Tanto va la gatta al lardo, che ci lascia lo zampino

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Il mattino seguente, dopo una notte insonne, Lily si svegliò con il cuore in gola.
Non sapeva che fine avesse fatto il suo James, né sapeva tantomeno cosa avrebbe fatto da lì a qualche secondo dopo.
Viveva, camminando su piccole scaglie di vetro. I frammenti gli creavano piccole ferite sui piedi, così lei andava cauta.
In senso metaforico, all' esterno pareva così agli occhi degli estranei, di chi non la conosceva. Ma chi l' aveva studiata, quei rari esemplari, sapeva che non era così.

-" Lily!" – urlò una voce proveniente dal piano di sotto della casa.

-" Lily! Ma insomma!" – replicò la voce con tono più irritato, come se la voce si fosse stufata di chiamarla.

Dalla porta, che sbatté violentemente contro il mobile, entrò sua madre, vestita con il pigiama e in mano teneva un vassoio con una tazza e dei biscotti in confezione.

-" Mamma! Dio Santo, si rovina il mobile!" -.

-" Non si bestemmia, stupida!" – e volò addosso alla ragazza un panno di cucina.

-" Ma quanto sei scema, mi fai male!" – urlò.

-" Non alzare la voce con me!" – replicò la madre con tono di sottomissione, facendo stare la ragazza al suo posto.

-" Prendi la colazione." – disse –" Poi, la porti giù in cucina, lavi i piatti e vai a studiare, senza stare ulteriormente in casa a fare la sgualdrina di qualche maschio!" – replicò la madre.

Lily era furiosa, un vulcano pronto a esplodere ma non disse nulla.
Fece come gli era stato ordinato e si recò in cucina, dopo aver fatto colazione in qualche minuto, gettando nel cesso i biscotti della nonna andati a male che odiava con tutto il cuore.
Lavò i piatti "da brava bimba" qual'era, poi furiosa, sbatté lo strofinaccio per terra e si levò di torno, sbuffando inorridita.

-" Ti odio!" – urlò alla madre furiosa poco prima di andarsene.

-" Quando torni, ti aspetta il resto hai capito?" – disse la madre ironica.

-" Non torno!" – replicò.

-" Ma sì, ma vai a battere in strada come una puttana. Sei una maiala!" – le rise dietro dicendole così.

-" Tu! Brutta troia che vai nel letto con mio padre solo per succhiargli l' uccello! Rispondi così a me, che sono la padrona di casa? Non sei nemmeno la mia vera madre.. Non lo sei!" - .

Ma prima che potesse finire la frase, la matrigna ( ora sai la vera storia di Lily) le fece volare un violento ceffone, tanto da lasciarle il segno.

-" Troia!" – le gridò Lily.

Non aveva mai dato segni di cotanto cedimento. Era furiosa, voleva ammazzarla.
Afferrò in mano l' ombrello.

-" Tua madre l' hanno uccisa Lily! Io ho solo aiutato tuo padre, a tirarsi su il morale. Ti voglio bene!" – replicò, quasi con spavento la madre quando la figliastra, con gli occhi pieni di rabbia e follia, prese in mano l' ombrello puntandogli il ferro contro.

-" Ti dovrai accecare con questo oggetto, strega!" – le disse con un tono violento.

Poi gettò per terra l' ombrello, ricordandosi della madre e del veleno che lei le aveva dato, per stare con Jimmy e se ne andò, rattristita e sconsolata.
Sbatté la porta e uscì fuori. Per tutta la giornata stette a scuola, studiò e non considerò minimamente quelle poche amiche rimaste.
Agli occhi di tutti era una prostituta, una ragazza di malaffare. Solo Jimmy, di nascosto da occhi indiscreti, s'avvicinava a lei per baciarla e scoparla, ma lei rifiutava sempre.
Pensava a James, al suo amato e come riaverlo ma ormai lui da lì a poche ore sarebbe partito per mai ritornare.
Lily corse via dalla signora Finnegan, la madre di James per chiederle dove fosse il suo amore. La signora, quando la vide la fece accomodare. In casa con lei stava uno sconosciuto, o per lo meno così era ai suoi occhi. Era presente in casa anche quando James la mandò a quel paese. Che maleducato!
Pensò così probabilmente nel rivivere quell' attimo. Lily si accomodò in casa dopo aver suonato al campanello.

MEPHISTOWhere stories live. Discover now