22. Gaia

4.4K 131 9
                                    

Picchietto nervosamente il piede a terra producendo un suono che rimbomba nella piccola saletta d'aspetto dell'ospedale. <Gaia smettila, mi stai facendo impazzire> Giorgio mi preme una mano sul ginocchio in modo da tenermelo baloccato ammonendomi con lo sguardo.

<Tu non capisci! Me la sto facendo sotto dalla paura! E se mi fa male? Guarda che se sento troppo dolore tendo a svenire> piagnucolo afferrandogli il polso come se fosse la mia unica ancora.

Questa è la mia più grande fobia: sentire dolore.
Stiamo aspettando che il dottore mi chiami per controllare il taglio e constatare se sia giunto il momento di rimuovere i punti.

Ad accompagnarmi è Giorgio dato che mamma è impegnata con una riunione di lavoro. Il che non mi dispiace, mia mamma mi avrebbe sgridato perchè piagnucolavo così tanto. Invece Giorgio è più dolce.

Sorride addolcendo lo sguardo non appena gli rivelo i miei timori <Andrà tutto bene piccola, ci sono io qui con te> mi fa l'occhiolino e mi stringe forte la mano con fare rassicurante.

<Signorina Riccardi?> una voce maschile rimbomba nella saletta richiamando il mio nome <Andiamo> mi sussurra il ricciolo aiutandomi ad alzare per poi passarmi le stampelle.

Entriamo in una saletta sui toni del bianco, c'è un forte odore di disinfettante. In disparte c'è un lettino su cui è posta della carta usa e getta <Bene Signorina, si accomodi pure sul lettino> solleva lo sguardo dal monitor del computer, si alza dalla sedia e supera la scrivania raggiungendomi.

Giorgio mi aiuta a salire e mi fa stendere la gamba sulla lettiga <Lei è?> il dottore, dalla montatura squadrata punta lo sguardo verso Giorgio <Sono il suo ragazzo> risponde sicuro quest'ultimo <Possono entrare solo i parenti stretti, mi dispiace ma deve uscire> sento il panico serrarmi la gola <No! La prego> mi affretto ad esclamare <Non c'è nessun'altro e soffro molto di attacchi di panico. Ho bisogno di qualcuno accanto a me> la mia faccia si trasforma nella miglior smorfia da cucciolo bastonato che mi riesce.

Il dottore passa lo sguardo da Giorgio a me per poi sbuffare <Va bene, può restare> acconsente rendendomi soddisfatta.

Prima di iniziare la procedura il dottore mi spiega cosa andrà a fare. Annuisco poco convinta in modo che lui possa procede.

Giorgio si siede accanto a me e mi stringe la mano. Sento lo strappo del cerotto tirarmi la pelle e sibilo leggermente per il dolore. <Sembra che si sia cicatrizzato alla perfezione. Possiamo togliere i punti> esamina un'ultima volta il taglio, disinfetta per bene la zona poi estrae una piccola forbice.

<Gaia?> Giorgio mi stringe leggermente la mano ma non riesco a spostare lo sguardo dall'arnese che tiene in mano il dottore <Gaia stai bene?> Giorgio mi fa voltare la faccia verso di lui. Scuoto piano il capo.

<Le faccio portare un po' di acqua e zucchero> il dottore si allontana, afferra la cornetta chiamando qualcuno per portarmi l'acqua con lo zucchero.

<Ho paura Giorgio> gli stringo la mano cercando confronto. <Stai tranquilla> mi bacia la fronte e poi mi passa un bicchierino che ha portato un'infermiera. Dopo aver bevuto il contenuto il dottore ritorna al lavoro.

Stringo forte gli occhi, la mano di Giorgio mi accarezza la guancia. Mi volta delicatamente e posa le sue labbra sulle mie.

Quando si stacca riapro piano gli occhi e mi rendo conto che il mio ginocchio è di nuovo bendato e il dottore sta scrivendo qualcosa al computer <Già fatto?> chiedo sbalordita.

Giorgio ha un sorrisetto compiaciuto <Ah la forza della distrazione> commenta il dottore, arrossisco all'istante per essermi sbaciucchiata con il mio ragazzo davanti ad un medico. <Allora Signorina, se sente dolore prenda tranquillamente questo antidolorifico> afferma il dottore avvicinandosi con una scatola bianca in mano, la afferro e annuisco

<Per il momento tenga ancora le stampelle per non sforzare troppo la parte. Tra una o due settimane le può anche non usare più> annuisco e mi rimetto in piedi. Dopo aver salutato usciamo dall'ospedale diretti al centro commerciale dove ci aspettano gli altri nostri amici.

—-

<Non c'era bisogno che mi accompagnassi fino dentro casa> ridacchio stampellando fino al salotto dove mi accascio con un tonfo sul divano.

<Figurati, e poi volevo passare più tempo con te> Giorgio si siede al mio fianco e mi accarezza i capelli giocando con una ciocca.

<Posso chiederti una cosa?> alzo un po' la testa dalla sua spalla per guardarlo meglio negli occhi <Certo piccola> mi bacia il naso e ridacchio <Ma che succede tra Sofi e Fabio? Li vedo spesso complottare e poi quando arriviamo noi si azzittiscono subito> Giorgio si irrigidisce alla mia domanda, ma si rilassa quasi subito confondendomi.

Mi sta decisamente nascondendo qualcosa. Alzo un sopracciglio per invitarlo a parlare <Non saprei. Forse si stanno frequentando e non vogliono farcelo sapere> Giorgio alza le spalle con noncuranza.

A questo aspetto però non ci avevo pensato, forse ha ragione <Proverò a parlare con Sofi. Tu parlerai con Fabio?> annuisce e mi da un buffetto alla guancia strappandomi una risata.

<Gaia?> sento mia madre urlare dalla porta di ingresso <Siamo in salotto> urlo di rimando. Sento il ticchettio dei suoi tacchi sul parquet farsi sempre più vicini.

<Ciao Giorgio> mamma lo saluta con un caloroso sorrido. Ormai l'ha preso in simpatia e mi fa piacere sapere che le va bene come ragazzo.

<Ciao Elena> sorride anche lui di rimando <Indovina un po' cos'ho qua> solo ora noto che mamma tiene qualcosa dietro la schiena <Cosa?> mi incuriosisco cercando di alzarmi <Attenta> Giorgio mi sostiene per la vita tenendomi in equilibrio

<A proposito, che ti ha detto il medico?> mamma sposta il peso da un piede all'altro osservandomi il ginocchio <Dai mamma che nascondi?> borbotto impaziente di scoprire cosa nasconde <Gaia> mi ammonisce con un tono più severo.

<Le hanno tolto i punti ma deve tenere le stampelle per almeno due settimane, e ha gli antidolorifici in caso senta dolore> spiega Giorgio al mio posto divertito dalla mia espressione impaziente.

Mamma annuisce e poi riporta lo sguardo su di me allargando il sorriso. I suoi occhi luccicano per l'emozione <Chi diventa grande fra due giorni?> chiede anche se sa già la risposta <Mamma! Avevo detto niente regali> esclamo.

Compirò diciotto anni fra due giorni e ho fatto promettere a tutti che non volevo nulla per il compleanno, volevo che mi stessero tutti accanto.

<Lo so tesoro, ma io non ti ho ascoltato perciò..> estrae da dietro la schiena una  busta e me la porge <Buon compleanno bambina mia> prendo la busta bianca e controllo il contenuto.

Sono due biglietti aerei  andata e ritorno per New York. Sento dentro esplodere mille fuochi d'artificio <Oh mio Dio!> urlo. Allungo le braccia e mia mamma si avvicina stringendomi a se <Sono anche da parte di Sergio> spiega staccandosi poi dall'abbraccio <Ma perché due?> chiedo estraendo anche l'altro biglietto <Così puoi portare anche Giorgio e farlo conoscere a papà> spiega. Ora sono ancora più euforica di prima

Abbraccio anche Giorgio <Vorresti venire?> gli faccio gli occhi dolci per convincerlo <Ti avrei detto di sì anche senza questa faccia da cucciolo> afferma mettendomi le mani sulle guance attirandomi per un piccolo bacio.

Mamma schiarisce la voce è Giorgio si stacca ridacchiando. Tiro un grido di gioia facendoli ridere.
<Giorgio resti per cena?>

<Rimango se lei fa il suo famoso tortino di patate> mamma scoppia a ridere e poi annuisce <Certo, mi servono degli aiutanti però> entra in cucina, Giorgio mi prende in braccio e la seguiamo.

Gioco di sguardi Donde viven las historias. Descúbrelo ahora