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Song for the chapter:

When it's all over - Raign.

Appena arrivo al Mental Institution non incontro Jason come tutte le mattine. Ho provato a chiamarlo infinite volte, ma mi risponde sempre: 'Ciao, sono Jason. Se non ti rispondo è perché sono occupato o dormo. Lasciate un messaggio'.

Decido di non insistere più. Forse ha il telefono spento o silenzioso. Anche se è strano. Molto strano. Dal suo comportamento così strano di ieri sera in macchina, il mio cervello inizia ad elaborare delle motivazioni che spieghino la causa del suo temperamento, tuttavia decido di lasciare perdere. Non voglio frullarmi il cervello di incertezze. Ne ho già abbastanza.

Ma la sua assenza mi fa solo insospettire di più.

-Hey,Bella. Cosa sono quegli occhi così pensierosi?- la voce di Allyson mi fa tornare alla realtà.

Rimango per qualche secondo imbambolata, non sapendo se parlargliene o lasciare perdere. Ma forse lei sa qualcosa. Forse riuscirà ad aiutarmi a risolvere questo enigma.

-Oh,nulla. Per caso hai sentito Jason?

-No,perché? E' successo qualcosa?- domanda, accigliata.

Prendo un lungo respiro, per poi riprendere a parlare.

-Ieri sera si è comportato in modo molto strano non appena gli ho detto il nome del nuovo paziente. E sono preoccupata per lui, perché non mi risponde a nessun messaggio o telefonata.- Riassumo in breve.

Mentre racconto a Allyson l'accaduto, noto come la sua espressione cambia ogni secondo. Prima accigliata, poi sorpresa, scioccata, ed infine nervosa. Noto come inarca le sopracciglia, come assottiglia gli occhi come per assimilare ogni singola parola di ciò che le sto dicendo.

Riesco a capire i pensieri di una persona o le sue paure, osservando attentamente il linguaggio del corpo. Perché il corpo parla, solo che noi non ce ne accorgiamo mai. Possiamo impedire alla bocca di parlare, ma non al corpo.

-Non saprei come aiutarti Bella, mi dispiace. Non so perché mai Jason si sia comportato in quel modo.- risponde, deviando il mio sguardo.

-Tu pensi che si conoscano?- insisto.

-Jason e un criminale? Non credo proprio. Forse ti stai solo confondendo. Aspetta un po' prima di arrivare ad una conclusione affrettata.- mi rassicura.

-Già, forse hai ragione. Forza, mettiamoci al lavoro prima che venga Ms.Wright e ci trovi a fare un bel nulla.- esclamo, per poi dirigermi verso l'elenco per vedere a chi devo visitare.

-ROSE PARKER - stanza 65.

-JAMES GRAY - stanza 111.

Rimango stupita.

Come mai Ms.Wright mi ha assegnato solo due pazienti? So che d'ora in poi il nuovo sarebbe sempre stato segnato nell'elenco, ma gli altri? Tuttavia so che con Rose non sarebbe stato affatto facile, anzi, sarebbe stato come visitare cinquanta pazienti alla volta.

Decido di iniziare prima con Rose, essendo la prima segnata.

Come tutte le mura di questo istituto, quella di Rose è piena di graffi, alcune scritte con il sangue . Mi ha sempre messo i brividi entrare qui dentro: è come essere circondata dal male, sovrastata dall'inquietudine e dalla paura.

Rose è seduta a terra con le gambe divaricate, mentre continua a graffiare le mura con le unghie e a parlare tra sé, sorridendo. È una donna di 38 anni, giovane, ma con gravi problemi. Ha annegato i suoi due figli, per poi soffocare il marito mentre dormiva. Mi chiedo ripetutamente il motivo di queste azioni, ma neanche lei lo sa. Ogni volta che glielo chiedo risponde: "Così mi hanno detto di fare. Loro volevano che lo facessi e io l'ho fatto."

𝐊𝐫𝐲𝐩𝐭𝐨𝐧𝐢𝐭𝐞 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora