Capitolo diciassette.

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'Tranquillo abbiamo preso tutte le precauzioni possibili.'
'No..'
'Ti fidi di me?'
''Mi fido di te, è del mio corpo che non mi fido.'

Il silenzio fu da protagonista per gli ultimi quindici minuti di viaggio. Sara provò a troncarlo iniziando a dire una serie di cose che le piacevano.
'Gli arcobaleni, il mare, la pioggia, i gatti..'
Alessio le poggiò una mano sulla coscia per farle capire che non era il caso.
Gabriel rimase tutto il tempo zitto, col volto rivolto dalla parte del suo finestrino. In lontananza si iniziò ad intravedere il mare che piano piano si faceva sempre più vicino. Era cristallino con tutte le sfumature del blu.
Arrivati nel parcheggio del lido, Gabriel si precipitò fuori dalla macchina e vomitò.
Sara tirò fuori dalla sua borsa fazzoletti e una bottiglietta d'acqua naturale e gli diede una mano a sistemarsi.

'Te lo avevo detto.'
'La giornata non è ancora terminata amore,aspetta a tirare delle conclusioni.'

Una volta ripreso, andammo tutti in bagno a cambiarci.

'Io corro in acqua!'
'Anche io!' rispose Sara mentre inseguiva Alessio.

'Andiamo anche noi amore. Adoro fare il bagno durante il tramonto!'
'Ok. Solo perché mi fai pena' mi disse sorridendo.
'Sta zitto scemo.' conclusi ridendo prima di entrare in acqua.

I pesci nuotavano accanto a noi, l'acqua limpida e fresca, col riflesso del tramonto, era una sensazione stupenda.
Gabriel sembrava rinato, gli era tornato il sorriso. Galleggiava a pancia in giù, la sua pelle, baciata dagli ultimi raggi del sole.
'Vorrei che il tempo si fermasse,sai?' - ' Vorrei non uscire più dall'acqua, rimanere qui per sempre, mi sento vivo,sento di avere il controllo, le piccole onde che mi accarezzano la mia pelle, mi fanno ricordare di essere ancora vivo, è una sensazione appagante. Te lo giuro.'

Non dissi niente, mi limito a guardarlo negli occhi, per poi baciarlo. Aveva ragione, eravamo vivi.

'Spero di esserci ancora l'estate prossima..'
'Certo che ci sarai.'

'Gabriele! Silvia! Fuori dall'acqua, si cena!' urlò mio fratello dalla riva, mentre si copriva con il suo asciugamano blu, accompagnato da Sara, cercava di asciugarsi alla svelta, per potersi vestire.
Il venticello si fece sentire sempre di più, avvicinandoci alla riva, graffiava il viso e il corpo, procurandosi dei brividi visibili.
Arrivati alla nostra roba, dissi a Gabriel di andare a cambiarsi nello spogliatoio del bagno.
Lui annuì senza protestare, molto probabilmente aveva capito che era inutile controbattere, afferrò il suo zaino e si avviò verso la cabina. Io feci altrettanto, avevo deciso di portare dei vestiti abbastanza eleganti, il nostro scopo era quello di andare, ad un ristorante qui vicino, avevo chiamato anticipatamente per avvertire delle sue condizioni, quindi avevano preparato un menù apposito per noi, solo un po' più leggero, visto che in quegli ultimi giorni, vomitava
sempre tutto dopo ogni pasto.

Chiusa dentro allo spogliatoio, scrissi a Maria, la mamma di Gabriel, per rassicurarla e raccontargli cosa avevamo fatto. Mi cambiai velocemente e mi dedicai al trucco leggero. Eyeliner e mascara, niente di particolare. Quando riaprì la porta per uscire, Sara mi allungò un suo rossetto, rosso bordeaux.

'Aggiungi questo.' mi sorrise e si voltò per tornare da Alessio.
Seguì il suo consiglio e misi il rossetto, da lei prestato, era veramente carino e modestamente mi stava bene.

'Grazie' le dissi rendendoglielo
'Seriamente? Hai fatto mettere il rossetto alla mia bambina?'
'Alessio, ma vaff..' mi fermai quando Gabriel mise la sua mano sopra la mia spalla e con delicatezza mi fece voltare per poi farmi un bacio.

'Oggi mi volete morto' disse ridendo mio fratello, che a sua volta venne interrotto dal suo cellulare.

'Chi potrà essere?' domandò a se stesso, mentre era intento a cercarlo nel suo zaino carico di cose. Dopo qualche secondo riuscì a trovarlo e a rispondere, senza leggere il nome sul display.

'Pronto..?' - 'Ohoh ma senti un po' chi è!!' esclamò con un sorriso a trentadue denti.
Sarà gli strappò il cellulare di mano per leggere il nome, in uno dei suoi attacchi di gelosia e quando lesse il nome arrossì per l'imbarazzo e glielo rese.
Alessio non si arrabbiò, le fece una linguaccia scherzosamente per poi mettere il vivavoce e invitandoci a dire 'ciao' in coro.

'Ciaooo' tutti in coro.
'Allora dov'è quella pestifera di Silvia?'
'È qua accanto a me, te la passo.'
'Giulia! Allora? Come va?'
'Tutto bene e te?'
'Bene,bene! Siamo al mare! Io,Alessio,Sara e Gabriel!'

Passammo cinque minuti a raccontarci un po' di cose. Non la sentivo molto spesso, per via del fuso orario e in più, per via del costo Delle chiamate. Ovviamente ci scrivevamo quasi ogni giorno su Messagger o su WhatsApp, ma sentirsi per telefono e quindi a voce, era tutta un'altra cosa. Da quando se ne era andata, si sentiva la mancanza in casa, soprattutto per me, essendo rimasta l'unica femmina in casa, oltre a nostra madre. Giulia era sempre stata una specie di migliore amica alla quale mi confidavo sempre o raccontavo i casini che combinavo insieme ai miei amici o chiedevo cose personali o intime, come ad esempio argomenti riguardanti il sesso.

'Salutami tutti! Adesso devo andare, salutami anche Davide e mamma e papà!'

Tornammo al parcheggio e per tutto il tragitto osservai Gabriele, che era veramente bello con quel completo che aveva scelto sua madre. Pantaloni neri e camicia bianca, niente di particolare, ma erano rare le volte in cui lo potessi vedere così.

Lo amavo così tanto.

Vivrà In Lui Where stories live. Discover now