II- DIE LEGENDE DER WӦLFE

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Die legende der wölfe significa "la leggenda dei lupi" in tedesco.

HANYA

Ancora oggi non so dire il motivo, ma i miei piedi furono guidati da qualcosa di esterno, o forse era semplicemente il freddo che stava iniziando a farmi perdere il senno.

Continuavo a camminare, muovevo i piedi il più velocemente possibile.
Non potevo fermarmi perché sapevo che sarei di certo morta.
Dovevo riscaldarmi come potevo, per questo continuavo a stringere ogni minuto di più il mio cappotto per sentire più caldo, ma purtroppo era inutile.
Il freddo pian piano si faceva strada sotto le maniche del giubbotto, del maglione, fino ad arrivare alla mia pelle, ed era una volta arrivato lì che si insinuava nel sangue, nelle ossa, nelle vene.
Le gambe mi portarono automaticamente al confine di un meraviglioso bosco, in cui da piccola mia madre mi portava a giocare in un piccolo spiazzo che si trovava più o meno vicino alla strada, in cui una bellissima altalena era stata appesa da chissà chi e da chissà quanto tempo al tronco di un robusto e possente albero.

Dai miei occhi non uscì una singola lacrima quel giorno, forse avevo pianto troppo durante gli anni, forse il dolore per l'abbandono era troppo forte, o forse ormai non mi importava più di tanto.
Mio padre non mi aveva mai trasmesso alcuna emozione positiva, non mi aveva mai fatto sentire intelligente, bella, brava in qualcosa, forte o degna di essere un leader, come lui.
Io ero la primogenita, perciò colei che era destinata a prendere il posto da Alpha quando mio padre non ci sarebbe stato più.
Ho un fratello, che mio padre ha cresciuto esattamente a sua immagine e somiglianza.
E' un ragazzo spietato, feroce e malvagio.
All'epoca lui aveva diciassette anni, e ricorderò per sempre il suo sorriso e i suoi occhi in cui potevo scorgere le scintille di piacere che dimostravano il suo gusto e il suo godimento nel vedermi finalmente cacciata da una famiglia che in realtà, diciamocela tutta, non mi è mai appartenuta realmente.
Non è mai stata una vera famiglia, di quelle che a Pasqua, a Natale o semplicemente nei giorni di festa si riuniva a mangiare tutti insieme con i parenti; di quelle che ad ogni compleanno mi facevano gli auguri con un meraviglioso sorriso sulle labbra; di quelle che si congratulavano ad ogni mio bel voto o semplicemente ad ogni mia nuova conquista.

Mio padre mi ha cresciuta insegnandomi l'arte della lotta e l'arte della caccia, convinto che prima o poi avrebbe avuto inizio la mia transizione, essendo la primogenita.
I figli primogeniti degli Alpha vivevano la transizione da umano a lupo mannaro una volta compiuti i ventun anni, allo scoccare della mezzanotte.
Era una cosa certa e appurata da più e più generazioni, e non era mai stata mezzanotte e un minuto, o le undici e cinquantanove; a mezzanotte in punto la transizione aveva inizio.
I miei genitori avevano aspettato per quasi due ore oltre, tenendo gli sguardi scuri su di me.
Mi sentivo a disagio, sottoposta ad un esame a cui non ero preparata.
Mio fratello aveva addirittura azzardato ad un "papà, io direi di ucciderla se non avviene la transizione. Non possiamo rischiare che parli della nostra stirpe a qualche umano."
Lo avevo guardato con gli occhi sbarrati, la bocca spalancata per lo stupore.
Davvero quelle parole erano uscite dallo stesso ragazzo che da bambino giocava con le costruzioni e metteva il broncio se io non lo aiutavo a costruire i castelli con esse?
Mio padre aveva scosso quasi impercettibilmente la testa, poi con voce flebile aveva detto "no, figliolo, tanto non supererà la notte là fuori, e certamente nessuno accoglierà in casa una nullità come lei."
L'aveva detto con un ringhio in sottofondo, che partiva dalla gola senza poterlo controllare, ed era da quello che capivo quando la rabbia stava prendendo il sopravvento del suo corpo.
L'unico atto di bontà che ebbe mia madre fu quello di porgermi il mio cappotto preferito, senza proferire parola, prima di sbattermi violentemente la porta in faccia.

Avanzai con passi felpati verso l'interno del bosco, sperando di trovare qualche animale feroce che mi portasse immediatamente via quel dolore insopportabile, e che mi avrebbe evitato di morire lentamente e dopo molte agonie a causa del freddo tagliente.
Camminai molto velocemente, ormai quasi correvo mentre cercavo di riscaldarmi un po' di più, e brividi sempre più intensi percorrevano tutto il mio corpo.
Avevo freddo.
Avevo fame.
Desideravo con tutta me stessa un letto, una coperta di lana, una cioccolata calda e un camino.
Quanto amo il camino; credo che regali un'aria magica ed emozionante, oserei dire romantica.
Solo a pensarci mi sembrava di percepire un po' di calore, ma che purtroppo sapevo non essere reale.

Gli alberi sembravano tutti esattamente uguali, e la strada che percorrevo sembrava riportarmi sempre al punto d'inizio.
Regnava il silenzio più assoluto, e l'unico rumore che percepivo era quello dei miei passi che calpestavano il leggero strato di neve.

Mi avevano insegnato a combattere, mi avevano insegnato a lottare fino alla morte, ma nessuno aveva insegnato loro ad amare.
Mi avevano messo in testa che il branco della luna piena non sta al di sotto di nessuno, certo, se non all'Alpha degli Alpha, ma quella era solo una stupida leggenda.
Narrava di due lupi diversi da tutti gli altri, un uomo e una donna appartenenti l'uno all'altra, destinati ad amarsi fino alla morte.
Il loro sarebbe stato un amore puro, e nonostante fossero già degli Alpha molto più potenti di quelli semplici da soli, una volta insieme sarebbero stati completamente invincibili se messi contro altri lupi.
Nessun licantropo sarebbe stato un valido avversario, nessun licantropo poteva sfuggire alla furia di uno di loro.
Questi due lupi, invece di essere tutti grigi, bruni o rossi, come erano tutti i licantropi del mondo, sarebbero stati uno completamente nero e uno completamente bianco.
Sarebbero arrivati nel momento di più bisogno, quando gli Alpha dei principali branchi esistenti avessero avuto bisogno di aiuto, o quando una grossa minaccia avrebbe rischiato l'estinzione della loro razza.

Mi sarebbe piaciuto, in quel momento, poter fare qualcosa per dimostrare a quella che si era fino a quel momento spacciata per la mia famiglia che io ero forte pur non essendo un licantropo, e che ero degna di vivere anche se ero solo una semplice umana, o come mi aveva denominata mio padre, una nullità.
Fu in quel momento che mi venne in mente il cristallo...

Werewolf Hanya- L'Alfa dei lupi solitari.Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang