Il mio risveglio

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-Lucy, alzati!- urla papà dal piano di sotto.
Infastidita, mi giro dall'altra parte del letto mi copro con la coperta. Non ho per nulla voglia di alzarmi.
-Sorellina, alzati o faremo tardi a scuola.- Doug entra in camera mia con ancora il pigiama addosso.
Borbotto qualcosa di incomprensibile e metto la testa sotto il cuscino.
-Sorellina, non fare sempre così. Va a finire che anche quest'anno arriveremo in ritardo e io avrò la Strozzi alla prima ora che mi strozzerà.- scoppia a ridere.
Ogni anno fa sempre questa battuta: Strozzi...strozzerà... roba da manicomio.
-Ancora cinque minuti.- mormoro.
-Dici sempre così, ma alla fine i cinque minuti diventano mezz'ora...- rimango zitta.
In fondo ha ragione...
Non ho ancora intenzione di alzarmi, anche adesso che è arrivato papà ad aiutare Doug.
-Signorina, è ora di alzarsi.- dice severo. Ovviamente lo ignoro.
-Papà, si fa il piano B come sempre?- domanda allora mio fratello.
-Piano B sia.- risponde l'altro.
Oh no. Non il piano B!
Prima che potessi alzarmi di mia volontà, cado giù dal letto per colpa di quei due che hanno alzato il materasso. E mentre mi massaggio il mio povero sedere, quelli se la ridono ovviamente divertiti dalla scena come ogni volta. Detesto quando fanno così.
Ma cerco di vedere il lato positivo come sempre: ora posso fare l'offesa con loro. Quando faccio l'offesa fanno di tutto per farsi perdonare. Per questo sono i miei due uomini preferiti...
Ignorando le loro risate, mi alzo da per terra e mi dirigo in cucina al piano di sotto.
-Sorellina, non te la sarai di nuovo presa?- mi chiede quell'idiota di mio fratello. Gli voglio bene, ma è proprio un idiota...
Ignoro la sua domanda e vado a prendere i miei cereali.
-Sorellina?-
Mi verso i cereali nella mia ciotola viola, con le margherite, col latte.
-Lucy non te la prendere. Siamo stati costretti.- entra in gioco papà.
Una volta finita la mia colazione mi alzo e vado verso il bagno. Quando sto per entrare, delle mani mi bloccano e mi trascinano verso il divano.
-Ti prego perdonaci, Sorellina.- mi prega Doug.
-Lo sai che non sopportiamo quando ci ignori.- aggiunge papà.
Entrambi mi stanno abbracciando seduti sul divano.
Sto zitta anche se ogni volta che mi abbracciano così tutte e due, mi sciolgo. Sono troppo adorabili quando mi fanno le coccole.
-Allora ci perdoni?- mi fa gli occhi dolci Doug. Ha i miei stessi occhi castani e i miei particolari capelli. Si capisce subito che siamo fratelli. Probabilmente abbiamo preso questi tratti da un lontano parente, anche perché ho visto una foto della mamma e lei non è rossa. Aveva i capelli biondi con gli occhi verdi. Papà invece è castano con gli occhi marroni.
-Lucy?- mi richiama dai miei pensieri il mio fratellone.
-Mh?-
-Ci perdoni?-
-Solo se stasera andiamo a mangiare da John e mi fate prendere tutto quello che voglio.-
Loro si guardano ormai rassegnati: ho un certo potere su di loro e non mi dispiace per niente.
-Va bene.- acconsente papà.
Li abbraccio anch'io e ci buttiamo sul divano stretti stretti.
Tralasciando i loro stupidi piani B, adoro i miei risvegli.

MagiaWhere stories live. Discover now