Capitolo 13

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Theo

La ferita era abbastanza profonda, ma stava iniziando a guarire e comunque il problema in quel momento non era quello.
Mi avvicinai di fretta a Delia che aveva le lacrime agli occhi e la strinsi forte.

"Te l'avevo detto che per causa mia ti saresti fatto male. E questo non è niente, vuole ucciderti ed è tutta colpa mia." iniziò a piangere istericamente sulla mia spalla.

"Non è colpa tua. Adesso andiamo di sopra e ne parliamo meglio."

Lei annuì in risposta, poi mi voltai verso Scott, facendogli un cenno; capì al volo.

"Vai, qui stiamo tutti bene, parleremo domani mattina. Anzi andiamo tutti a riposare, ne abbiamo bisogno." A volte non capivo come Scott riuscisse a mantenere la calma in quel modo, ma forse era proprio per questo che rispecchiava il capobranco perfetto.

Non aspettai oltre e insieme a Delia, salii in camera.
Non era staccata nemmeno per un attimo da me. Sentivo che era spaventata, ma soprattutto percepivo il groviglio di pensieri che aveva in testa.
Ci sdraiammo sul letto, uno di fronte all'altra, guardandoci negli occhi e dai suoi scesero altre lacrime che mi affrettai a raccogliere.
Le accarezzai il viso delicatamente.

"Ho promesso di proteggerti, ma se entrambi abbiamo paura che l'altro si faccia male, rischiamo davvero. Devi fidarti di me.
Come c'è scritto sul libro, con il tempo diventeremo un'unica persona, quindi dobbiamo lavorare insieme, ok?"

La mia mano si era fermata sulla sua guancia e lei ci poggiò sopra la sua, chiudendo per qualche secondo gli occhi.

"Io questo lo capisco, ma non toglie la paura che ho di perderti. Come posso non pensarci?"

"Anch'io ho paura Delia, anch'io ne ho. Ma se mi faccio prendere dal panico, rischio di mettere a repentaglio la tua vita o di perderti; questo non posso permettermelo capisci?"

Delia

Sapevo che aveva ragione, ma non avrei mai sopportatato vederlo soffrire per causa mia. Prima è stato strano. Ho visto qualcuno ferirmi e poi ho visto la ferita su di lui. È stato orribile. E se si trattasse di una ferita più grande, di una cosa più pericolosa? Come farò a stare a guardare?

"Smetti di pensare." sussurò sulla mia bocca e poi la unì alla sua.
Poggiai a mia volta le mani sulle sue guance, cercando di tenerlo il più vicino possibile. Poi mi scansai di botto, vedendo il suo sguardo confuso.

"Devo disinfettare la ferita. Anche se guarirai era abbastanza profonda."

"Non c'è bisogn-" lo baciai velocemente sulle labbra, interrompendolo.

"Ne hai bisogno invece, lasciami fare."
Andai in bagno per cercare delle fasce e del disinfettante: fortunatamente trovai tutto ciò che mi serviva, così tornai in camera, ma ciò che vidi mi lasciò completamente senza fiato.
Theo si era spogliato completamente, restando in boxer, mostrando il suo fisico statuario.
Rimasi incantata come una bambina davanti il suo regalo di Natale.

"Ci sei piccola?" ridacchiò e io arrossii immendiamente, mentre mi avvicinavo per posare l'occorrente sul comodino accanto al letto.
Che figuraccia...
Posò due dita sotto il mio mento, per puntare i suoi occhi nei miei. Erano così chiari e intensi che sembravano trapassarmi.

"Non devi imbarazzanti con me."

Annuii, non essendo in grado di spiccicare mezza parola, scatenando di nuovo la sua bellissima risata.
Lo feci sedere sul letto e mi chinai per arrivare all'altezza della sua gamba.
Presi un panno e lo bagnai con il disinfettante.

"Brucerà probabilmente, sei pronto?"

Lui annuì sorridendomi, così il più delicatamente possibile, poggiai il panno sulla sua ferita. Lo sentii sussultare mentre toglievo delicatamente il sangue dai vari tagli.
Stava già guarendo, ma sarebbe stato comunque meglio fasciargli la gamba.
Così in due minuti circa, mi ero improvvisata medico e avevo fatto una fasciatura niente male.

Mi tirai su, incrociando i suoi occhi.

"Grazie mille piccola, non ho sentito nulla."

Lo guardai, inarcando un sopracciglio.

"Va bene, va bene. Ma solo un pochino, sei stata davvero brava."

Entrambi scoppiammo a ridere, ma quando tornammo seri e i nostri sguardi si incatenarono, sentii il mio stomaco intrecciarsi.

"Vieni qui." il suo tono deciso mi fece venire i brividi mentre le sue mani si posarono sui miei fianchi per attirarmi a lui.
Mi fece sedere su di lui, facendo attenzione alla gamba e passò le sue mani su tutta la mia schiena, provocandomi la pelle d'oca su tutto il corpo.

"È come se non riuscissi a starti lontano." confessò posando le labbra sul mio collo per poi depositare un unico bacio sulla mia pelle sensibile.

Mi avvicinai al suo collo, imitandolo, lasciando un bacio proprio sotto l'orecchio.

"È come se avessi bisogno di te in ogni attimo." risposi.

"Dici che è una conseguenza naturale che dipende dal Legame?" mi chiese.

Lo guardai attentamente: i capelli color cenere, gli occhi azzurri, dolci quanto taglienti, la leggera barba sulle guance, le labbra carnose, la pelle pura, priva di imperfezioni.
Poi lo guardai di nuovo, lo guardai e vidi la persona più dolce e premurosa che ho mai conosciuto. Lo guardai e vidi la persona di cui mi fidavo ciecamente.Vidi la persona per la quale il mio stomanco si annodava e il cuore accelerava.
E no, questo non poteva essere Il Legame, questo lo percepii la prima volta che i nostri occhi si incontrarono.

Non ci fu bisogno di parlare.
Aveva sentito i miei pensieri e soprattutto, sentiva le stesse cose.
Lo baciai in modo quasi violento, tant'era forte il bisogno di sentirlo vicino.
Le mie mani scorrevano sul suo petto, le sue sulla mia schiena.
Non riuscivano a staccarci nemmeno per riprendere fiato.
La nostra pelle si riconosceva.
Dopo quella che parve un'eternità, ci sdraiammo per bene sul letto, separandoci lentamente per poi chiuderci in un abbraccio.
Non saprò mai spiegare la sensazione della sua pelle calda a contatto con la mia.

"Hai bisogno di riposare adesso. Buonanotte piccola." mi lasciò un bacio sulla fronte.

"Buonanotte Theo." mi strinsi forte a lui e chiusi gli occhi, ma nella mia testa frullò un'altra domanda.

"Theo?" sussurrai.

"Dimmi." rispose con lo stesso tono.

"Noi... Ecco... Noi cosa siamo?" mi feci coraggio.

Lui allentò un po' l'abbraccio, prese la mia mano e la posò sul suo cuore.
Andava velocissimo.

"Lo senti?"

Annuii.

"Questo significa che ti appartengo."

E mi lasciò senza fiato.

IUNCTIO Where stories live. Discover now