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Alla fine, ho ceduto. Stiamo ballando un lento, che sembra non finire mai.

Fede ha le mani sui miei fianchi, invece io, ho le braccia incatenate al suo collo.

Ha un viso particolarmente magnifico, ha dei lineamenti tutti suoi. Per non parlare del suo sorriso.

-Hai cambiato idea su ciò che hai detto in auto?- mi domanda continuando ad ondeggiare lentamente.

I miei occhi ritornano lucidi e cerco di non versare lacrime.

-No- rispondo con tono apparentemente deciso.
-Mi manchi. Sappilo- afferma con espressione seria.
-Anche tu mi manchi, ma non si può. Non voglio soffrire di nuovo- confesso guardandolo negli occhi mentre continuiamo a ballare dolcemente.
-Stai scappando- ribatte.
-Da qualcosa più grande di te- continua.
-Forse è vero, ma non mi interessa. Per la prima volta nella mia vita, ho deciso di scappare. E allora?- domando allontanandomi leggermente da lui.

Sento il mio cuore battere come non ha mai fatto e gli occhi pizzicare.

-Perché scappi quando potresti essere felice insieme a me?- mi domanda con gli occhi lucidi.

Il suo accento mi è sempre piaciuto, mi fa impazzire, è qualcosa di meraviglioso.

-Ti ho già detto che ho bisogno di tempo- ripeto.
-Ti ricordo che ho 13 anni, non 23. Devo capire bene le cose, devo capire bene ciò che voglio- continuo, per poi sbuffare leggermente.
-Ciò che vuoi sono io. Ciò che che vuoi sono i nostri cuore legati. Non è forse così?- domanda avvicinandosi.

Lo guardo, poi faccio per andarmene, ma lui mi blocca, tenendomi stretta per il polso.

Incrocio i suoi occhi, brillano, proprio come i miei.

-Rimani con me- sussurra quasi come se fosse una supplica.

Deglutisco e sento il mio cuore battere abbastanza veloce.

-A patto che tu la smetta di parlare di questo fatto- dico.
-Non puoi sempre scappare- borbotta.
-Basta!- esclamo.
-Scusa, ma non ce la faccio- continuo, poi mollo la presa e vado via.    

***

Mi sono infilata nel bagno senza dire niente a nessuno, ho bisogno di stare sola e capire cosa voglio io, o meglio, cosa vuole il mio cuore tanto indeciso.

D'un tratto, il telefono mi informa dell'arrivo di una notifica.

Da Ben:
Rose, come stai?

Solitamente le persone ti chiedono: "Come stai?" ma non gli interessa il tuo vero stato d'animo.

Te lo chiedono giusto per chiederti qualcosa. Magari perché non sanno cosa dire o perché si annoiano e perdono tempo a scrivere queste otto lettere.

Però se me l'ha chiesto Benji, significa che vuole sapere davvero come sto.

Lui mi è sempre stato accanto, lo considero come un fratello maggiore e non potrò mai farne a meno dei suoi  consigli, dei suoi abbracci e dei suoi sorrisoni.

A Ben:
Sto male. Ho bisogno di un tuo abbraccio, Ben.

Invio il messaggio e attendo la risposta, tanto so che non tarderà ad arrivare.

Da Ben:
Cosa è successo piccina?
P.s. Se mi dici dove sei, corro subito da te. Conosco bene Milano.

A Ben:

È successo tutto e di più, mi sento scombussolata, non so più cosa voglio. È una sensazione strana.

P.s. Sono al ristorante "Cibo e relax".

Da Ben:
Okay, tra qualche minuto sarò lì.

Dopo aver visualizzato quest'ultimo messaggio, metto in stand-by il cellulare e appoggio la schiena al muro: mi sento sola.

***

Da Ben:
Esci.

Ripongo il mio cellulare in tasca e sgattaiolo fuori dal bagno. Non vedo più Federico, tantomeno James.

Meglio così. Non dovrò perdere altro tempo. 

Faccio per uscire dalla struttura, ma puntualmente una mano calda ed enorme mi afferra il polso.

-Dove vai?- mi domanda il biondo.
-Lasciami, ti scongiuro- lo supplico con gli occhi lucidi.
-Dove vai?- ripete.
-Ben mi sta aspettando fuori- espongo abbassando lo sguardo.

Molla d'un tratto la presa e assume un'espressione infastidita.

-Cosa devi fare con Benjamin? Sai che è come un fratello per me- dice con tono arrabbiato.

Rido nervosamente, per poi agganciare il suo sguardo.

-Cosa vorresti insinuare, Fede?- domando guardandolo negli occhi.
-Nulla. Vai via se devi andare- sbotta acido.

Fa per andarsene, ma stavolta, sono io a fermarlo.

Con le poche forze che ho, gli stringo il polso, perciò si volta verso di me.

-Adesso smettila di fare la parte del bambino- lo rimprovero fissando le sue iridi azzurre.
-Ah, io sarei il bambino?- domanda con tono freddo.
-Sappi che io sono molto più matura di te!- esclamo.
-Certo, come vuoi. Ciao!- esclama, dopo di ciò molla la presa.

Stavolta non lo fermo. Deve smetterla di fare la parte del bimbo immaturo.

Prendo un bel respiro e mi reco fuori dal ristorante, con un uragano dentro.

Spazio autrice    
[17:45 22/10/17] 

UN AMORE SEMPLICEMENTE COMPLICATO.Where stories live. Discover now