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Sarà la terza volta che repubblico questa storia, lol- ma la trovo troppo carina per non pubblicarla (dopo averla "sistemata") anche se molto probabilmente l'aggiornamento avverrà tra qualche secolo~

-Ho vinto!- urlò il biondino pieno di soddisfazione. -Ancora- mormoro l'altro con tono seccato, raccolse tutte le carte mischiandole nuovamente.
-Levi, perché non facciamo un altro gioco?- borbottò il biondo sbuffando annoiato -tanto vinco sempre io in questo- aggiunse.
Il piccolo corvino gli lanciò uno sguardo di sfida -no. Questo- disse in modo freddo ma deciso. Furlan sbuffò alzando gli occhi al cielo, si appoggiò contro il muro alla sua destra guardando le mani dell'altro mentre rimescolava le carte da gioco.

Il biondo alzò appena la testa guardando fuori dalla finestra situata proprio sopra di loro. -Hey, Levi...- il suo tono era pacato e stranito, guardava confuso l'esterno.
-Ti ho già detto che giochiamo a questo- borbottò, -non questo...- sussurrò l'altro -guarda fuori- lo sguardo di Furlan rimaneva confuso mente in quello di Levi spuntò un accenno di curiosità.
Si alzò da terra e guardò fuori insieme all'amico.
C'erano quattro bambini fuori, uno dei quali si distingueva per il proprio colore di capelli, un rosso scuro che sotto il sole era come se si accendesse, erano divisi in due trecce dietro la testa.
Quel piccolo corpicino era a terra, circondato dagli altri.

Levi storse il naso, uscendo di casa e camminando lentamente verso il giardino dell'abitazione, seguito da Furlan.
-Lasciaci giocare in pace- urlò uno dei tre, -solo perché sei appena arrivato non significa che puoi fare ciò che ti pare- borbottò un altro, mentre quel l'altro ancora lo stuzzicava con un piede.
Quella piccola chioma rossa era accovacciata a terra, un po' tremante e sporca di terra.
-Cosa state facendo?- sbuffò il corvino avvicinandosi a loro, con sguardo gelido li fulminò tutti e tre.
-Levi... Ci ha interrotti mentre giocavamo- borbottò uno dei tre con innocenza nella voce, e un pizzico di paura.
-Mh...- lo sguardo del corvino cadde in basso, un piccolo bambino ancora accovacciato.
Un sottile strappo si rilevò in una delle maniche imbottite della camicia arancione -oi, riesci ad alzarti?- chiese sempre con lo stesso tono, il silenzio fu la sua risposta.
Levi alzò lo sguardo verso i tre -che gli avete fatto?- domandò seccato.
Tutti e tre indietreggiarono alla vista del suo sguardo e nell'udire quel tono, e -niente!- rispose velocemente uno dei tre.
-C-Codardi...- mormorò una voce estranea, -siete solo dei codardi...- mormorò ancora, quel corpicino provava a risollevarsi e puntò i suoi grandi occhi verdi e minacciosi contro i tre. -Prendersela con qualcosa di più debole...- continuò con disgusto -non avete un minimo di onore?- urlò in fine, qualche lacrima sembrava traboccare benché fossero evidentemente trattenute.
Stringeva qualcosa a sé, qualcosa di piccolo, contro il petto.

Levi fulminò quei tre un ultima volta -andatevene- disse per poi voltargli le spalle e concentrarsi sul rosso -quindi parli... E riesci ad alzarti- fece cadere la testa verso sinistra guardando incuriosito ciò che teneva gelosamente fra le mani.
-Cos'hai lì?- domandò, quei grandi occhi verdi incrociarono quelli del corvino, lentamente quelle mani si schiusero dal suo petto, rivelando un piccolo uccellino.
-L'avevano fatto cadere dal suo nido...- sussurrò abbassando lo sguardo verso la creatura, gli accarezzò dolcemente la testa con un dito -lo stavo proteggendo- aggiunse con voce rauca e sottile.
Levi sospirò alzando lo sguardo verso Furlan, l'amico gli sorrise ammiccando un po', -vieni...- disse incamminandosi -lo rimettiamo al suo posto- aggiunse il biondo seguendolo.
Quei grandi occhi verdi si illuminarono, seguì a grandi passi i due che si avvicinavano a l'unico albero in circolazione.

Levi si voltò verso la chioma rossa -piccoletto, dammi quel coso- disse riferendosi alla creatura racchiusa ancora fra le sue mani. Il bambino scosse vivacemente la testa tenendolo stretto a sé.
Levi sbuffò, si arrampicò per primo e dopo essersi sistemato su un ramo allungò una mano che venne subito afferrata dal rosso.
Furlan lo spinse da dietro aiutandolo a salire.
Il piccolo si guardava attorno in cerca del nido, che trovò quasi subito e mise delicatamente il pulcino al suo interno.
I suoi grandi occhi si spalancarono entusiasti e soddisfatti, guardo Levi accanto a lui con gratitudine -grazie Levi-aniki- da quei grandi occhi verdi traboccavano delle sottili lacrime.
Il corvino scostò appena il naso sospirando subito dopo -come ti chiami?- chiese scocciato, -io sono Isabel- rispose con un sorriso sincero.
Sia Levi che Furlan rimasero sorpresi da quella risposta. Entrambi si soffermarono nel guardare il bambino... Ovvero, la bambina che avevano aiutato.
Lo sguardo di lei si tramutò in uno confuso, mentre lentamente scivolava via dal ramo dove si era appostata...
Levi allungò la mano nel tentativo di prenderla, ma la sfiorò appena.
Si sentì un piccolo urlo e subito dopo un urto.
Un sottile lamento interruppe subito il silenzio -ma quanto pesi?- domandò il biondo continuando a lamentarsi.
Isabel guardò Furlan, proprio sotto di lei. L'aveva salvata da quella caduta che le avrebbe costato almeno una gamba rotta.
Il viso si tinse dello stesso colore dei suoi capelli -s-scusa...- balbettò dispiaciuta allontanandosi.
Levi scese senza problemi dall'albero mentre Furlan iniziò a ridere.
La mano di Levi accarezzò i capelli rossicci di lei -non chiedere scusa se non è colpa tua- si incamminò tornando nell'orfanotrofio, Furlan si alzò da terra seguendolo. Levi, con le mani in tasca, e Furlan, con le mani dietro la testa, si voltarono verso di lei. Isabel era ancora seduta a terra, guardandoli con le lacrime agli occhi e lo sguardo perso.
-Non vieni?- domandò il corvino mentre l'altro le sorrideva. Lo sguardo della rossa si illuminò di nuovo, sorpresa e felice. Annuì sicura alzandosi poi da terra, si pulì i vestiti e li raggiunse.
La sua mano afferrò l'orlo della maglia di Levi, tenendola stretta. Lo sguardo era basso ma seguiva i loro passi sicura.
-Sai Isabel... Pensavo fossi un maschio- borbottò Furlan gonfiando le guance un po' deluso, Isabel arrossì ancora -eh? Perché l'hai pensato?- brontolò offesa dal bambino più alto, non lasciò la manica di Levi. Non avrebbe mai voluto lasciarla andare...

𝖧𝗂𝗋𝖺𝖾𝗍𝗁 - 𝖾𝗋𝖾𝗋𝗂Where stories live. Discover now