Capitolo 2

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            "Perché oggi sei tornata un'ora più tardi?" mi chiede mio fratello Tyler appoggiandosi allo stipite della mia porta.


             Lo guardo e mi mordo il labbro. "Sono uscita con Melody" mento facilmente.


             "Oh, d'accordo" risponde Tyler credendo alla mia bugia.


              Gli rivolgo un piccolo sorriso tirato mentre lui si volta e si allontana. Non posso dire né a Tyler né ai miei genitori dell'ora di punizione. Se i miei genitori lo scoprissero sarei morta, si vergognerebbero così tanto se la loro figlia perfetta fosse messa in punizione. Sono già soggetta a troppa pressione da parte dei miei genitori, vogliono che abbia voti perfetti e che ottenga una borsa di studio in un fantastico College. Io faccio del mio meglio per soddisfarli, ma non sembra essere mai abbastanza.


              I miei genitori sono perfezionisti, per così dire. Vogliono che sia la figlia perfetta e che faccia tutto nel modo giusto, il che mi stressa molto. Mamma e Papà riescono ad essere molto severi. Quando Tyler era all'ultimo anno delle superiori stava per essere bocciato ed i miei genitori gli hanno veramente fatto passare un brutto periodo dicendogli che se non avesse riparato la sua situazione l'avrebbero cacciato di casa. E non stavano scherzando.


             Ne rimasi terrorizzata. E se non riuscissi a soddisfare le loro aspettative? E se andassi male a scuola e non riuscissi ad essere ammessa in una buona Università? I miei genitori ne rimarrebbero così delusi. Tutto ciò che voglio fare è provar loro che sono intelligente e che posso provare a fare ciò che loro vogliono che io faccia. È il pensiero del fallimento che mi spaventa. Non voglio che loro si vergognino di me.


             Sospiro mentre mi preparo per andare a lavorare. Faccio la cameriera in un piccolo diner, come impiego mi basta in quanto studente delle superiori. I miei genitori ritengono che io non debba lavorare per focalizzarmi sulla scuola. Mi hanno anche detto che ho già abbastanza soldi – dato che sono così 'ricca' – ma non mi importa. Solo perché i miei genitori sono facoltosi, non significa che io non debba lavorare. Se tutti gli altri teenager lavorano, perché non posso farlo anche io?


             Mi guardai allo specchio una volta indossata la divisa, che consiste in una Polo bianca e shorts di jeans a vita alta. Raccolsi i capelli sulla spalla destra e li acconciai in una treccia a spina di pesce, poi indossai le mie Converse blu scuro ed uscii dalla mia stanza e poi giù dalle scale.


             "Vado a lavoro!" annuncio dirigendomi verso la porta.


            "'kay" risponde Tyler.


             Entro nella mia Nissan rossa e mi dirigo verso il Debbie's Diner, è un bel posto. La proprietaria, Debbie, è deceduta due anni fa, ed ora il locale è gestito sua figlia ventisettenne Dina. Lavoro qui da un anno e mezzo ed è un ambiente molto accogliente. Parcheggiai ed entrai nel locale constatando la presenza di poche persone perché non era ancora l'ora di punta. Mi accolse Melody che lavorava qui a sua volta.


             "Hey dolcezza", sorride. "Com'è andata punzione?"


Teenage Dirtbag |ITA|Where stories live. Discover now