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I lavori al bar erano ufficialmente finiti.

Claudio era molto soddisfatto, il bancone nero come piaceva a Mario , i pavimenti lucidi perché riflettono la luce, le pareti a strisce orizzontali perché fanno sembrare il locale più ampio.

Avevano dovuto rimandare l'inaugurazione, per un problema con le luci che era stato prontamente risolto, che ora era prevista tra due giorni.

Erano stesi sul divano si erano appena donati il loro amore.

Claudio era steso sotto e Mario gli era praticamente spalmato addosso con la testa sulla sua spalla mentre percorreva con l'indice i contorni di ogni tatuaggio fissato indelebilmente sulla sua pelle.

" Questo " True friends stay forever".

" Questo l'ho fatto pensando a Paolo. Ti racconto una cosa che non sa nessuno a parte Paolo e i suoi genitori." Mario lo guardò incuriosito.

Claudio prese un respiro profondo " Quando i miei genitori sono morti avevo 15 anni"

" 15 anni?" lo interruppe sorpreso Mario.

" Si. Ma fammi continuare ok? Sono finito in una casa famiglia e Paolo ha combattuto per me. Ha chiesto ai suoi genitori se potevano fare qualcosa per tirarmi fuori da quel posto. I signori Pini hanno fatto richiesta per il mio affidamento e dopo circa un anno sono andato a stare da loro"

" Paolo è un amico meraviglioso non voleva perderti. Forse aveva paura che ti avrebbero dato in affidamento e ti avrebbero portato via da lui" constatò il moro, ma non immaginava assolutamente quanto quelle parole fossero lontane dalla realtà.

" Non lo ha fatto per quello" e Claudio ripensò a tutto quell'anno, a tutti gli insulti, agli scherzi, alle botte che si era preso solo per essere gay.

" E perché allora?"

" Perché in quel posto gli altri ragazzi mi picchiavano. Ma non ti dirò altro perché oggi "solo cose belle " ricordi?" Mario capì che Claudio non fosse ancora pronto ad affrontare quel discorso come non lo era per parlargli dei genitori.

" Ok ok allooooora questo. La rosa rossa"

" Era il fiore preferito di mia mamma". Claudio si estraneò per un secondo.

" Hey tutto bene?"

" Mario domani torno a Verona" Mario si alzò di scatto e si mise seduto per guardare Claudio dritto negli occhi.

" Cosa?"

" Tranquillo non penso di restarci" si alzò dal divano si infilò i pantaloni della tuta di Mario che erano sul pavimento e si portò alla finestra. Guardava la strada dove scorrevano centinaia, migliaia di macchine.

" In un giorno posso andare e tornare ed essere qui per l'inaugurazione di dopodomani" Mario si avvicinò e lo abbracciò da dietro portando le mani sul suo petto nudo e poggiando il mento sulla sua spalla.

" Perché ora?" Claudio si girò leggermente e sorrise al suo uomo che lo avvolgeva per difenderlo da quel dolore che sapeva essere presente dentro di lui.

" Perché dopodomani il mio sogno diventerà realtà. Quale momento migliore per" si interruppe, raccolse quell'unica lacrima che gli rigò il viso e si girò tra le braccia di Mario.

Si poggiò con la fronte sulla fronte del moro e ad occhi chiusi disse " Verresti con me?"

" Io verrei ovunque con te lo sai" e lo baciò dolcemente sulle labbra , Claudio aprì gli occhi e mostrò a Mario tutto il dolore che si celava dentro di lui.

Era indifeso, senza barriere, fragile, i ricordi stavano percorrendo ogni millimetro del suo essere.

" Voglio andare a trovare i miei"

" Lo avevo capito" e Mario lo strinse più forte.

Claudio si lasciò andare in un pianto silenzioso che raccontava tutto il dolore di quella perdita, di una vita vissuta completamente da solo, gli restavano solo i ricordi sbiaditi dal tempo passato, non avrebbe avuto più momenti da condividere con loro e quei pensieri trasformarono quel pianto in un fiume.

Le lacrime non accennavano a fermarsi e il corpo di Claudio era abbandonato completamente a quello di Mario, non aveva nemmeno la forza di sorreggersi, se Mario lo avesse lasciato sarebbe caduto e non si sarebbe più rialzato.

Ma Mario era lì, forte per entrambi, ad accogliere un po' del dolore di Claudio per poterne portare un po' sulle sue spalle alleggerendo il fardello che fino a quel momento aveva portato da solo, aspettando la persona giusta per condividerlo.

Aveva scelto lui, aveva scelto Mario per portare un po' di quel dolore che non era riuscito a condividere con nessuno prima di lui, nemmeno con Paolo.

Mario era la persona giusta, la sua persona.

Lo aveva capito sin da subito e quel silenzio e quell'abbraccio glielo confermavano, il fatto che non lo avesse mai forzato per sapere lo confermavano, il fatto di accogliere un po' del suo dolore lo confermava.

" Allora mi accompagnerai?" chiese appena il pianto si calmò.

Mario allentò un po' l'abbraccio senza lasciarlo, solo per poterlo guardare negli occhi, con il pollice della mano destra tolse le lacrime ancora presenti sul suo viso e gli sorrise.

" Non ti lascerei mai solo in questo viaggio che la vita ci sta regalando. Io sarò al tuo fianco ogni volta che me lo chiederai o ne avrai bisogno. Siamo soli Claudio, io e te in modi diversi, siamo soli. Tu ora sei la mia FAMIGLIA "

"Anche tu sei la mia"

"Anche tu sei la mia"

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DOMENICA IN FAMIGLIA

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Ciao a tutti❤
Vorrei fare una dedica speciale.
Questo capitolo lo dedico a Vale💛
Tu hai raccolto un po' del mio dolore quando ti ho raccontato e per me sei un po' "LA MIA DOMENICA IN FAMIGLIA" ti voglio bene.

BoxingWhere stories live. Discover now