Satollo d'idromele giaccio sguarnito
Ebbro e marcio quel fegato malandato
La peste m'ha rubato
Paturnie e madonne assorbite
nel trillo di un castrato che sboccia al lunar
Bubboni clandestini m'hanno ingollato
medici caritatevoli dal becco di corvo, isolato
Or trapasso mero, solitario, questo istante destinato
Gemello di quel giorno
che al mondo m'ha portato.