Capitolo 34 - Ricordi.

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Restammo lì, in mezzo al corridoio a baciarci, per pochi minuti, fino a quando Rosa non si sentì ancora più debole e quasi cadde a terra. Io la presi subito mettendole le braccia intorno alla vita e piegandomi di scatto sulle ginocchia.
«Ehi, che ti prende?» le chiesi con un tono decisamente preoccupato, mentre tentai di rimetterla in piedi.
«Mi gira un po' la testa...» commentò lei con un piccolo sorriso poggiandosi una mano sulla fronte.
«Ce la fai a camminare?» continuai io poggiandomi l'altra sua mano sulle spalle.
«D-dovrei farcela...» rispose lei provando a fare un passo verso la mia stanza, ma le sue gambe non riuscirono a reggere il peso del suo corpo e si piegò di nuovo in avanti, sempre con me che continuavo a tenerla stretta.
«Dai, vieni qui...» dissi io facendola alzare di nuovo.
Le misi un braccio dietro la schiena, poco più in basso delle spalle, poi mi piegai sulle ginocchia e l'altro braccio glielo misi dietro le gambe. Sapevo di non avere così tanta forza, spesso mi lamentavo persino del peso di Mattia, ma provai a non pensarci e a raggruppare tutte le mie energie nelle braccia. Con un po' di fatica alla fine riuscii a prenderla in braccio e a mettermi diritta.
«Lascia perdere, lasciami a terra, si vede che non ce la fai!!» commentò lei poggiandomi entrambe le mani dietro al collo.
«Io non lascio perdere proprio un bel niente!!» esclamai col viso completamente rosso, più per lo sforzo che per altro. «Dovevo dare retta a Manuel e andare in palestra una decina di anni fa, a quest'ora sarei forte come She-Hulk!!»
«She-Hulk?!» chiese lei con un tono sorpreso e lievemente ironico.
«Si, Francesca ha più di duecento fumetti, spesso ne leggo alcuni...» le dissi io cercando di respirare a pieni polmoni.
«Beh non sarai forte come She-Hulk, ma sembri resistere bene sotto al mio "possente" peso!!» commentò lei ridendo.
«Non portare sfiga!!» continuai io cercando di muovermi senza farla cadere, ma riuscii a fare solo un paio di passi e poi mi dovetti fermare.
«Dai, fammi scendere...» ricominciò lei seriamente non appena mi fermai.
«No!! Sei la mia donna e quindi, se non ce la fai a camminare da sola, io ti porto in braccio!!» ribattei tirandola un po' su e stringendola più forte a me.
«Ti piace proprio tanto questo ruolo...» commentò ridendo.
Io le feci un sorriso imbarazzato, e ricominciai a camminare. Andai piuttosto lentamente, ma alla fine riuscii ad arrivare nella stanza e poi vicino al letto.
«WoW, meglio di Hulk!!» commentò Alessandra sarcasticamente, mentre lei e Francesca si alzarono in piedi e si spostarono sull'altro lato per farmi un po' di spazio.
«A quanto pare Mattia ha fatto la sua prima vittima...» commentò Daniela ironicamente.
«Già, tra tanta gente ha scelto proprio me...» ribatté Rosa dopo che la lasciai distendere sul letto.
«Ragazze, perché non andate nel salotto a chiacchierare?» chiesi io mettendo un lenzuolo addosso a Rosa, e poi alzando lo sguardo su Francesca e Alessandra.
Entrambe mi guardarono piuttosto confuse, io le feci segno con lo sguardo verso Rosa e Daniela fu la prima a capire tutto.
«Su, dai ragazze, andiamo di là!!» disse voltandosi verso entrambe che si alzarono lentamente.
«N-no, ma non dovete andarvene solo per me, potete anche restare a chiacchierare qui!!» contestò Rosa mettendosi seduta.
«Non preoccuparti, tanto io ero passata solo per un saluto, niente di più...» continuò Daniela sorridendole. «Comunque piacere, io mi chiamo Daniela!!» si presentò lei avvicinandosi al lato del letto su cui era distesa Rosa e le porse la mano.
«Ehm, si... Io mi chiamo Rosa!» rispose lei stringendole la mano con un po' di indecisione.
«Si, so chi sei. Tu sei famosa!!» continuò Daniela sarcasticamente.
«Famosa?! Io?!» chiese Rosa con un tono decisamente divertito.
«Si, nessuno avrebbe mai immaginato che a questa donna piacessero persone del suo stesso sesso...» rispose Daniela facendole segno verso di me. «Se lo avessi saputo ci avrei provato tanti anni fa!!» aggiunse ridendo e Rosa assunse un finto sorriso.
«Si, va bene... Dopo questa bella confessione potete anche andare fuori!!» dissi io poggiando le mani sulle spalle di Daniela, la feci voltare e l'accompagnai fuori prima che dicesse altre stupidaggini.
Alessandra e Francesca mi seguirono subito e Mattia uscì non appena io tornai dentro. Poi chiusi la porta e feci un lungo sospiro.
«È simpatica!!» esclamò Rosa con un tono semplicemente cortese, ma non sembrava essere sincera.
«Non fingere con me, ho capito che non ti piace...» commentai io sorridendole e avvicinandomi lentamente al letto.
«Non sto fingendo, è solo che non mi va che lei dica o pensi certe cose su di te...» confessò non appena mi sedetti accanto a lei. «Tu sei mia e mia soltanto!!» aggiunse guardandomi fisso negli occhi.
«Non ti dimenticare di Mattia, dei miei genit...» dissi io, ma lei non mi fece nemmeno finire la frase che subito mi interruppe.
«Mia!!!» ripeté poggiandomi una mano sul viso.
«Va bene, sono tua, e quindi??» le chiesi io con un tono provocatorio e lievemente ironico.
Lei non rispose, si limitò ad avvicinarsi di più a me, a lasciarmi distendere sul letto e a baciarmi sulle labbra.
«Lo sai che non possiamo farlo...» le dissi pochi istanti dopo, sentendo una sua mano sotto la mia maglia.
«Non ci sentirà nessuno!!» sussurrò lei sorridendo.
«Non mi preoccupo per loro, mi preoccupo per te. Sei ancora decisamente bollente, devi riposarti!» le dissi tentando di dissuaderla da qualsiasi pensiero avesse.
«Va bene, hai vinto tu, ma solo perché continua a girarmi la testa...» commentò lei alzandosi da me e rimettendosi seduta con le spalle contro lo schienale del letto.
«Ti vado a prendere qualcosa di là? Qualcosa di fresco?» le chiesi mettendomi di nuovo seduta accanto a lei.
«Si, dai, un po' di gelato non mi dispiacerebbe... Ho sentito che la tua amica ne ha portato un po'!!» rispose lei con un largo sorriso.
«Ma cosa avete tutti con questo gelato??» le domandai decisamente confusa. «Non state bene, soprattutto tu, scotti quasi più della sabbia al mare di pomeriggio nel pieno dell'estate!!»
«Ma quanto sei poetica, hai pensato a questa metafora solo per dirmi che non posso mangiare un po' di gelato?» commentò lei con un tono palesemente ironico.
«Va bene, vado a prenderti il gelato, basta che poi la pianti di comportarti così!!» le dissi poggiandomi sulle ginocchia e tentando di alzarmi da quel letto, ma Rosa mi prese per un braccio e mi tirò verso di se.
«Com'è che mi starei comportando?» mi chiese con un sorrisetto sarcastico, probabilmente sapeva già la risposta.
«Da bambina viziata!!» esclamai fissandola negli occhi, con un tono particolarmente severo.
«Se tu mi vizi io non posso farci niente, se non assecondarti!!» commentò lei con quel sorrisetto soddisfatto, dando completamente la colpa a me.
«Ok, va bene, niente gelato!!» commentai io con un tono offeso, staccandomi da lei e scendendo poi da quel letto.
«Oh no, dai, e adesso come farò a vivere??» commentò lei prendendomi in giro.
«Piantala, parlo sul serio!!» le dissi fermamente avviciandomi alla porta.
«Ok, va bene!!» continuò lei con quello stesso tono ironico.
«Non cambierò idea solo perché poi tu potresti restarci male!» dissi fermandomi davanti alla porta e voltandomi verso di lei, che aveva ancora quel sorrisetto stampato in faccia.
«Ho capito, va bene, niente gelato. Non importa!!» commentò lei velocemente.
Io feci finta di crederle e uscii fuori da lì, mi avviai lungo il corridoio ed entrai nel salotto, dove sentii un allegro chiacchiericcio. Appena entrai vidi Mattia seduto comodamente sulla sua poltrona, con una bella ciotola di gelato in mano, ma ce n'era molto più sul suo viso e sul pigiama che dentro la ciotola. Alessandra, Francesca e Daniela invece erano sedute sul divano, sempre con una ciotola di gelato in mano.
«Oh ciao Olivia!!» esclamò Daniela appena mi vide entrare. «Ti va un po' di gelato?»
«Un po' si, ma magari posso prenderlo dal viso di Mattia, giusto per non sprecarlo!!» risposi io abbassando lo sguardo su quel piccoletto con la barba al cioccolato.
Tutte e tre si voltarono verso di lui e risero, mentre io presi un tovagliolo inumidito, mi piegai di fronte a lui e gli pulii il viso.
«Va bene che ti mangi il gelato, però potresti almeno evitare di sporcarti il pigiama!» lo rimproverai io con un tono nemmeno troppo duro, non riuscivo ad avercela pienamente con lui, e poi era solo un pigiama, con un po' d'acqua e del sapone sarebbe tornato come nuovo. «Ecco, adesso sì che ti riconosco!!» commentai guardando il suo viso di nuovo pulito, anche se non ero convinta che sarebbe rimasto in quello stato a lungo.
«Grazie!!» esclamò lui con un largo sorriso.
Io gli stampai un bacio sulla fronte, mi alzai in piedi e mi avvicinai al tavolo della cucina. Presi un paio di tazze da un mobile in alto acanto al frigo, presi la vaschetta di gelato che misero nel freezer e con un paio di cucchiaini e un cucchiaio più grande mi voltai di nuovo verso il tavolo, dove c'era Daniela con i gomiti sul tavolo che mi guardava.
«Oh cavolo!!» esclamai io lasciando quasi andare tutto ciò che avevo in mano. «Mi hai fatto prendere un colpo...» aggiunsi poggiando tutta quella roba sul tavolo prima che facessi un casino.
«Scusami...» disse ridendo. «Come sta la tua "amica"?» mi chiese mimando le virgolette con le dita.
«Non è la mia "amica", è la mia donna!!» le dissi copiando il suo gesto.
«Oh, ma davvero?» chiese lei con un sorrisetto ironico. «Un mesetto fa era solo una tua amica, è cambiato tutto così velocemente?»
«Un mese è tanto, e poi può cambiare tutto da un secondo all'altro, figurati in un mese!!» le spiegai io iniziando a mettere un po' di gelato in entrambe le tazze.
«Già... Non dirlo a me...» commentò lei con un tono più cupo, e con uno sguardo particolarmente spento, come se con la testa non fosse lì con me.
«Ehi, va tutto bene?» le chiesi fermandomi per un istante a guardarla.
«Eh?! S-si si, va tutto bene!!» rispose lei abbozzando un piccolo sorriso.
«Non sembra... Con Valentina è tutto a posto?» domandai io cercando di capire quale fosse il suo problema, di solito era sempre allegra e sorridente, in quell'ultimo periodo invece la trovavo sempre con la testa tra le nuvole.
«Si, cioè no, non lo so...» disse lei lasciandosi cadere su una sedia lì vicino e passandosi una mano tra i suoi capelli corti. «Lei dice di volersi prendere una pausa, che non sa più cosa vuole, e io non so cosa fare per farle capire che ciò che vuole è me!!» mi spiegò lei fissando quasi esclusivamente il tavolo mentre io finii di riempire quelle tazze e mi sedetti accanto a lei.
«Magari le serve solo un po' di tempo, sarà un brutto periodo, poi passerà e tornerà da te!» le dissi io provando a farla calmare, ma non conoscevo molto bene la sua storia o Valentina, sapevo solo che stavano insieme da almeno 10 anni.
«Ma a cosa le serve un po' di tempo?? È stata con me per 10 anni, per 9 anni siamo state benissimo, l'ultimo anno è stato un po' burrascoso, ma capita... Con un po' di tempo non fa nulla, siamo state insieme tanti anni, sa benissimo se vuole continuare o meno questa storia! Non può uscirsene con "mi serve un po' di tempo per pensare", così, da un momento all'altro, senza nemmeno una valida spiegazione...» mi disse lei tutto d'un fiato quasi urlando, ma si contenne poiché sapeva che lì non c'eravamo solo noi.
«Senti, non so cosa sia successo tra di voi nell'ultimo periodo, ma penso che dovresti parlarne con lei non con me. Se hai delle domande dovresti farle a lei!» le dissi, e non appena conclusi la mia frase lei si alzò subito in piedi.
«Si, hai ragione!!» esclamò lei allontanandosi da me. «Grazie!» aggiunse passando davanti a quei tre che erano ancora intenti a mangiare il gelato, li salutò e uscì dal salotto.
«Aspetta, non intendevo adesso!!» le dissi, ma lei non mi ascoltò e uscì velocemente da casa.
«Perché se n'è andata?» chiese Mattia un po' dispiaciuto.
«Aveva delle questioni da risolvere...» risposi io alzandomi dalla sedia.
Rimisi la vaschetta di gelato nel freezer, presi quelle due tazze e ritornai nella mia camera. Appena entrai, Rosa si voltò subito verso di me e mi sorrise.
«Non dire niente, ti prego!!» le dissi non appena misi piede in camera.
«Non stavo per dire nulla...» commentò lei con quel sorriso sarcastico che mi fece capire tutt'altro.
«Si, certo...» continuai io ironicamente avvicinandomi al letto e sedendomi accanto a lei. «Tu stavi per dire "Ma tu non eri quella che diceva 'no' al gelato..."»
«E si a valsoia?!» mi interruppe lei, mentre io la guardai per un paio di secondi senza dire nulla.
Sapeva come far diventare le sue battute ancora più squallide, ma forse ero solo io che le davo spunti per dire stronzate.
«Mangia il gelato e piantala con le battute!» le dissi porgendole una delle due tazze.
«Dai, devi ammettere che era bellissima!!» continuò lei ridendo.
«Si, certo, come me appena sveglia dopo una lunga nottata insonne!!» commentai col tono più sarcastico che avevo.
«Allora era più bella di quanto immaginassi...» continuò lei con un tono serio, mentre io abbassai lo sguardo sul mio gelato e iniziai a mangiare silenziosamente.
«Lo sai che sei proprio carina quando ti imbarazzi??» mi chiese Rosa sussurrandomi all'orecchio.
Io continuai a non dire nulla, tentando di fingere che non mi importasse, ma sentii il mio viso diventare particolarmente caldo e capii che non sarei stata una buona attrice. Lei sorrise, mi accarezzò il viso e mi stampò un bacio sulla guancia, mentre poco dopo iniziò a mangiare anche lei il suo gelato. Restammo per pochi minuti in silenzio, mangiammo semplicemente il gelato senza fare altro, anche se io mi sentii particolarmente osservata.
«Ma tu te lo ricordi il nostro primo bacio?» mi chiese non appena posai la mia tazza sul comodino.
«Non è che sia successo così tanto tempo fa...» risposi io voltandomi verso di lei che fece un piccolo sorriso.
«Non parlavo di quel "primo bacio", intendevo il nostro primo vero bacio!!» continuò lei, ma io avevo solo dei ricordi sfocati di quel momento.
«C'entrava il gelato?» chiesi tentando di ricordare.
«Si, è successo prima che trovassimo qualcuno che ci facesse quella foto, e prima ancora che tua madre arrivasse e rovinasse tutto...» rispose lei un po' imbarazzata poggiando la sua tazza sull'altro comodino.
Quando si voltò verso di me notai che aveva una macchia di cioccolato sotto al mento, non era tanto grande, ma mi fece pensare a Mattia. Quei due sembravano davvero molto simili.
«Ricordo solo mia madre che mi portò via, non ricordo quel bacio...» le dissi tristemente, odiavo non ricordare quei momenti passati con lei.
«Va bene, dai, non fa nulla!!» commentò lei con un sorriso, ma sembrava solo dirlo per farmi sentire meglio.
«Si, beh... Comunque ti sei sporcata!» le dissi abbassando lo sguardo su quella piccola macchia.
«Ah si, ma davvero??» chiese lei con un tono sarcastico, come se non mi credesse.
«Si, sotto al mento!» risposi io, ma ogni punto in cui metteva la mano non era mai quello giusto.
Alla fine, dopo tre tentativi andati a vuoto, mi avvicinai a lei e le poggiai una mano sotto la mascella, togliendole quella macchia col pollice.
«Ecco fatto...» dissi alzando lo sguardo sui suoi occhi e in un attimo sentii una sensazione di déjà vu, come se avessi già vissuto quell'istante.
Lei mi sorrise, particolarmente imbarazzata e mi ringraziò, mentre io continuai a restarle particolarmente vicina. Ma lei non era più una donna, era una ragazzina dai capelli corti e una macchia di gelato sulla maglietta. Io mi avvicinai a lei e le stampai un piccolo bacio sulle labbra, niente di particolare, fu tutto piuttosto "casto". Fu un semplice bacio a stampo, niente di nemmeno troppo duraturo, ma fu qualcosa che fece infuriare particolarmente mia madre. Con noi c'era un uomo, quello che probabilmente ci vendette il gelato, e probabilmente fu a causa sua se mia madre non si avvicinò subito. Rosa chiese a quell'uomo di scattarci una foto, con una mia vecchia macchina fotografica che portavo sempre nei viaggi che facevo con i miei, ma dopo quel viaggio a Napoli non ce l'avevo più. Sicuramente ce l'aveva ancora lei. Poi, quando lui rientrò nel suo negozio, mia madre venne velocemente a prendermi per riportarmi all'hotel, anche se Rosa le implorava di lasciarmi andare.
«Mi ricordo...» dissi a Rosa uscendo dai miei pensieri.
«Bene, così non dovrò spiegarti quanto ho odiato tua madre in quel momento...» commentò lei con un lieve tono sarcastico.
«Una piccola percentuale di quanto l'ho odiata io in tutta la mia vita!» ribattei con un tono più serio.

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