Thirty-nine

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"Qual è la tua?" Chiese Remus tenendomi per la vita, come se stessi per svenire da un momento all'altro. Avrei voluto dirgli che stavo bene, ma non lo feci solo per continuare a sentire le sue mani su di me.
"Questa." Risposi indicando la seconda porta nella parte destra del corridoio. Lui la aprì e mi fece entrare, dopodiché mi fece sedere sul mio letto.
La prima cosa che feci fu quella di togliermi i tacchi. Quelle scarpe, per quanto fossero belle, erano davvero una tortura da tenere addosso. Guardai Remus e vidi che si stava togliendo giacca di velluto nero, dopodiché si sganció i gemelli della camicia ed iniziò ad arrotolarsi le maniche fino ai gomiti. Cercai di tenere a freno la mia eccitazione e spostai lo sguardo sul letto sfatto di Hermione. Cercai di contare gli orsetti sul suo piumone, ma Remus si sedette accanto a me e subito i miei occhi cercarono i suoi. Il suo sguardo indugió per qualche istante sul mio décolleté. Deglutii rumorosamente e sentii la mia femminilità iniziare a pulsare. Mi passai una mano tra i capelli per il nervosismo. Remus se ne accorse e mi guardò con un'intensità tale che solo i suoi occhi avrebbero potuto spogliarmi. Pronunciò un incantesimo di appello e subito del disinfettante, qualche batuffolo di ovatta ed un cerotto si materializzarono tra le sue mani. Aveva deciso di disinfettare il mio taglio e questo piccolo gesto mi fece sorridere come non facevo da diversi giorni.
"Mi dispiace tanto." Mormorai mentre l'uomo teneva saldamente il mio polso con una mano mentre con l'altra tamponava il taglio con un batuffolo.
"Non permetteró più che tu ti faccia neanche un graffio per colpa mia." Mi assicurò tenendo lo sguardo fisso sul mio indice, facendo una leggera pressione col batuffolo sul mio dito. C'erano così tante cose che avrei voluto dirgli e chiedergli, ma pensai immediatamente che quello non fosse il momento adatto. Il mio sguardo cadde involontariamente sul profilo elegante di Remus e lo percorse, fino a quando non si fermò sulle sue labbra. Avrei tanto voluto baciarlo e mi chiesi se anche per lui fosse lo stesso.
Dopo poco una sua imprecazione mi fece riscuotere dalle mie fantasie
"Perché il disinfettante non ferma il sanguinamento?" Domandò con voce preoccupata, osservando il sangue che non sembrava volersi coagulare.
Io allora mi divincolai dolcemente dalla sua presa e mi misi il dito in bocca iniziando a succhiarlo piano affinché smettesse di sanguinare. Remus trattenne il fiato mentre lo guardavo da sotto le mie ciglia nere senza smettere un istante di tamponare la ferita con la lingua, e quando vidi la sua erezione crescere nei pantaloni, non potei fare a meno di bagnarmi completamente. Sapevo che Remus poteva sentire la mia eccitazione.
"Sophia.." Cominciò lui, ma io tirai fuori il dito dalla bocca e lo asciugai con un batuffolo pulito.
"Ha smesso di sanguinare." Sussurrai. Lui parve riscuotersi, dopodiché prese il cerotto e lo avvolse intorno al dito, facendo in modo di coprire il taglio.
Remus allora si alzò in piedi e mi porse la mano, che presi senza esitazione.
"Spogliati." Mi disse piano, con una luce negli occhi che non avevo mai visto. Davanti al suo ordine sentii la mia femminilità iniziare a pulsare con rinnovata forza. Remus voleva fare l'amore con me, ma io ero pronta? Ero pronta a donargli tutta me stessa ancora una volta con il rischio di trovarmi di nuovo con il cuore spezzato? In quel momento ammisi con me stessa che avrei preferito avere con lui una relazione di solo sesso piuttosto che non averlo proprio. Ripensai a Ninfadora, a come avessi pensato che fosse stata pazza ad accettare una simile condizione, eppure in quel momento non solo mi trovavo nella stessa situazione, ma stavo anche per fare il suo stesso identico errore. Sentii gli occhi inumidirsi perché sapevo che stavo mancando di rispetto a me stessa e al mio corpo, ma l'ipotesi di non sentirlo mai più al mio fianco era devastante.
Mi voltai dandogli la schiena affinché mi slasciasse la zip, e lui lo fece, stando attento a non toccarmi la schiena.
Tornai davanti a lui e lasciai che il vestito mi scivolasse lungo il corpo, lasciandomi solo con le mutandine dato che non avevo indossato il reggiseno.
Una lacrima uscì sfuggì al mio controllo perché sapevo tutto ciò che la mia decisione avrebbe comportato da lì in poi, ma Remus mi sollevò il mento con due dita e mi guardò negli occhi, si avvicinò al mio letto e fece l'ultima cosa che mi sarei aspettata da lui in quel momento. Prese il mio pigiama da sotto il cuscino e mi aiutò a metterlo.
Davanti a quel gesto inziai piangere a singhiozzi, senza neanche cercare di smettere, sapevo che non ci sarei riuscita, e poi non era la prima volta che Remus mi vedeva piangere.
Quando fui vestita, Remus mi prese il viso tra le mani e mi asciugó le lacime con i pollici. Lo abbracciai stretto e gli circondai l'addome con le braccia, piangendo contro il suo petto tutte le lacrime represse. Lacrime di gioia, di ansia, di tristezza, di delusione, di paura e di rabbia, ed in quel momento non potei fare altro che lasciarmi completamente andare, sentivo che quello era il momento giusto, non mi sarei mai sentita pronta come lo ero in quel momento.
"Ti amo tanto Remus." Gli confessai tra i singhiozzi nascondendo il mio viso per la vergogna. Sapevo di non essere ricambiata, ma avevo comunque bisogno di dirglielo, avevo bisogno che lui si prendesse anche quell'ultima parte di me prima di lasciarmi andare per sempre.
"Ti prego, non dirmi così." Ribatté lui, stringendomi di più, con la voce più triste che avessi mai sentito.
"Remus non andartene, io ho bisogno di te, per favore..." Lo supplicai tra i singhiozzi, che scuotevano il mio corpo come una potente scossa elettrica. Ero patetica, ero stupida, ero disperata, non mi importava in quel momento, volevo solamente che Remus mi tenesse stretta contro il suo petto continuando a cullarmi.
"Sophia...io non posso, ti prego devi credermi." Disse prendendo il mio viso tra le mani. Ero consapevole del fatto che il mio viso fosse un disastro dato che sicuramente le lacrime avevano sciolto il mascara, ma in quel momento era l'ultimo dei miei problemi.
"Per favore." Dissi solamente cercando disperatamente di smettere di singhiozzare, sporgendomi disperatamente verso di lui, cercando un contatto tra le nostre labbra.
"No, no Sophia, non posso." Disse, allontanando il mio viso dal suo "Non posso starti vicino, non posso più toccarti o baciarti, non posso."
Abbassai il viso, sentendo che quelle parole sarebbero state la mia rovina, ed immediatamente​ le sue braccia si strinsero attorno a me, sostenendomi.
"Greyback ha sentito il mio odore sulla tua pelle, ha cercato di ucciderti perché ha capito che per me sei importante." Disse, affondando il viso tra i miei capelli, ed ispirandone l'odore con foga "Ha cercato di ammazzarti. Voleva ammazzarti. Per colpa mia, per colpa del fatto che non riesco a lasciarti andare."
Alzai il viso rigato di lacrime e lo guardai negli occhi.
"Remus..." Tentai, ma sapevo che non mi avrebbe lasciata parlare.
"Ho avuto così paura." Iniziò, con gli occhi lucidi e la voce assente "Ho avuto paura che non avrei più potuto vedere le tue guance arrossarsi, i tuoi capelli muoversi mentre cammini con passo disinvolto per i corridoi con i tuoi libri in mano." E sorrise, come a voler ricordare un un'immagine lontana, mentre alcune lacrime sfuggirono al suo autocontrollo. Improvvisamente compresi che il suo dolore era reale e probabilmente molto più logorante e profondo del mio e mi sentii incredibilmente vuota ed inerme, di fronte a tanto dolore il mio amore non poteva niente.
Presi il suo viso tra le mani, mi alzai il punta di piedi e lo baciai a stampo, le sue lacrime si mischiarono con le mie ed il mio cervello smise di funzionare. Sentii il suo corpo rilassarsi immediatamente a quel contatto, come se fossi l'antidoto al veleno in circolo nel suo corpo. Mi strinsi contro di lui più che potei, perché sapevo che era solo questione di istanti prima che Remus mi allontanasse.
"Sophia, ti prego non farmi questo." Mi imploró allontanandosi "Il mio amore ti ucciderà ed io non posso permetterlo."
"Tu mi ami?" Gli chiesi. I secondi che mi separono dalla sua risposta furono strazianti, come quando sei in apnea e senti che l'acqua si sta piano piano insinuando nei tuoi polmoni, impedendoti di respirare, procurando al tuo corpo un dolore micidiale, ed intanto tu stringi i denti, aspettando di salire in superficie, di sentire la L'aria entrare di nuovo in circolo, in attesa che calmi il dolore e la paura, in attesa che ti salvi la vita.
"Sì." Disse infine Remus "Ti amo così tanto che morirei per te. Per te farei qualsiasi cosa. Tu sei tutto per me." Tremava tutto e sembrava fuori di sé, mentre le sue mani tenevano tra loro il mio viso. Chiusi gli occhi e cercai le mani di Remus con le mie. Mi amava. Quell'uomo complicato, bellissimo e tormentato mi amava.
"Oh Remus." Gemetti mentre lacrime di emozione mi solcavano le guance, raggiungendo l'incavo del collo. Avevo bisogno che mi toccasse, avevo bisogno di sentire la sua pelle a contatto con la mia. "Ti prego, fa' l'amore con me." Sussurrai, mordendomi il labbro per la vergogna.
I suoi occhi erano tormentati, e il suo corpo sfregava contro il mio con bisogno urgente di farmi sua.
"Non chiedermi questo, ti prego." Mi supplicó con un tono di voce che fece tremare il mio cuore, serrando gli occhi sentendo che la sua erezione iniziava a premere contro i suoi pantaloni con rinnovato vigore. Nonostante la stanchezza psicologica e fisica che quella situazione mi aveva provocato, la mia femminilità iniziò a pulsare dolorosamente.
Presi le mani di Remus tra le mie e le guidai sotto alla maglietta del mio pigiama, all'altezza dei miei seni. Mi morsi con forza il labbro sentendo che i miei capezzoli erano turgidi e spingevano contro le dita di Lupin.
L'uomo gemette sommessamente, stringendo delicatamente i miei seni, per poi accarezzare la mia schiena con entrambe le mani, facendomi sospirare.
"Ho bisogno di te, prendimi Remus, ti prego." Lo supplicai. La mia richiesta così esplicita fece indurire ulteriormente il membro di Remus, lo sentivo spiengere prepotentemente contro il mio basso ventre.
"Perché ti comporti così?" Mi domandò con una strana luce negli occhi "Lo sai che non riesco a resisterti, ma se ti faccio mia quel mostro cercherà ancora di ucciderti."
Il suo tono era a stento controllato e mi constrinse a fare un passo indietro. Le mani calde di Remus si staccarono dalla mia schiena, portando via il calore di poco prima.
"Vuoi morire Sophia?" Mi chiese con tono pericolosamente calmo. Non risposi alla sua domanda, c'erano sempre stati momenti in cui non avrei saputo reggere il suo sguardo.
"Allora? Vuoi morire? È questo che vuoi?!" Urlò improvvisamente, colpendo la candela rossa sul mio comodino, facendola rotolare sul pavimento con un rumore sordo. Sussultai. Remus era fuori di sé e la vena sul suo collo pulsava visibilmente, mentre il suo petto ampio sembrava essersi allargato ulteriormente. Mi chiesi per un attimo se gli altri di sotto potessero sentirci.
"Ho solo bisogno di sentire che ci sei davvero, ho bisogno di sapere che non mi lascerai." Sussurrai abbassando lo sguardo, i suoi cambiamenti di umore erano sempre stati profondamente spossanti per me.
Improvvisamente sentii le sue braccia circondare il mio corpo, mentre una mano accarezzava i miei capelli.
"Perdonami." Sussurró "Ti prego perdonami. Non è colpa tua."
"Come posso amarti se non mi permetti di toccarti?" Gli domandai, scuotendo leggermente la testa.
"Non mi perdonerei mai se ti succedesse qualcosa a causa mia. Non vivrei senza di te Sophia."
"Non mi succederà niente, te lo prometto." Dissi, accarezzando con mani tremanti il suo volto "Fidati di me."
La sua erezione premeva ancora dolorosamente contro il mio basso ventre, e mi morsi il labbro per evitare di gemere.
"Credi che dovremmo scendere? Probabilmente gli altri si staranno chiedendo se è tutto apposto." Dissi, cercando di non concentrarmi sul fatto che la mia femminilità stesse ancora pulsando.
"Già, penseranno che ti stia scopando." Ammise, con un mezzo sorriso, che ricambiai subito.
Mi prese per mano ed uscimmo dalla mia camera scendendo piano i gradini cigolanti della scala di legno, dopodiché raggiungemmo gli altri, che si erano seduti sui divanetti del salotto e chiacchieravano a voce bassa. Arthur si schiarí la gola, ed immediatamente tutti si voltarono nella nostra direzione ed esaminarono le nostre dita intrecciate, poi fecero l'ultima cosa che mi sarei aspettata di vederli fare. Sorrisero ed iniziarono ad applaudirci come se fossimo una coppia appena sposata a cui i babbani tirano il riso fuori dalla chiesa.
Remus lasciò la mia mano e mi circondó la vita con un braccio, ed io appoggiai la testa sulla sua spalla. Notai che Charlie se n'era andato, o almeno non era seduto davanti al fuoco come tutti gli altri.
"Mi sa che i tuoi amici avranno un bel po' di domande da farti." Sussurró Remus al mio orecchio, per poi lasciare un piccolo bacio sulla mia tempia. Gli sorrisi e mi avviai verso il divanetto dove erano seduti Harry, Ron ed Hermione. Mi bastò guardare le loro facce per capire che Remus aveva ragione. Mi avrebbero fatto un interrogatorio completo di Verita Serum se non avessi risposto a tutte le loro domande, ma andava bene così. In quel momento ero semplicemente la ragazza più felice del mondo.

The Dark Side Of The Moon|| Remus Lupin (COMPLETA)Where stories live. Discover now