Non lasciare che ti trattino in quel modo

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Sono nascosta sulle scale antincendio dietro scuola quando Logan mi trova. E dire che avevo fatto di tutto per camuffarmi e non farmi trovare da nessuno. Avevo pure sperato di rendermi invisibile con la forza del pensiero o che so io, ma evidentemente non ha funzionato. Con la testa china e raggomitolata nel mio maglione nero leggevo in santa pace un libro circondata dal silenzio interrotto solo qualche volta dal rumore lontano delle macchine. In questo periodo dell'anno quasi nessuno esce fuori in cortile alla pausa pranzo e io ne ho approfittato.
È tutta la mattina che cerco di evitare tutti e di confondermi tra la folla. A casa ho evitato mio fratello a colazione e sono uscita presto, a scuola ho evitato Emily e James e durante le ore di lezione ho evitato di parlare e guardare Andrew. Filava tutto liscio fino ad ora. Mi ero dimenticata di Logan.
Dovrei cambiare identità mi sa...
-Ti ho trovata finalmente- mi dice guardandomi dall'alto verso il basso e incrociando le braccia.
Sollevo lo sguardo ma non dico nulla. Vorrei scappare ma mi acchiapperebbe subito per la mia scarsa agilità e velocità. L'unica opzione è ignorarlo; non ho intenzione di parlare con lui. Torno a leggere facendo finta di non averlo visto, sperando che abbia poca pazienza e si stufi presto.
-Dobbiamo parlare- continua
-perché continui ad evitarmi?- non lo guardo e continuo a rileggere la stessa frase da un po', non riesco comunque a concentrarmi con lui qui.
-Ascolta, volevo parlare di quello che è successo con le rose...- si interrompe e vorrei tanto sapere che espressione abbia in questo momento, ma la mia cocciutaggine mi fa continuare la mia sceneggiata. Un po' infantile lo ammetto.
Senza che me ne accorgessi il libro mi viene strappato dalle mani in maniera brusca. E no. Nessuno tratta così i miei tesori. Mi alzo di scatto e lo guardo negli occhi arrabbiata; tiene il libro in una mano alzata sopra la testa, cioè molto in alto per me.
-Ridammelo subito- pretendo guardandolo male.
-Riprenditelo allora- ghigna maligno tenendo sempre in alto il braccio. Se crede che mi metterò a saltellare come un'idiota si sbaglia di grosso.
-Potrai riavere il tuo stupido libro dopo avermi ascoltato- dice dopo aver visto che non ho intenzione di fare nulla. Sospiro e incrocio le braccia. Non ho altra scelta.
-Da un sacco di giorni voglio chiarire con te un po' di cose, ma non c'è mai stata l'occasione giusta. Anzi, non mi hai mai dato tu l'occasione giusta- alzo gli occhi al cielo battendo il piede a terra per fargli capire di sbrigarsi e che mi sto innervosendo -Volevo dirti che mi dispiace per quello che ho fatto, o meglio, che abbiamo fatto io e i miei amici con tutta la questione delle rose...-
-Non devi dire a me queste cose, ma alla preside-
-Sì lo so, ma... volevo farti sapere che... sono, cioè siamo pentiti. Non faremo più robe del genere, te lo assicuro- la sincerità nella sua voce mi sorprende e mi commuove facendomi rilassare le spalle e facendomi smettere di guardarlo male.
-Un nuovo mazzo di fiori è già nell'ufficio della preside al posto di quello che abbiamo bruciato...-
-Ma avete confessato tutto?-
-Ehm... sì sì certo...- lo guardo malissimo -Ok... beh... ho confessato solo io-
-Ma non sei stato solo...-
-Lo so e non è vero che anche gli altri sono pentiti... in realtà non frega niente a nessuno di loro. Sono stato io a sistemare tutto con le rose e la signora Wal...- distoglie lo sguardo e distratto abbassa leggermente il braccio tanto basta per riprendermi il libro. Mi guarda con gli occhi spalancati e con la mano ancora aperta a mezz'aria.
-Ti ha punito?- scrolla le spalle e si mette le mani in tasca.
-Ha apprezzato la mia sincerità e il nuovo mazzo di fiori e mi ha solo detto di venire per due settimane anche il sabato a fare dei lavoretti-
-Ah... ti è andata anche piuttosto bene. Hai proprio degli amici di merda-
-Sì è vero- scoppia a ridere -non ci parlo più molto da quando ho detto loro quel che penso...-
-E non ti mancano?- provo a chiedere. Insomma non so niente di lui, ma normalmente queste cose non fanno sentire bene una persona.
-Non lo so. Non più di tanto. Non eravamo poi così tanto legati...- fa il distaccato anche se so che nelle sue parole c'è anche un fondo di bugie.
-E ora? Non hai altri amici qui?- ora che ci penso, le volte che lo vedevo stava sempre con quei tipi ma ora?
-Non sono venuto da te per parlare di questo- taglia corto sbuffando.
-Va bene! Scusa se mi sono preoccupata per te. Allora non hai nient'altro da dirmi? Perché la pausa è quasi finita e io non ho ancora finito il capitolo...-
Il suo viso si addolcisce alle mie parole e parla più dolcemente
-Grazie per la tua preoccupazione, ma non devi averla. Davvero. Volevo anche darti un consiglio-
Lo guardo incuriosita: che consiglio potrebbe mai darmi un tipo come lui?
-Fatti crescere le palle-
-Eh??- cosa?
-Voglio dire... non lasciare che ti trattino in quel modo. Parlo soprattutto dei due fratelli più stronzi della scuola, ma anche di qualsiasi altra persona. Non sopportare le loro stronzate in silenzio e reagisci. Fai vedere che sei superiore e che non hai paura di loro, anche se ce l'hai. Non devi mai mostrare le tue debolezze così facilmente agli altri, o per te sarà finita- sono commossa e piacevolmente stupita. Chi l'avrebbe mai detto che Logan Perskin potesse dire queste magnifiche perle?
-Non è così facile come la fai intendere tu. Io non ho un carattere forte che potrei utilizzare contro di loro. Tutti loro sono i predatori e io la preda, e le prede hanno sempre paura...-
-Mi permetto di contraddirti su questo. Non hai avuto paura quando ti sei messa contro una banda di teppisti tempo fa. O sbaglio? Non hai avuto paura a dirci che eravamo dei cretini sul tetto della scuola-
-Ti sbagli, sì. Avevo paura. Un sacco paura-
-Ma non l'hai dato a vedere!- sembra esasperato -È questo il punto! Non ti sei dimostrata debole davanti a noi e ci hai sorpresi tutti. Dovresti fare la stessa cosa con i bastardi che credono tu sia inferiore a loro-
-Ti ripeto che non è così facile!-
-Ma con me e gli altri lo è stato almeno un po' allora!-
-Ma era diverso...-
-In cosa era diverso? Non dirmi che temi più Emily e James che me e il mio gruppo... perché siamo molto più pericolosi di quelle teste vuote...-
Quello che dice è vero: Logan ha più cervello di quei due e sarebbe più perfido. Ma allora perché non riesco a reagire contro di loro come ho fatto contro Logan?
-Probabilmente non ho ragionato in quel momento. Ero solo arrabbiata...-
-Ecco. Hai un sacco di rabbia repressa dentro di te che aspetta di venire fuori. E puoi farlo quando ci sono loro due per esempio. Senti... lo so che così di punto in bianco sia difficile per te, ma se vuoi posso... beh... che ne so... essere lì con te quando questo accadrà, così non sarai da sola...- un Logan imbarazzato mi mancava. Comincia a guardarsi intorno e a grattarsi la testa. Io invece non so che dire, di certo non me lo aspettavo così premuroso nei miei confronti.
-Sono un caso disperato, Logan. La mia salvezza è sperare che gli anni delle superiori finiscano in fretta. Mi dispiace ma è così. Però apprezzo molto le tue parole. Grazie...-
Solleva le braccia sconsolato e con una smorfia in faccia.
-Devi farti rispettare. Perché la tua testolina rossa non riesce a capirlo?-
-Fidati, avresti perso la pazienza piuttosto in fretta con me...-
-Questo non puoi dirlo tu- non rispondo perché sono troppo concentrata a fissarlo. La sua determinazione mi rende confusa: perché mai vorrebbe aiutarmi? Che gli è successo o cosa gli ho fatto?
Sto per chiederglielo quando cambia l'argomento della nostra strana conversazione.
-Ci vai alla festa della scuola venerdì sera?-
-Non credo...- abbasso la testa e mi guardo le scarpe. Non so perché, ma mi vergogno.
-Dovresti venirci...- è l'ultima cosa che mi dice prima di andarsene al suono della campanella che segna la fine della pausa pranzo.

MagiaWhere stories live. Discover now