4. Giorgio

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Sto aspettando Gaia fuori dalla sua palestra, non so a che ore finisca credo fra poco, anzi, lo spero. Mi sto annoiando perciò decido di entrare a vedere cosa sta facendo.

La palestra è molto grande, assomiglia ad un campo da hockey senza il ghiaccio però.

Gaia è lì, in mezzo alla pista che si muove leggere sui suoi roller, fa un giro per poi fare una piroletta atterrando perfettamente a terra, riprende a pattinare all'indietro alzando una gamba.

Rimango affascinato dai suoi movimenti, si muove sicura andando a ritmo della musica.

Quando la canzone finisce Gaia si ferma al centro dalla pista nella posa finale, inizio ad applaudire spaventandola un po'. Pattina verso di me ed esce dalla pista avvicinandosi <Non pensavo fossi qui> sorride quando è davanti a me <Bhe mi stavo annoiando fuori perciò sono entrato, spero non ti dispiaccia> mi appoggio al muro incrociando le braccia osservandola da capo a piedi.

Indossa un abitino leggero, quasi trasparente bianco abbinato ai roller, <No figurati, vado a cambiarmi poi ci sono> pattina verso gli spogliatoi, con quel vestitino così leggero riesco a vederle la forma del sedere e, cavolo, che sedere! Inclino la testa di lato per contemplarlo meglio quando sento qualcuno schioccare le dita spaventandomi <Lei che ci fa
qui?> mi volto verso una donna dai capelli biondi raccolti dietro la nuca, lo sguardo severo <Mi scusi, stavo aspettando Gaia> affermo voltandomi per vedere se lei fosse ancora lì <La aspetti fuori allora> tuona la donna, deve essere un tiranno. Annuisco e mi dirigo verso l'ingresso.

Qualche minuto dopo esce indossando un paio di jeans stretti strappati su un ginocchio, una maglietta a mezza manica rosa e il borsone sulla spalla <Aspetta, ti aiuto> gli tolgo il borsone e lo tengo sulla mia mentre ci dirigiamo alla mia macchina.

<Allora, dove andiamo?> mi chiede sistemandosi i capelli scuri dietro le spalle <Come prima cosa a mangiare> metto il suo borsone nel baule e saliamo in macchina <E come seconda cosa?> mi chiede curiosa allacciandosi la cintura <Sarà una sorpresa> gli faccio l'occhiolino e partiamo.

Il profumo di Gaia riempie l'auto e mi tranquillizza un po', accende la radio e inizia a girare le stazioni fermandosi quando sente la canzone che gli piace canticchiandola sotto voce <Sei brava sui pattini> <È una mia grande passione> afferma sorridendo, i suoi occhi luccicano segno che questo sporte è molto di più che una semplice passione.
<Siamo arrivati> parcheggio l'auto e scendiamo <Dove siamo?> si guarda intorno incuriosita <Andiamo> le metto un braccio attorno alla vita e la guido verso il locale dove ceneremo.

Ho pensato di non portarla subito in un ristorante lussuoso per non spaventarla, e perciò di procedere per gradi.

Ci sediamo fuori, l'aria è frizzante ma non è fredda da rimanere dentro il piccolo locale.
<Tuo fratello è già partito?> chiedo rompendo il silenzio <No, parte domani mattina> apre il menù e sfoglia le pagine. Vengono a prendere le ordinazioni e aspettiamo che ce le portino chiacchierando del più e del meno.

Abbiamo preso entrambi una piadina, lei con l'aggiunta della maionese mentre io solo con formaggio e prosciutto.

<È squisita> mugugna dopo aver addentato un morso <Vedo> ridacchio guardandola mangiare, una goccia di maionese le cade sul mento e con il pollice mi avvicino per toglierla. I suoi occhi bruciano nei miei,  mi alzo appena dalla sedia e porto il pollice alle sue labbra e lei con la lingua toglie la piccola goccia.

Questa ragazza mi fa impazzire, sento i jeans diventare più stretti. Mi siedo e cerco di sistemarmi il cavallo dei pantaloni <Grazie> dice con voce roca arrossendo visibilmente <È stato un piacere> dico alludendo al doppio senso.

Gaia diventa bordeaux e finisce la sua piadina.
Quando entrambi abbiamo finito entro nel locale e pago il conto <Andiamo> le porgo mano che prende e ci incamminiamo nel viale pieno di negozi. Le nostre dita rimangono intrecciate mentre passeggiamo.

Gaia è più bassa di me, con la testa mi arriva alla spalla e quando mi parla alza il capo per incrociare i miei occhi. <Ti va il gelato?> mi chiede tirandomi verso l'unica gelateria ancora aperta <Va bene> entriamo e vedo Gaia illuminarsi davanti a tutti i gusti <Fai prima tu, ce ne sono troppi per decidere> non toglie lo sguardo dal bancone facendomi ridere, sembra davvero concentrata nella sua scelta.

Prendo un cono panna e pistacchio mentre alla fina Gaia opta per un cono cioccolato e nocciola <Ti piace il cioccolato?> chiedo. Non ho mai visto una ragazza mangiare questi gusti di gelato senza ripensamenti, di solito sono tutte attente alle calorie e ai grassi <Si nota?> ridacchia mangiando un po' di gelato <Ho sempre adorato il cioccolato e tutto ciò che è dolce, non posso farne a meno> afferma con un'alzata di spalle <Mi piacciono le ragazze che apprezzano il cibo> <Perciò ti piaccio io> fa un sorriso birichino e capisco che sta flirtando <Si, mi piaci> confermo.

Ci accomodiamo su una panchina, la vado sorridere mentre prende un po' di gelato. Voglio assaporare le sue labbra come sto facendo con questo gelato, mi avvicino, ho voglia di baciarla e sentire il sapore di cioccolato sulla sua bocca.

Anche lei guarda le mie, siamo a pochi centimetri di distanza e riesco a percepire il suo respiro ma invece che sentire le sue labbra morbide sento qualcosa di cremoso e freddo.

<Hai appena fatto quello che penso tu abbia fatto?> chiedo allontanandomi, Gaia ridacchia divertita e mi scatta una foto con il cellulare, mi lecco le labbra togliendo il gelato al cioccolato appiccicato sulla bocca <Ora vedi> dico cercando di prenderla ma scatta in piedi fulminea e inizia a correre mentre io la inseguo.

Riesco ad afferrarla per i fianchi, le avvolgo un braccio attorno mettendo una mano sulla pancia. La sua schiena aderisce al mio petto <Giorgio ti prego> piagnucola ridacchiando, prendo il mio cono e gli metto il faccia il poco gelato che ne è rimasto
<Daai!> si volta e vedo che ha il sorriso stampato in faccia.

Prendo il telefono e scatto anch'io una foto nel momento in cui Gaia tira fuori la lingua e si lecca un il gelato sul labbro superiore <Sei uscita benissimo> ridacchio <Cosa? Hai fatto la foto?> si precipita verso di me e guarda la sua foto, si mette a ridere a crepa pelle <Ora però mi servirebbe un fazzoletto> dice quando smette di ridere.

Prendiamo dei fazzoletti sul tavolo di un bar e la aiuto a pulirsi. <Così va meglio> dico quando abbiamo finito <Già ma ho la faccia appiccicosa> si lamenta toccandosi la guancia con l'indice.
<Avevo altri piani per il dopo cena, ma anche così è stato bello> le afferro la mano mentre torniamo verso l'auto.

<Vorrà dire che i tuoi piani li faremo la prossima volta> si siede nella lato passeggero e mi dà indicazioni per andare a casa sua, quando siamo arrivati scendiamo e le prendo il borsone di palestra. <Sono stata bene stasera> mi sorride <Anch'io, molto bene> si avvicina e mi lascia un bacio sulla guancia <A domani Giorgio> si volta e entra in casa.

Gioco di sguardi Where stories live. Discover now