36. Giorgio

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Hanno portato via Brianna, durante una lezione, sono entrati dei poliziotti portandola via.

Siamo rimasti tutti a bocca aperta, a quanto pare Gaia l'ha denunciata facendola finire dritta in centrale.

Sono andato a casa di Gaia questa mattina, per vedere se fosse ancora scossa per l'accaduto di ieri sera, ma non mi ha risposto nessuno, ho aspettato un'ora dopo di che me ne sono andato.

Sono arrivato a scuola e di lei non c'è nessuna traccia, non è venuta. Sofia non mi sembrava parecchio turbata perciò credo che lei già lo sapesse.

Ora siamo tutti in creduli, stiamo facendo un baccano continuando a parlare l'uno sopra l'altro per cercare di scoprire cosa faranno a Brianna.

L'importante è che sia lontana da noi.
<È stata Gaia, mi ha mandato un messaggio per dirmi che era in centrale a sporgere denuncia>
dice Sofia facendo zittire tutti.

Allora è per questo che non era in casa questa mattina. Tiro un sospiro di sollievo nel scoprire che sta bene.

<Ora dobbiamo solo aspettare che decidano cosa fare a Brianna> Fabio sospira arruffandosi i capelli mentre tutti annuiscano.

Torniamo ognuno nella propria classe, mancavano due ore alla fine delle lezioni.

Queste sue ore sembravano non passare mai, in classe era un continuo contare i secondi e i minuti.

Eravamo tutti in allerta, come se da un momento all'altro potesse scoppiare una bomba e fossimo tutti pronti a scattare per fuggire.

L'aria era tesa, lo divenne ancora di più, se possibile, quando, un ora dopo, entrarono di nuovo dei poliziotti a chiedere di Chiara.
Nessuno se lo aspettava, anche perché Chiara e Brianna da qualche giorno non si guardavano più nemmeno in faccia.

Forse Brianna ha scaricato tutta la colpa sulla sua amica. <Ma che diavolo sta succedendo?> borbotto mentre osservo Chiara che, a testa china, segue il poliziotto.

<Provo a scrivere un messaggio a Sofia, magari ne sa qualcosa> annuisco a Fabio che tira fuori il telefonino e digita qualcosa per poi riposarlo sul banco in attesa di risposta.

Quando tutta questa storia sarà finita farò in modo che Fabio mi dica la verità su lui e Sofia.

Il mio amico sta fissando il telefono come se potesse comunicare in modo telepatico con esso.

<Guarda che se lo fissi non è che ti risponderà prima> lo prendo in giro.
Mi fa una smorfia di derisione e torna a fissare lo schermo nero del cellulare. Dopo qualche secondo si illumina per l'arrivo di un messaggio

<Visto? Mi ha risposto prima> mi deride.
Alzo gli occhi al cielo scuotendo il capo <Che dice?> chiedo sporgendomi verso di lui <Dice che gli audio che ha ricevuto Gaia glie li ha mandati Chiara, quindi vorranno parlare anche con lei>

Chiara ha aiutato Gaia? Questo sì che è l'evento dell'anno.
I nostri compagni iniziano a fare brusio sulla chiamata della nostra compagna di banco generando un casino da far scoppiare le orecchie.

Non sanno cosa stia succedendo, solo noi quattro sappiamo la verità.

__

Gli allenamenti sono un ottimo metodo di distrazione da quello che ci sta succedendo anche se in campo io e Fabio non stiamo dando il meglio di noi.

Finita la scuola ho provato a chiamare Gaia ma il suo cellulare è staccato, non ho potuto nemmeno andare a casa sua perché dovevo venire qui al campo.
Anche Fabio è abbastanza teso da quando gli ho detto che Gaia non risponde a nessuno.

Sentiamo il coach gridare come un dannato per far venire vicino a lui Fabio. Il mio amico corre verso le panchine e curioso lo seguo a ruota.

<Dannazione mia figlia sta impazzendo per parlarti, dice che ti ha chiamato un centinaio di volte!> sbraita passandogli il cellulare non prima di avergli lanciato un'occhiataccia.

Sofia, che è la figlia del nostro coach, avrà sicuramente scoperto qualcosa.

Vedo Fabio annuire e il suo viso farsi più rilassato e infine gioioso. Saluta Sofia e riaggancia consegnando il telefono all'allenatore.

Lo guardo incuriosito mentre urla <Che è
successo?> Fabio mi abbraccia dandomi due pacche sulla schiena.

<Mi ha detto che tratterranno Brianna per accertarsi di ciò che è successo, ovviamente Chiara ha dato un contributo importante in questa storia. Gaia per il momento è fuori pericolo, dovrà rispondere ancora a qualche domanda però>

Se esiste veramente un Dio allora tutta questa storia si risolverà molto presto. Sosterrò Gaia in ogni modo, ora che ha bisogno di me farò in modo di essere al suo fianco.
<Perciò hanno qualche sospetto su Brianna per tenerla dentro>

<A quanto pare si, si spera che la tengano dentro> il mio amico alza le spalle sempre più contento.
<Gaia lo sa già?> sento tutti i miei muscoli tesi, sono pronto a scattare da lei <Sofia ha detto che non risponde al telefono, perciò non credo lo sappia già a meno che i poliziotti non l'hanno chiamata>

Mi guardo in torno alla ricerca del nostro allenatore <Glie lo andò a dire di persona> sorrido correndo verso il coach.

<Posso andare via prima?> chiedo impaziente dopo averlo chiamato, si volta verso di me guardandomi con fare circospetto.

<Che sia l'ultima volta> sorrido ancora di più e corro verso gli spogliatoi.
Mi faccio una doccia in fretta e furia, metto i vestiti puliti e salgo in macchina.

Sfreccio in auto verso casa di Gaia cercando però di non prendere multe.
Quando arrivo vedo sua madre scendere dalla sua auto avviandosi verso l'ingresso di casa.

<Elena> la chiamo chiudendo la portiera della macchina.
Si volta e mi saluta con la mano <Ciao Giorgio, come stai?>
Elena sembra molto tranquilla, questo mi fa pensare che Gaia non le ha detto nulla, altrimenti, conoscendola, sarebbe già in crisi.

<Si sto bene, grazie. Volevo sapere se Gaia è in casa, vorrei parlarle> mi gratto la nuca guardando la finestra della sua camera per capire se sia li.

<Gaia non ti ha detto nulla?>
<Detto cosa?> la guardo stranita non capendo cosa stia dicendo <L'ho appena accompagnata all'aeroporto, sta andando da suo padre per un po'>
Partita? Ecco perché non si è più fatta ne vedere né sentire.

Non rispondeva al cellulare perché era in aeroporto.
<È già partita?> inizio già a camminare all'indietro per raggiungere prima la macchina <Si, il volo è partito cinque minuti fa> annuisco, la ringrazio e corro verso l'auto.

Afferro il cellulare e controllo quando sia il primo volo verso New York. È previsto domattina alle 6.

Anche se ho il terrore di quegli aggeggi volanti per lei lo farei mille volte.

Sfreccio a casa, prendo un borsone riempiendolo dell'essenziale.

<Tesoro che stai facendo?> mamma mi osserva appoggiata allo stipite della porta di camera mia <Vado a New York da Gaia, non passerò un'altro giorno di più senza lei al mio fianco>

Getto nel borsone un paio di pantaloni guardandomi in torno per capire cosa possa essermi utile ancora per il viaggio.

<Sono fiera di te Giorgio> mamma sorride e si volta ma prima di scendere le scale si blocca di nuovo <Questa volta lascio correre questa tua partenza improvvisa perché Gaia mi sta simpatica, ma la prossima volta ti tiro le orecchie> mi sgrida agitando l'indice con fare minaccioso proprio come quando ero piccolo.

Rido <Ricevuto mamma> le faccio il segno di saluto dei militare e la sento scendere le scale borbottando di quanto io sia stupido.

Poso il borsone a terra sdraiandomi sul letto, imposto la sveglia e spero che queste ore passino in fretta per poter essere finalmente tra le braccia di Gaia.

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