Day 5: Friday

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❝ That day the little boy felt something in his stomach: «He gives me buttherfly everytime I see him»

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That day the little boy felt something in his stomach: «He gives me buttherfly everytime I see him» . ❞

Stanco, socchiuse gli occhi alle prime luci del mattino. Poteva percepire l'orario della mattina presta dalla semplice quiete, armonizzata soltanto dal ticchettio delle gocce di ruggiada.

Si sentiva sciupato, senza forze: non faceva altro che pensare a ciò che era successo quella sera in salotto con Yoongi; dopo quell'inspiegabile fatto era corso come mai prima d'allora in camera, chiudendovisi dentro e arruffandosi sotto il piumone.

Aveva in pratica passato la notte in dormiveglia, tra continui mezzi sogni e non, svegliandosi ogni tre per due: una tortura insomma. Era perfino arrivato a giustificare l'avvenuto come "uno dei tanti sogni", autoconvincendosi quasi del tutto. Quasi.

Svogliato, rotolò giù dal letto, infilando il primo maglione extralarge nell'armadio e dei pantaloni appallottolati sulla sedia. Frugò per la camera in cerca del proprio telefono e di qualche spicciolo, i quali si mise in tasca non appena trovò.

Afferrando le chiavi, uscì silenziosamente dal portone principale, aprendo l'ombrellino che aveva acchiappato all'ingresso del condominio.

Qualche giorno prima si era organizzato con il proprio migliore amico per vedersi in una piccola caffetteria in cui erano soliti andarci assieme nel tempo libero, volendo cogliere l'occasione per avere qualche consiglio a riguardo delle sue disavventure.

Il tintinnio del campanello avvisò dell'ingresso del ragazzino, il quale per aprire la porta aveva bagnato tutta la manica: nella fretta neppure si era accorto di aver messo un maglione con le maniche più lunghe delle sue stesse braccia.

Si guardò attorno leggermente spaesato, intravedendo dietro un grande giornale una chioma biondo scuro ordinata e liscia.

«Tae, ti sei fatto una nuova tinta!»

Leggermente sorpreso, alzò il capo, sorridendo raggiante e poggiando il giornale sul tavolo.
«Hey Jiminie.»

Il loro tavolo era situato all'angolo dell'accogliente locale, in modo che potessero usufruire dei divanetti a parete, su cui erano seduti i due.

«Come stai?» Chiese sistemandosi meglio, dando le spalle alla porta d'ingresso.

«Bene dai, sono giusto un po' stressato.»
Sorrise timidamente, posizionandosi meglio gli occhiali da sole a goccia sulla testa.

«Uhm, cos'è che ti turba?»
Chiese preoccupato.

«Assolutamente nulla! Anzi, credo che potesse essere il miglior stress che mi potesse capitare.»
Rise leggermente.
«Ho ordinato due cappuccini, vanno bene?»

Disease » YoonminWhere stories live. Discover now