"È solo perché me l'hai chiesto"

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La sala si svuotò lentamente, eccezion fatta per Molly, che quasi corse fuori dicendo che era «in ritardissimo» nel preparare.

Remus aspettò che Sirius avesse finito di rimettere a posto qualche sedia, poi se ne andarono insieme.

Arrivarono in salotto, ma non trovarono nessuno.

Sirius aggrottò le sopracciglia. «Credi che si siano persi?»
«Credo» ribatté Remus, senza riuscire a nascondere un sorriso «che dovresti andare a cercarli e... ehm... indirizzarli... nella direzione giusta.»
Sirius sbuffò, e Remus si mise a ridere.
«Andiamo, su» fece ridendo «fai il cavaliere e va' ad aiutare la McGonagall».
Sirius gli lanciò uno sguardo disgustato.
«Mi stai prendendo in giro?»
«Eccome» disse Remus, scoppiando a ridere.

Sirius gli lanciò un cuscino. Remus ricambiò il favore, e in un attimo iniziò una battaglia, con tanto di fortini e trincee.

«Non dovevi andare a fare il cavaliere?» gridò Remus, buttandosi a terra per evitare il cuscino di Sirius, lanciato con un incantesimo.
«Al diavolo i cavalieri!»

Sirius schivò un cuscino, poi venne colpito in pieno petto da un altro, che gli fece perdere l'equilibrio, mandandolo gambe all'aria.
Remus rise per il tempo che servì a Sirius per ricaricare e mandare un altro cuscino in direzione dell'amico.
«Brutto cane rognoso!» gridò.

Stavano per lanciarsi contro qualche altro cuscino, ma una voce li interruppe.

«Black! Lupin! E io che credevo che gli unici bambini presenti fossero i Weasley!»
La McGonagall era in piedi, sulla porta della stanza, con le braccia incrociate e lo sguardo contrariato, quasi disgustato.
«Salute, professoressa» disse Sirius «Bisogno di qualcosa?»
«Oh, sì, Black. Dovresti spiegare a tutti dov'è la cucina, Molly è sul punto di una crisi isterica per l'ora che si è fatta».
«Vai, cavaliere. La principessa ti aspetta» disse Remus ridendo.
«Dopo ti ucciderò, Lunastorta»
Remus ghignò.
«Mi trafiggerai con uno dei coltelli della cucina?»
«Ti soffocherò con un cuscino» ringhiò.
Remus rise e disse: «Certo, Felpato, certo. Ora vai, non vorrai far attendere ancora la tua dama...»
Sirius brontolò qualcosa, ma si stava già avviando verso la porta, e Remus non lo sentì.
Si mise a riordinare i cuscini, prendendoli dal pavimento o dai divanetti dove erano stati lanciati.

Era girato a risistemarli, quando sentì una voce.
«Signor Lupin?»
Remus si girò, trovandosi davanti la ragazza dai capelli rosa. Sorrise. «Credo di essere ancora troppo giovane per essere chiamato così.»
«Scusi. Dovrei chiamarla per nome, allora?»
«E anche darmi del tu, Tonks.»
Questa volta fu la ragazza a sorridere.
«Sembra che ti piaccia chiamarmi così.»
Remus si strinse nelle spalle.
«È solo perché me l'hai chiesto.»
«A proposito di richieste, o meglio, di domande, ne avrei una, anzi, due».
Remus sorrise di nuovo.
«Spara, Tonks».

La ragazza gli mostrò una vecchia foto nella quale erano riunite parecchie persone, immortalate negli istanti dello scatto, in quelli precedenti e in quelli successivi, come in tutte le foto magiche.

«È tua questa fotografia? E in ogni caso, chi sono queste persone? Ho trovato la foto di là, nella stanza della riunione, dopo esserci tornata per una cosa che avevo dimenticato.»

Remus guardò attentamente la foto, riconoscendola, e riconoscendo le persone che vi erano raffigurate.

Si sedette su uno dei divani, reggendo la foto con entrambe le mani e guardandola con sguardo pensieroso e serio, quasi triste.

«No, non è mia» rispose «ma se vuoi sapere chi sono queste persone, sarà bene che tu ti metta comoda».
La ragazza si sedette accanto a lui.
«Comincia pure, e grazie in anticipo».
«Non devi ringraziarmi. Questa foto è di Moody, e rappresenta il vecchio Ordine».

13 Anni - Remus e TonksWhere stories live. Discover now