5. Gaia

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<Non voglio lasciarti andare> <Ci rivedremo presto, te lo prometto> Daniel mi attira in un forte abbraccio, sento le lacrime pizzicarmi gli occhi.

Ogni volta è sempre così, quando Daniel deve tornare da papà mi metto a piangere in aeroporto <Mostriciattolo non piangere, ci sentiremo tutti i giorni, come sempre e fra qualche mese ci rivedremo di nuovo> mio fratello mi asciuga una lacrima con il pollice e mi bacia la fronte <Promesso?> anche queste frasi ci ripetiamo ogni volta, ho paura di perderlo, Daniel è una parte troppo importante per me. <Certo, promesso> mi prende il mignolino della mano sinistra e lo fa incrociare con il suo.

Ridacchiamo entrambi perché è un gesto che facevamo fin da piccoli, quando dovevamo promettere qualcosa l'uno all'altra. <Vado a salutare mamma> annuisco e si allontana da me per raggiungere mamma che, impeccabile come al solito nel suo tajeur nero, cerca di trattenere le lacrime.

Daniel si avvicina e l'abbraccia facendola crollare definitivamente, si scambiano qualche parola e poi mio fratello inizia ad avvicinarsi agli sportelli per fare il check-in <Ti voglio bene!> urlo prima che sparisca dalla mia visuale. Mamma si avvicina a me e mi posa una mano sulla spalla attirandomi vicino a lei <Su, andiamo a casa> annuisco e la seguo verso l'uscita dell'aeroporto.

Salite in macchina sento il mio telefono emettere un bip per l'arrivo di un messaggio, lo tiro fuori dalla tasca e noto che è Sofia:
-Giorgio mi ha appena chiesto dove fossi, qui la cosa è molto seria-
Scuoto la testa sorridendo e immaginando l'espressione indagatrice della mia amica mentre scriveva questo messaggio.
Dato che questa mattina Daniel partiva mamma mi ha permesso di rimanere a casa per salutarlo e accompagnarlo a prendere l'aereo.

Arrivata a casa mi precipito verso la cucina affamata perché mi sono svegliata tardi e mamma mi ha impedito di fare colazione; apro il mobiletto e prendo due fette di pane e il barattolo della Nutella. Mentre addento la prima fetta mi squilla di nuovo il telefono, è ancora Sofia
-Giorgio mi ha chiesto il tuo numero, che faccio?-
Il ragazzo sta facendo troppi passi avanti, ci siamo visti solo una volta
-Per ora non darglielo- digito velocemente e invio il messaggio alla mia amica. Mi risponde affermativamente e io riprendo a mangiare.

<Tesoro io vado al lavoro, Sergio torna a casa verso le 17:30 prepari tu la cena?> mi mamma si sta mettendo il cappotto e si sistema i capelli scuri davanti allo specchio affianco alla porta d'entrata <Si mamma> rimango a osservarla qualche secondo mentre sono seduta sul divano con la tv accesa.

Mamma è sempre stata una donna dall'aspetto impeccabile, mai un capello fuori posto, fisico perfetto, ogni giorno va in palestra e in diciassette anni della mia vita non l'ho mai vista mangiare un dolce. Ha sempre preteso la vita perfetta ed è per questo che papà l'ha lasciata.

<Perfetto allora ci vediamo più tardi. Ciao tesoro> mi manda un bacio volante ed esce dalla porta.
Riporto il mio sguardo verso la tv cambiando canale mettendolo su il mio programma preferito.

Sbatto gli occhi per capire cosa sta succedendo, la tv ancora accesa e il campanello che suona incessantemente. Quand'è finito il mio programma? Credo proprio di essermi addormentata.

Mi alzo e vado verso la porta, la apro e sbatto più volte gli occhi, credo di avere le traveggole <Che ci fai qui?> i suoi occhi verdi sorridono mentre mi osservano da capo a piedi <Bhe la tua amica non ha voluto darmi il tuo numero perciò sono venuto direttamente qui> Giorgio alza le spalle e ridacchia
<È un pigiama quello?> chiede indicando i miei vestiti.

Abbasso lo sguardo e osservo la mia tuta <Certo che no, il mio pigiama ha disegnato gli unicorni> Giorgio inizia a ridere e sento il corpo andare in mille brividi, scuote leggermente il capo e torna a guardarmi <Sei davvero divertente> si spettina i riccioli scuri passandoci una mano, in questo momento desidero che  sia la mia mano in mezzo a quella massa ribelle di ricci.

<Allora, mi fai entrare o vuoi fare un giro?> Giorgio continua a guardarmi, i suoi occhi bruciano sulla mia pelle, mi volto e controllo l'orologio sulla parete di casa , le 17:20 tra poco torna Sergio. <Mi spiace ma non posso uscire..> <Bene, allora entro io> Giorgio non mi fa finire la frase ed entra in casa guardandosi intorno.

<Giorgio tra poco dovrebbe arrivare..> <Gaia sono arrivato> non riesco a finire di nuovo la frase che Sergio entra in casa, Giorgio si volta verso di me e alza un sopracciglio <Aspettavi visiate?> i suoi occhi si assottigliano lanciandomi uno sguardo tagliente, i suoi lineamenti del viso si induriscono.

Sergio entra in salotto e si ferma guardandoci <Elena non mi ha detto che avevamo ospiti> sorride a Giorgio e si avvicina <Piacere, sono Sergio il patrigno di Gaia> gli porge la mano, Giorgio la osserva un momento e poi guarda me, ora è più rilassato e sorride <Piacere Giorgio> gli stringe la mano <Sei il fidanzato di Gaia?> <Sergio!> stridulo diventando rossa come un pomodoro <Non ancora> Giorgio mi sorride e mi passa una mano sulla schiena.

Divento sempre più rossa, sono in imbarazzo. Giorgio ha appena fatto intendere al mio patrigno che vuole mettersi come me, gli tirerei una botta in testa per avermi messo in questa situazione <Bene, noi usciamo, ma torno in tempo per preparare la cena> affermo prendendo Giorgio per un braccio trascinandolo fuori da casa.

<Ma sei impazzito? Mi hai messo in imbarazzo> lo rimprovero una volta fuori da casa. Piega la testa all'indietro e gli esce una fragorosa risata che gli fa muovere le spalle, quando le risate cessano riporta lo sguardo su di me <Sei così carina quando sei in imbarazzo che l'ho trovato inevitabile> fa un passo verso di me e mi accarezza la guancia facendo accennare di più il rossore sulle mie gote <Arrossisci molto e la cosa mi piace> distolgo lo sguardo dal suo armai all'apice dell'imbarazzo.

Giorgio mi volta delicatamente verso di lui e mi fissa le labbra, si avvicina lasciando pochi centimetri di distanza. Le nostre labbra si sfiorano ma un clacson ci fa sobbalzare entrambi <Ehi Giorgio!> Fabio sbuca fuori dal finestrino agitando una mano per salutare l'amico <Tempismo perfetto, questa me la paga> borbotta Giorgio quando si è voltato <Andiamo!> urla di nuovo Fabio <Devo andare> torniamo a fissarci, si sporge ma mi bacia la guancia <Ci vediamo presto> mi sussurra per poi salire in auto e sparire dalla mia vista. Rimango per qualche secondo stordita, Giorgio così vicino a me mi fa sentire sulle nuvole. Ripiombo sulla terra e torno a casa.

Gioco di sguardi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora