Capitolo sei

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Layla POV

Vedere Ashton davanti a me mi fece sussultare per lo shock. Cosa diavolo ci faceva qui? Urlai nella mia testa. Lui rimase fermo a guardarmi, probabilmente tanto scioccato quanto me. Notai il momento in cui il suo viso passò dal sorpreso al divertito.

"Layla." Disse il mio nome passandosi la lingua sulle labbra. Adoravo il modo in cui l'aveva detto. Lo fece sembrare più sofisticato, più sexy. L'unica immagine che mi veniva in mente era quella di noi, a letto, come la notte precedente. Non volendo sembrare poco professionale, dato che era in compagnia, decisi di ignorarlo.

"Cosa posso portarvi?" Gli chiesi, guardando il mio blocchetto, non volendo mantenere il contatto visivo con Ashton.

"Layla." Ripeté il mio nome.

"Sì, è già pronto ad ordinare?" Domandai, ignorandolo. Potevo sentire lo sguardo dell'altro ragazzo su di me e le mie guance arrossire.

"Non puoi ignorarmi per sempre Layla." Disse Ashton ed udii una punta di compiacimento nella sua voce. Beh, ci sto provando, pensai tra me e me.

"Cosa posso portarvi, ragazzi?" Ripetei. Sentii una sorta di risata e sollevai lo sguardo. Il ragazzo seduto di fronte ad Ashton mi sorrise e scosse la testa.

"Posso averne un altro?" Mi chiese il indicando il bicchiere.

"Certamente, cos'è?" Domandai.

"Vodka Tonic."

"E, per lei?" Chiesi, rivolgendomi ad Ashton ed azzardandomi a guardarlo.

"Whisky." Mi rispose, ricambiando il mio sguardo. I suoi occhi blu sembravano avere il potere di farmi raggelare sul posto. Rimase a fissarmi fino a che non sentii guance diventare rosse.

"O-okay." Balbettai. Mi girai e mi diressi verso il bar per prendere i loro drink.

Layla, ignoralo, non dargli questa soddisfazione. Dissi a me stessa, mentre aspettavo che Ted, il barman, preparasse i loro cocktail. Per qualche stupida ragione, mi sembrava che le ginocchia mi fossero diventate di gelatina. Non pensare a lui e servilo come se non l'avessi mai incontrato prima, pensai. Presi i drink e tornai al tavolo. Puoi farcela, Layla. Mi incoraggiai. Le mie gambe tremarono a mano a mano che mi avvicinavo. Non sapevo perché ero nervosa, ma non riuscivo a calmarmi, in nessun modo. Forse era perché avevo pensato di non rivedere Ashton mai più, soprattutto ora che sapevo che fosse un milionario ed un donnaiolo dichiarato; ma chi poteva dirlo con certezza.

"Ecco a voi." Dissi, porgendogli i drink. "Siete pronti per ordinare?" Chiesi loro, cercando di mantenere ferma la voce. Fortunatamente, mi uscì più forte di quanto mi aspettassi. Puoi farcela Layla, non sei debole.

"Sì, io prendo il salmone affumicato con gli asparagi." Mi rispose il ragazzo biondo, sorridendomi mentre mi porgeva il menù. Era carino, i capelli erano corti, ma sembravano stargli piuttosto bene ed i suoi occhi blu mi guardavano scintillanti. Doveva essere un po' più grande di me, forse di 5 anni, ma non sembrava male.

"Okay." Dissi, sorridendogli. "E per lei?" Domandai, voltandomi verso Ashton.

"I gamberi saltati in padella." Mi rispose. Mi porse il menù, facendo toccare le nostre mani ed indugiando sul quel contatto per qualche secondo. Feci un respiro profondo e mi obbligai a sorridergli.

"Arrivano subito." Dissi, voltandomi velocemente. Ignorai le scosse che mi avevano attraversato il corpo quando mi aveva toccata e portai le ordinazioni in cucina. Per tutto il tempo continuai a ripetermi di dover svolgere solamente il mio lavoro. Dovevo ignorarlo e servirgli il cibo, era per quello che ero lì. Dopo essermelo detto più e più volte, mi accigliai. Grande Layla, facendo così starai peggio di come stai adesso. Mi comunicò la vocina dentro la mia testa. Mi passai la mano sul volto e tornai al tavolo di Ashton per vedere se avessero bisogno di qualcosa.

Camminando verso di loro, senza rendermene conto, mi sistemai la gonna. Da dove mi trovavo potevo vedere Ashton ridere per qualcosa che aveva detto il ragazzo di fronte a lui, visto che le sue ampie spalle si muovevano ritmicamente sotto il suo completo. Potevo anche sentire la sua risata, ed immediatamente, mi venne voglia di ascoltarla di nuovo. Fu una risata profonda, se solo potessi essere davanti a lui ad ammirare il suo volto. Anche il ragazzo biondo aveva un sorriso sul viso e stava ridendo. Mi schiarii la gola mentre mi avvicinavo al tavolo, non volendo spaventarli o interrompere la loro conversazione.

"Ragazzi, avete bisogno di qualcosa?" Chiesi.

"Posso avere un secondo giro?" Mi domandò il biondo. Sorrisi ed annuii. Guardai Ashton che scosse la testa in un chiaro 'no'. Mi voltai ed andai a riempirgli il bicchiere. Mentre glielo stavo riportando sentii il campanellino suonare, segno che i loro ordini erano pronti. Velocemente tornai al tavolo e gli porsi il cocktail, sembrarono non accorgersi di me tanto erano immersi nella loro conversazione. Tornai in cucina ed afferrai i piatti. Ne presi uno per mano, mentre aggiravo i tavoli per dirigermi verso il terrazzo.

"Okay, ecco a voi. Questo è il salmone affumicato con gli asparagi." Dissi, porgendolo di fronte al ragazzo biondo. "E questi sono i gamberi saltati in padella." Continuai, ponendolo davanti ad Ashton. "Avete bisogno di altro?" Chiesi.

"No, penso che sia tutto. Grazie, Layla." Mi rispose Ashton con un tono di voce dolce come il miele. Sorrisi e mi diressi versi gli altri tavoli. Era strano vederlo in questo contesto. Probabilmente pensava che appartenessi ad una classe sociale inferiore alla sua, pentendosi di avermi aiutata la notte precedente.

Continuai ad andare dai tavoli alla cucina e viceversa, il ristorante era pieno. Avevo anche già portato il conto ad Ashton e all'altro ragazzo, prima di andare ad aiutare le mie colleghe con i loro tavoli. Mentre avevo qualche attimo di pausa, mi diressi verso l'esterno per vedere se Ashton fosse andato via. Arrivata sulla terrazza non vidi nessuno seduto al loro tavolo. Entrambe le sedie erano spostate ed i piatti erano vuoti. I soldi erano appoggiati sul lato del tavolo. Dentro di me si fece strada la delusione, Ashton se n'era andato senza dirmi niente. Perché avrebbe dovuto Layla? Non sei nulla per lui se non spazzatura. Mi ricordò la mia vocina interiore. Contrassi la mascella, presi il portaconto e lo aprii.

Spalancai gli occhi. Avevano lasciato una grande mancia, e per grande, intendo 100$ a testa. Wow! Era tanto, più di quanto avessi mai guadagnato. Scioccata, mi misi i 100$ nella borsa. Passai il resto della giornata a servire da tavolo in tavolo, dal bar alla cucina. Finalmente arrivarono le 5 e, di conseguenza, potevo tornare a casa. Salutai tutti e presi le mie cose, uscendo dal quel posto infernale. Non c'era una sensazione più bella di guardare l'orologio e vedere che il tuo orario di lavoro era terminato.

Appena misi piedi fuori dal ristorante, respirai a pieni polmoni l'aria pulita. Sapeva di oceano, fresca e pungente. Il sole era ancora alto, ero felice che il tempo sembrava essere ancora estivo, ma lentamente le temperature stavano scendendo. Non c'era né caldo né freddo, era la temperatura perfetta. Contenta di aver finito di lavorare, camminai sul marciapiede per chiamare un taxi. Mentre stavo sporgendo fuori la mano per farmi vedere, sentii suonare il clacson di un'auto che mi fece, letteralmente, saltare in aria dalla paura.

Mi girai e vidi una limousine nera accostarsi al marciapiede. Cosa cavolo stava succedendo? Guardai la macchina che, lentamente si fermò davanti a me. Chi c'era dentro? Quando un'auto sconosciuta si accosta vicino a te, non è mai per una buona ragione, e dopo la notte scorsa, ero ancora più spaventata del solito. Strinsi gli occhi, cercando di non mostrarmi impaurita. La portiera si aprì ed uscì, nientedimeno, che Ashton Miller.

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Something Inside -Traduzione-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora