"Grazie per la partita"

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Passò qualche giorno a casa Black in cui non successe niente di interessante.

I turni di guardia si susseguivano con tranquillità esasperante, quasi che il tempo stesso volesse risultare noioso per ogni abitante della casa.
Ma poiché noia equivale a tranquillità, per Remus questa era bene accetta.

Ma non altrettanto per Sirius.

Ogni volta che vedeva qualcuno partire, l'uomo si incupiva un po' di più.
Tornato da un turno di guardia con Kingsley, Remus lo trovò per l'ennesima volta imbronciato, a braccia conserte.

«Dalla tua faccia, sembra che sia morto qualcuno» commentò Remus, avvicinandosi a lui.
«Se continua così, sarà il mio istinto all'avventura a morire» ribatté quello, sbuffando.

L'altro alzò gli occhi al cielo, pur ammettendo con sé stesso che Sirius aveva tutte le ragioni per dire una cosa simile. Ma d'altra parte, cosa avrebbero potuto fare? Gli Auror lo cercavano da tre anni, e tutti conoscevano la sua faccia. Remus non si sentiva sicuro nemmeno a farlo uscire come Animagus, tanta era la paura che avessero potuto scoprirlo.

«Ti va una partita a Scacchi?» gli chiese, ripensando a quando giocavano a Scacchi Magici ad Hogwarts.

Sirius ci pensò un attimo, poi si alzò e andò a frugare in un mobile appena distante.

Tornò con in mano una scacchiera, con tutti i suoi pezzi. Li pulì con la magia e cominciò a sistemarli.
Un attimo dopo, Remus si mise ad aiutarlo.

Prepararono la scacchiera e si misero a giocare.

Sirius era sempre stato troppo impulsivo negli Scacchi, fin da quando erano piccoli. Remus si ricordava di tutte le partite vinte per aver sfruttato questo suo punto debole, questa crepa nella muraglia.
Sacrificava i pezzi senza pensarci troppo, e spesso finiva col rimanere con troppe poche difese quando si arrivava al culmine della partita.

E così accadde anche quella volta.

«Scacco Matto.»
«Maledizione!»
Remus rise cominciando a rimettere a posto i pezzi della scacchiera.
«Li sistemi tu? Io voglio andare a mangiare qualcosa in cucina...»
«Vai pure» gli rispose Remus «Qui finisco io.»

Sirius si alzò, uscendo dal salotto, scenario di tutte le "avventure" che si vivevano a Casa Black.

Remus aveva appena finito di riordinare, quando sentì una mano sfiorargli la spalla.
Si girò di scatto, trovandosi davanti il viso di Tonks.
Lei gli sorrise, poi si sedette nel posto dove prima era seduto Sirius.

«Facciamo una partita a Dama?»
Remus sollevò un sopracciglio.
«Dama?»
«Sì. Hai mai giocato alla Dama Italiana?»
«No, ma se è italiana deve essere divertente per forza.»
Tonks lo guardò senza capire.
Lui scrollò le spalle e disse semplicemente:
«La Nutella era buona.»
Tonks scoppiò a ridere, e i suoi capelli divennero biondo chiaro, enfatizzando i suoi occhi marroni. Per l'ennesima volta, Remus si perse ad osservarli. Non ne capiva il motivo: cos'era che ammirava in quegli occhi? Cos'era che li rendeva così belli, così speciali? Cos'era che lo attirava a quel modo?
Se lo chiese, ma come al solito non ebbe risposta.

Tonks gli spiegò le regole. Quel gioco era molto diverso dagli Scacchi, ma le regole sembravano più facili, almeno a prima vista.
Tonks lasciò a Remus i bianchi, che nella Dama iniziavano sempre per primi.

Remus era cauto a giocare, e per essere la sua prima partita, giocava davvero bene.
Si vedeva che, almeno a scacchi, era un ottimo giocatore.

Qualche mossa mise persino in difficoltà Tonks, ma nessuna di queste era una difficoltà "seria". Era più veloce di Remus a giocare, ma questo non significava che pensasse poco alle sue mosse, tutt'altro: era senz'altro una giocatrice esperta, che congegnava le sue mosse da vero maestro.

Non le ci volle molto a fare la prima Dama. Remus ricambiò un attimo dopo, ma non riuscì a controbattere dopo la seconda e la terza Dama di Tonks. Resistette per quanto possibile, finché non venne accerchiato completamente dalle doppie pedine di Tonks.

La sua ultima pedina fu impossibilitata ad eseguire mosse, e perciò la partita si concluse con la vittoria di Tonks.

«Sai» fece la ragazza al mago «Mio padre dice sempre che il carattere di una persona si può definire da una partita a Dama o a Scacchi, ed è ancora più facile se questa è la prima partita in assoluto della persona in questione. Tu sei calmo e intelligente. Ragioni sempre, anche quando la mossa ti sembra semplice. Cerchi altre soluzioni. Ed è così anche nella vita reale.»

Lo guardò, e negli occhi aveva qualcosa di nuovo, quasi ammirazione pura. La stessa che aveva Remus, ogni volta che la guardava.

Restava soltanto una cosa da fare.
Stese in avanti una mano. Remus gliela afferrò e gliela strinse.
«Grazie per la partita.»

Eccomi di nuovo qua con il capitolo, dopo aver finito le vacanze ed essere di nuovo nella ridente cittadina di Santa Croce sull'Arno, che non dico sia dimenticata da Dio solo perché contiamo ben tre chiese.
Per chi non lo sapesse, questo paese è in provincia di Pisa, che se ne sta in Toscana con la sua bella Torre Pendente.

Visto che ho ancora nostalgia delle vacanze, sappiate che questo capitolo è ispirato ad un mio amico del mare, che ha 13 anni ed è Campione Nazionale Juniores di Scacchi, ed un fanboy fissato con Harry Potter con una madre fissata con Harry Potter.

Gli dedico il capitolo di questa storia anche perché i suoi genitori hanno una differenza di età persino maggiore di quella che c'è tra Remus e Tonks, e sono felicemente sposati😋💖
(E perché li shippo)

Finito il momento per le dediche, vi ringrazio per voti e visualizzazioni (anche voi lettori silenziosi, badate), come sempre.
Moro

13 Anni - Remus e TonksWhere stories live. Discover now