da qualche parte, si girò verso di me e storse il naso "Questo bacio non mi ha convinta, so che hai paura della reazione di Mirko, ma ora sta dormendo" disse guardandomi negli occhi. Senza rispondere la baciai dolcemente, facendo schioccare la lingua sotto al palato di tanto in tanto.
Ad un tratto sentii il forte cigolio della rete del materazzo del divano-letto dove dormiva Mirko, feci uno scatto staccandomi da lei e sedendomi a tavola, portando vicino a me un fazzoletto con una tazza ed il cartone del latte: pochi secondi dopo entrò il mio amico stiracchiandosi e sbadigliando.
Diede il buongiorno ad entrambi e si sedette a tavola, Lara ci mise di fronte i nostri piatti con le nostre crêpes ed io iniziai a mangiare silenziosamente.
"Come mai sei così particolarmente silenzioso stamattina Mario?" chiese Mirko.
"Niente Mi, non ho dormito bene stanotte" e lui annuì.
Io e la ragazza ci scambiammo un'occhiata complice di cui lui, però, non si accorse.

Era, oramai, tardo pomeriggio e stavamo buttando giù qualche idea su cosa fare dopo cena; in spiaggia ormai avevano iniziato a riaprire i locali che facevano serata e quindi pensammo di andare a fare un giro da quelle parti.

Lara era bella come sempre, con quel vestitino poi mi mandava fuori di testa e lei lo sapeva bene. Mirko e Diego si erano ormai stancati dal troppo tempo che stava impiegando la piccoletta a prepararsi così li invitai ad avviarsi insieme agli altri e che noi li avremmo raggiunti una volta preparati.

Soli soletti, dentro casa, non persi tempo ed aprii la porta del bagno così velocemente da farla sobbalzare.
Risi forte, e lei mi guardò confusa.

"Chissà cos'hai da ridere, brutto deficente" disse continuando a guardarsi allo specchio mentre passava il mascara sulle sue lunghe ciglia.

In risposta alla sua provocazione mi piazzai dietro di lei, le mie mani sui suoi fianchi e la mia bocca lungo tutto il suo collo, adorava tutto ciò.
"Mario...mi fai impazzire così però..."
Rispose con un filo di voce mentre si mordeva il labbro.
Di scatto si girò e prese possesso delle mie labbra, senza pensarci appoggiai le mie mani sul suo culo e mi meraviglia di non aver avuto uno schiaffo come risposta, così glielo strizzai e lei emise un gemito.

Non mi capacitai della percepibile erezione nei miei jeans, e stupito la guardai.

"Non mi è mai capitato che mi venisse duro solo dopo una limonata e una strizzata di culo, sei la prima che mi eccita con così poco. Sei pericolosa" le dissi sussurandole all'orecchio.

In tutta risposta mi fece un sorrisetto e appoggiò la sua piccola mano sul mio pacco ormai gonfio ed io sgranai gli occhi. Strusciò più volte la sua mano su tutta la lunghezza ed io dovetti tenermi al lavandino per non saltarle addosso. Tutto d'un tratto si allontanò, mise il rossetto nella sua borsetta e si fermò sulla soglia "Vogliamo andare a questa festa o no?" disse con un ghigno maligno sul volto.

Love's GunWhere stories live. Discover now