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Lezioni di filosofia
Qualche giorno dopo quella notte sul ponte, finalmente James tornò in città.
Tornato a casa, dopo qualche sonora strigliata di capo, confessò che s'era nascosto poco fuori la città, in una piccola capanna in un bosco.Là, quando i tempi era diversi, ogni tanto James e Lily andavano a fare l' amore.
River Valley
Qualche anno prima-" Corri dai, prendimi se ci riesci!" – gridava James a gran voce.
Lily aveva il fiato corto eppure correva. Era dietro di qualche metro. I due sorridevano e urlavano gioiosi.
-" Ti prendo!" – disse Lily a gran voce, con tutto il fiato che aveva in corpo.
Per terra c'era qualche foglia secca, altre cascavano dai rami a peso morto. Tra i capelli spirava un delicato vento autunnale, come fosse una brezza marina, come il gentile tatto di una mano amico che t' accarezza. I capelli ondulavano a seconda della direzione del vento.
Si fermarono vicino a quella capanna, che James ricordava. Non ha mai dimenticato nulla, è la sua maledizione.
Ma questo ricordo James l' aveva impresso perfino su carta, sul suo diario e strappò quella pagina dandola a Lily. La conserva sempre, dove non si sa. James sospetta nel cassetto di camera sua, in un portagioie.
Lily lo acciuffò per la manica della maglia, lo trascinò a sé e poi lo fissò.
Gli sistemò delicatamente il capo rovinato, che aveva appena strattonato.
Lui le fece un sorriso, un bacio, poi scostò la testa e vide dietro di lei un meraviglioso spettacolo.Il sole che delicatamente si perdeva nel mare, sommerso dalle onde, l' azzurro divenire rosso e il cielo riempirsi di stelle sotto candidi sorrisi, sotto dolci promesse, sotto affanni e tesi sospiri insicuri, in una notte che sa di amore.Volta infernale
Dialogo teologico e filosofico: il destino dell' uomo
Mefistofele dialoga con Dio.
Quando la funerea gioia del demonio fu così elevata, da presentarsi a Dio, da trionfatore ( che poco prima, nella notte era intervenuto nel cuore di James per far sì che mai scordasse la dolce Lily, che soffre per amore) , con voce salmodica e profondo rispetto, disse:
-" Ave Signore! Perdona se il mio gergo, ancora una volta, si lascia un po' da tergo le superbe teorie del paradiso; perdona se il mio viso, non porta il raggio, che ghirlanda i crini degli altri cherubini. Perdona se dicendoti, corro il rischio di buscare dei fischi. Il Dio piccino, della piccina terra, or tutto adorna il malfatto mio disegno.La Terra si gela al battito delle ali maligne, ogni sole tramonta al mio respiro.
Sì, maestro divino, in buio fondo crolla il padrone del mondo! E non mi da più gioia, ancor tormento, il nostro patto, già vinto!" -.Il coro rimprovera il monologo demoniaco e interviene.
-" Dicci, senza mezzi termini, o maligno, quale pensiero scombussola il tuo voler? Non avevamo patto?" -.
Monologo filosofico di Mefistofele sull' uomo e i peccati.
-" Sì, mio maestro, il mondo ormai conosce l' oscurità e tutto s' adempia a tenebra, perché il Figlio dell' Ozio, vince sul padron, il suo schiavo con falce e martello si ribella senza mietere il grano.
Come il pulcino più non ode l' affranto grido mortale della madre, che disperata raduna sé dai quattro venti i Figli della Morte. Quand' essi verranno, e ora è giunta l' ora, i Figli della Morte mieteranno le anime: vi sarà stridore di denti, perché Colui disse che la mia fornace, il mio reame è fatto da rei e impuri, che la divina volta più non volge di un degno sguardo.
Tu, nel contenzioso disegno del cosmo, hai dato vita al mio affannoso passo, che usurpa ogni luce. Il mio scettro toglierà la tua corona, se l' uomo, da Te creato, cadrà. Ma più ciò non m'aggrada che egli è già caduto.
L' ultima anima pura ormai è mia e io andrò da lui a mostrargli i piaceri terreni, che si compiaccia al mio volere.
Uomini, il cui funesto destino è null' altro che male: adoperate il bene nel fare il male, ciò che la strada scura pone in mezzo, voi raccogliete. Non osservate crescere le spighe d' oro del grano, ma l' erbaccia. L' occhio si concentra su ciò che la mente segna: la mente vede ciò che vuole vedere, il male si rimembra, il bene no. Essi hanno cicatrici in volto, si coprono con veli fasulli e amano essere attori di loro stessi. Interpretano, con parsimonia e aria, ciò che si costruiscono.
Il lor mal pensare non discerne da me: essi adorano il male, seguaci di un Dio lontano, assente. Parte di una latebra che copre il gran tutto: sono uno spirito che anela il male e fa il bene.
L' uomo anela il bene e fa il male. Ama e stupra; adora e consuma; costruisce e distrugge. Deforme.
La rovina universale, mio Signore, è atmosfera che respiri: il tanfo che le volti celesti odono su per le narici, non viene dal marcio del pattume umano, la discarica non è nel mio reame. Tengo alla mia pulizia, non viene da me. Poni il naso fuori, come un grillo saltellante. Poni il Tuo immenso sguardo fuori.
Uomini, che anelano i piaceri carnali: il sesso, il fumo e la droga. Usano sostanze mistiche a me sconosciute, di cui non concepisco il senso per trarre energie e non comprendono, nella loro minuziosa e ottusa conoscenza delle cose impossibili, che ciò li deforme.
Mai vedesti un uomo camminare in qual si voglia vestiario? Mai vedesti una donna adorare con parsimonia un così sostanzioso strumento di piacere? Mai, e ne vidi, di donne con così tanto coraggio, da denunziare ciò che è illecito e che la volta umana non condanna, ma per piacere perverso, approva, consolida e legalizza.
Ecco il mondo! Piccola sfera, che sì soffia mal vento, vola via perso.
Verranno, mio sovrano, i Cavaliere del Destino Funesto ed essi falceranno le anime contenziose del sì fatto piacere: già molti, nel loro peccaminoso senso di lussuria, legalizzarono il sesso. O, cherubini, voi nascondete l' udito a simili parole, perché il mio verso non contempla il meraviglioso divino disegno del creato?
Ma ponente, oltre le piumate ali, lo sguardo al mondo che emette fumi tossici, come scarichi di una fabbrica malata. Come un vecchio, poco prima dell' ultimo spiro, tossisce, anela e soffre: soffre nel morire! Il mondo muore, perché l' uomo è malato.
Ecco il mondo! Che Tu diedi in sì graziosa volontà, scoppia! Si tende, si spezza, si frantuma. Esplode. Che rimarrà del voluttà e oscuro destino dell' animo umano? Brucerà? Pascolerà, libero come selvaggina, nei campi sterminati delle immense volti celesti, bevendo a fonti eterne?
Uomo, dai mille peccati, le tue ombre furono così mai dissolte da te? Uomo, che dici amare, tu tradisci e aneli al sentimento oscuro, tetro. Mi convocasti tu, uomo, nel crocicchio della tua via, adornando dei miei segni il tuo cuore e cedendo ai vizi del mondo osceno.
Non vedi i vizi che il cuor consumano, bruciano di passione smielata, in un dramma che mai nessuno vedrà? Renditi conto d' essere così piccino, così inutile.
E quando te ne rendi, la maschera che il tuo sì forte orgoglio, montato da elevate torri di Babele, per giungere a un minuscolo dio, insignificante allo splendor ch'io fui e che qua, essi sono; allora, ecco che l' anima nera acciuffa per i capelli, il tuo gesto.
Svesti le donne, abusi di piacere: sfondi! Apri voragini profondi! Si trafigge il cuore di pali, si trafiggono di chiodi, si trafiggono di quel legno che il Figlio dell' Astro e delle Alti Nubi portò su quel monte laggiù.
Vogliosa polvere, che cotanto fatichi ogni dì, il tuo sudore non ti soddisfi, che getti nel fuoco il mondo per il vizio dell' uomo?
Mai donna osservò con sospetto sinistro il camminare di un signore, mai gli si accosto proponendo del sesso, mai si pose a gesti volgari, mai ne giudicò lo scapigliato vestire.
Un uomo giudica, osserva e brama: una preda da cacciare, il cacciatore dunque prepara il colpo, colpisce e fugge. Fugge dai fantasmi, dalle lanterne luminose che il cielo assorbe in sé, ogni stella è una lacrima di una donna. Ogni stella è un pianto di un neonato, di un morto, ch' io cullo nel mio tetro reame, dove la morte si vacilla lieta e crogiola nel suo orrendo brodo.
L' anima, a Te lieta canta lodi e salmodie: ma le lodi non cessano la guerra, le lodi non fermano gli stupri, la lode non ferma la bestia umana." -.Monologo di San Michele Arcangelo, messaggero.
Il fato dell' uomo e il suo viaggio.-" Se tu fossi Figlio del Vento, udiresti il parlare dell' uomo, che lieto sussurra al Vento e ai suoi discepoli, il magico parlare. Sussurra parole che imprime in inchiostro, perché i cari non smarriscano ciò che è giusto e puro.
Il casto perderà la sua verginità con la dama più empia del villaggio: essi avranno figli. I loro figli saranno chiamati Figli dell' Avvento: da loro si avranno carestie e fame di guerra.
L' uomo dominerà su altri uomini e tempo verrà che per il mondo sarà la fine. Poi, il Sole si spegnerà e la Luna genererà i Figli del Cosmo. Le stelle saranno con loro: essi illumineranno il cammino ai Figli del Regno.
Il loro dolce fiato porrà nuovi semi, essi germoglieranno e fioriranno, dando buoni frutti.
Il seminatore, che ha seminato tali semi, raccoglierà il buon raccolto e li darà ai Figli del Regno.
I Figli del Cosmo si riuniranno dai quattro angoli della Terra al suonare delle sette trombe nelle sette arcate celesti, e sarà la fine.
Ma non la fine, il principio della fine. La fine verrà quando la luce trionferà sull' oscurità: allora una luce intensa folgorerà il mondo. Per sette anni ci sarà il buio e i demoni gioiranno della caduta: ogni uomo morirà. Ma l' anima, che avrà creduto ai Figli del Regno, sarà salva e nel suo immenso viaggio avrà reso felici altri Figli del Cosmo, e raccoglieranno finalmente i frutti. Ma dall' amaro destino, giorno verrà, in cui un nuovo sole brillerà agli occhi dell' uomo, e allora tu, perfida canaglia che insinui il tallone del viandante, coma la serpe tuo parente, sarai gettato ai remoti dell' Altrove, nel Regno senza Fine, di cui gli angeli sanno e all' uomo è sconosciuto. Le medicine, le scienze, le pozioni, le cure, gli sperimenti, le dottrine, le filosofie, gli studi: giorno verrà, in cui il sapere sarà vano. E quel giorno, Dio rivelerà il suo volto e la sua potenza, e tu, demone dell' Altrove, tornerai strisciando tra gli incubi di una vergognosa sconfitta: mai ti fu concesso a dire quella parola che brama ogni cosa, che spinge l' uomo agli spergiuri e alle solenne promesse di fede alla luna mutevole d' autunno. Le foglie cadano, ma da esse si generano altre foglie e la vita prosegue, in un infinito cerchio della vita, dove ogni cosa è connessa. Ne si sente il respiro, l' affanno, la gioia ed il dolore. Le stelle da lassù, degli avi e lontani condottieri di un funesto sogno fugace, di una speranza remota che accende i cuori e riscalda le fredde notti d' inverno. Una parola, quella, sarà la tua rovina, se lui dovesse rendersi conto che il tuo insidiare è vano, e che la bellezza del mondo, seppur dispersa nei dolori infiniti, resta tale agli occhi di colei, che conosce quella parola e la usa. Giorno verrà che loro diranno quella parola a fatti e allora il creato udirà le lodi del Signore, perché grandi cose ha fatto l' Onnipotente, e tu suo servo, ti prostrerai sconfitto, umiliato, espulso dalla corte celeste, perché finché l' uomo vive, è indotto al male, ma guai a te, se l' uomo felice del suo amaro pianto e della sua miseria, nel dolore, ricorda il tempo felice. Vuoi tu andare avanti? Credi che il mondo sia così in rovina? "-.-" Sì, maestro divino, il mondo crolla. Vero! In buio fondo, si perde. L' uomo è smarrito. Ma nel disegno della gloria celeste, noi siamo parte di quel gran tutto, che vuole il male, ma opera il bene." -.
Mefistofele si allontanò dalla volta celeste, si congedò da pari e tornò da James la notte stessa, mentre il cielo stellato illuminava River Valley.

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MEPHISTO
RomanceSeconda Edizione. In revisione, disponibile da Settembre 2018. Iscritta ai WATTYS 2018. In competizione. CONCORSI: - Leggiamoci2017 (vincitore) - Premio Pertini 2018 (vincitore) - Contest WP Advisor (terzo classificato) - Concorsiamo 2017 ( qu...