Capitolo 42

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Sono come paralizzata. Non so cosa fare e non riesco a pensare lucidamente. Nelle mie orecchie c'è solo il rumore di quegli spari e nei miei occhi l' immagine di quella figura per terra. Se resto qui potrebbero trovarmi e farmi del male, ma se vado via porrebbero vedermi e spararmi. In ogni caso sarei spacciata.

Ricordo che nel corridoio vicino c'è la sala dei monitor, dove le telecamere di sorveglianza proiettano tutte le immagini di ogni stanza. Devo andare lì, devo capire cosa sta succedendo e sevo aiutare come posso. Prendo un bel respiro e apro leggermente la porta.

In corridoio c'è solo il corpo. Apro un altro po' ed esco. Mi avvicino alla figura. Nell' istante in cui la raggiungo, il mio cuore si fa in mille pezzi. Immagino solo come sarà non vedere più il suo sorriso che mi augura sempre un buongiorno, come sarà non sentire più la sua voce o ricevere i suoi abbracci nel momento di difficoltà. È il corpo di Maria ad essere steso per terra e privo di vita.

Cerco di sentire il polso, nella speranza che ci sia un minimo di battito, ma nulla. Il suo sguardo è fisso sul soffitto e senza vita,così le chiudo gli occhi e le auguro un buon viaggio verso il paradiso, perché lei lo merita tutto.

Un rumore mi allarma, così con un balzo mi allontano da Maria e mi nascondo. Vedo l' ombra di qualcuno e per timore di essere vista, scappo senza farmi sentire. Gli anni in questa struttura hanno fatto si che conoscessimo ogni angolo e scorciatoia.

Trovo la sala monitor e con rammarico, capisco in breve tempo di avere ragione, dei tizi hanno delle pistole in mano e uno di loro è proprio il ragazzo incappucciato che avevo incontrato poco prima. Mi si gela il sangue alla sola idea di aver sfiorato un pazzo terrorista.

Oltre a loro, sugli altri schermi, posso notare che ci sono una serie di corpi in numerose altre stanze. Cerco di capire se qualcuno si stia muovendo, ma sono tutti immobili. Decido che è meglio scappare, ma nel momento in cui distolgo lo sguardo, con la coda dell' occhio, percepisco un leggero movimento di uno dei corpi.

La stanza la riconosco bene, è una di quelle dove è conservato il materiale monouso, che purtroppo è una delle più lontane. Ormai non rifletto più e come una saetta, mi dirigono nel corridoio, verso la via che ritengo più veloce e sicura. Purtroppo non posso essere certa di quanti folli armati ci siano in giro, quindi devo fare attenzione.

Svolto il primo angolo e non trovo nessuno. Poi svolto il secondo e ancora niente, ma al terzo il respiro si ferma, qualcuno mi tira per una spalla e mi tappa la bocca.
-" shhhhhhh! Sono tranquilla, non sono una di loro. Se ti libero, giuri di non urlare?" annuisco. " I-io sono una delle infermiere del piano di sopra..."
-" Piacere, io lavoro qui, mi chiamo Valeria."
-" Giulia. "
-" Giulia, ma tu stai sanguinando!"
-" Si, uno dei proiettili ha rimbalzato e mi è finito dritto dritto nella coscia..."
-" Lascia che dia un' occhiata."
-" Ahia!"
-" Non è grave, l' unico problema è che non c'è foto di uscita, dobbiamo toglierlo prima che faccia infezione."

Prima che Giulia possa rispondermi, entro nella stanza accanto dove c'è un kit di primo soccorso. Torno da lei, la faccio sedere e strappo il pantalone. Bagno la gamba con abbondante fisiologica e poi le faccio stringere un asciugamano tra i denti.
-" Giulia. Qui non c'è anestesia e io devo togliere il proiettile. Stringi questo tra i denti e cerca di urlare il meno possibile."
-" O-ok...sei sicura?"
-" Si, devo farlo."

L' infermiera esegue i miei ordini, ma quando con un piccolo strumento entro nella sua gamba, le sue urla sono inconfondibili. Cerco di fare il prima possibile e per fortuna estraggo il proiettile intero. Cerco di fasciarla come meglio posso, ma nulla sembra tenere.

Improvvisamente ricordo di indossare una canotta elasticizzato. Me la sfilo e metto uno dei camici che ci sono nella stanza. Finalmente la fasciatura tiene. Sento dei passi avvicinarsi.
-" Giulia! Giulia riprenditi, qualcuno sta venendo, dobbiamo scappare! "
-" no no no!"
-" Invece si..su vieni."
Quasi la trascino e scappando da quei passi che diventano sempre più vicini, raggiungiamo una delle uscite, dove noto che la polizia e altre forze dell' ordine si sono radunate.

Faccio uscire Giulia e la voglia di andare con lei è tanta, ma ripenso a quella persona nella stanza del materiale. Un colpo di pistola ci raggiunge e colpisce il muro alla mia destra.
-" Vale muoviti!" io schivo il colpo ma resto dentro la struttura. " Valeria ti prego andiamo via!!!"
-" Giulia, tu vai, I-io devo aiutarlo..."
-" Aiutare chi? Sono tutti morti, andiamo!"
Un altro colpo viene sparato.
-" Mi dispiace. Cerca di farti guardare la ferita al più presto..."

Chiudo la porta e torno dentro, dove uno dei folli mi sta inseguendo.
-" Brutta stronza! Vieni qua! " spara una serie di colpi.
Corro senza sapere dove andare, fino a quando sbatto contro qualcuno.
-" L' ho presa!!!!!"
Sono bloccata tra le braccia di un secondo uomo armato.
-" Lasciamiiiiii"
-" Ti piacerebbe... Che bel bocconcino! È un peccato tanto spreco no?"
-" Su cretino non ti distrarre..."
-" No, aspetta...questa prima me la sbatto e poi la uccido...stronza..."

I miei occhi si riempiono si lacrime e ormai so di essere spacciata, ma con le ultime forze che mi restano sferro una ginocchiata tra le gambe dell' uomo che mi blocca. La sua pistola cade e anche lui si accascia a terra.

-" Ahiaaaaa! Puttana!!!!!"
-" Vieni qui!!! Ora ti sparo sul serio!"
Il mio primo istinto è di correre, mentre il secondo è di voltarmi verso di loro, ma prima raccolgo la pistola.
Mi blocco, mi giro e chiudo gli occhi. Impugno l' arma e sparo una serie di proiettili, ma nel frattempo anche loro rispondono al fuoco. So che sto per morire.

In tutto quel caos non sento più niente, niente tranne un urlo. Questa voce è inconfondibile. È impossibile non riconoscerla e il cuore inizia a battermi talmente forte da uscirmi dal petto. Prima che io possa aprire gli occhi, mi spinge via, facendomi urtare contro il muro. È come se vedessi tutto a rallentatore e i miei sensi fossero ipersviluppati.

-" Ermaaaaaaaaaaaaaal" è tutto ciò che riesco a dire.
Nonostante mi stia sanguinando la testa per la botta, lo raggiungo carponi. È steso per terra e sta perdendo sangue.
Mi giro verso i carnefici di ciò e noto che sono anche loro per terra feriti.

Raggiungo Ermal, ma quasi non lo vedo a causa delle lacrime.
-" Ermal! ermal ti prego svegliati! Svegliati!!!! "
-" Ehi..."
-" Ehi... Ti prego reagisci."
-" Stai bene?"
-" Ma che dici?! Io si, tu pensa a restare sveglio. " le mie mani iniziano a grondare del suo sangue e anche i miei vestiti. I suoi occhi faticano a stare aperti. " No no Ermal! Non dormire!!!resta con me, resta con me..."
-" Sei così bella....non lasciare che ciò ti rovini la vita. Se devi piangere fallo, ma giurami che poi ti riprenderai."
-" Perché parli come se stessi per morire? Tu non stai morendo!!! Hai capito??"
-" Sono così fortunati ad averti amato..."
Detto ciò chiude gli occhi e sento che il suo respiro si fa più debole.
-" No amore no!!! Ti prego non lasciarmi....Ermal io TI AMO! HAI CAPITO?? NON PUOI MORIRE perché IO TI AMO!!!"

Lui non risponde, così mi accascio su di lui in lacrime, fino a quando dei poliziotti non mi trovano e mi dicono che è tutto finito.

L' angolo di Melissa
Come continuerà? Ehhhh chi lo sa! Ci vediamo al prossimo capitolo... Buon proseguimento fanciulleeeeee😘

Era una vita che ti stavo aspettando-Ermal Meta- Wattys 2017Where stories live. Discover now