Distruggere armadietti con un piede di porco

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Quando raggiungo gli armadietti, trovo naturalmente una folla di studenti che si stanno già preoccupando di scattare delle foto e registra dei video per commemorare  l'evento traumatico. Pamela è dietro di me, il volto ancora pallido e gli occhi sbarrati, rimane bloccata fra gli studenti che circondano l'armadietto. In mezzo a loro, c'è un buco vuoto riempito solamente dai gemelli King. Sophia è fra i due fratelli, le labbra tremanti, gli occhi vitrei. Mi avvicino lentamente, contemplo l'orrore che è appena stato provocato da una persona senza volto e senza nome. Visto dal vivo il risultato è ancor più grottesco, mi riporta indietro nel tempo, a quando anche io e Luke venivamo umiliati in questo modo ogni giorno.

Aaron è accanto a Sophia, furente, lo sguardo omicida che incute timore anche da lontano, e Bill sembra fuori di sé dalla rabbia, il suo sorrisetto da completo coglione è scomparso, sostituito da un'inquietante volto furibondo che non gli si addice proprio. <<Quand'è successo?>> mi ritrovo a domandare, avvicinandomi ai King con cautela.

Stoccafisso mi fissa costernato, la rabbia sembra alleviarsi quando i nostri occhi si incrociano. <<Non lo so, siamo arrivati qui dieci minuti fa, e questo è quello che abbiamo trovato.>>

E' TUTTA COLPA TUA.

Sono parole forti, distruttive, potenti. Sono parole piene di rancore e disprezzo. Parole che possono scalfire anche l'animo più umile e gentile. Le labbra di Sophia tremano, le sue dita sfiorano le bozze che hanno deformato il metallo dell'anta. <<Non... non capisco>> mormora sottovoce. Sembra invecchiata di dieci anni, il suo sguardo è perso nel vuoto, la sua mente sta cercando di dare un senso a ciò che sta osservando, riportandola indietro col tempo, a dei ricordi passati che non dovrebbero venire a galla, a dei rancori mai espressi e rimpianti mai risolti. Inspiro profondamente. 

<<Non c'è nulla da capire>> interviene Bill, la voce così carica di odio da far sussultare molti studenti. Si guarda attorno, le sue labbra si stringono in una linea dura quando incontra lo sguardo di Pamela, in piedi con gli altri studenti. <<Sei stata tu, non è così?>> grida, e la sua voce risuona fra le pareti del corridoio in un eco carico di disprezzo e disgusto. 

<<Bill...>> prova a richiamarlo Aaron, ma invano. Suo fratello non lo ascolta, non ascolta nessuno di noi, la rabbia lo ha catturato e non vuole lasciarlo andare. Marcia verso Pamela, ogni passo sembra scandito dal rancore, ogni respiro dal dolore, lei rimane ferma, inerme, incapace di rispondere. <<Pensi che sia divertente? Pensi che ci faccia star male? Deve piacere un sacco prendere per il culo le persone, non è così? Hai ucciso tuo fratello e ora vuoi uccidere pure Sophia?!>>

<<Bill...>> la voce di lei è tremante, gli occhi lucidi, ma lui non vede, non capisce, non si rende conto di quanto quelle parole la stiano ferendo, di quanto la sua rabbia la stia uccidendo. Aaron sospira, ma non sembra intenzionato a intervenire, probabilmente perché ha gli stessi sospetti del fratello, perciò, a questo punto, non resta altro che sia io a farmi carico della situazione. <<Ridarella, Pamela è stata con me tutto il pomeriggio, non può essere stata lei>> mi avvicino a lui e lo strattono per un braccio, e in risposta vengo solo spinta contro la parete con violenza. La mia testa sbatte contro il muro, e nelle orecchie risuona il sibilo del cervello che rimbalza nella scatola cranica. 

<<Bill!>> stavolta a gridare è Sophia. <<Non...>>

<<Perché mai mi dovrei fidare di te?>> sibila lui, la sua voce imponente, gli occhi magma puro, mentre mi osserva con un disprezzo che riconosco, che ho sempre ricevuto da parte di molte persone, sia in passato che adesso. Ma è strano, stavolta fa più male del solito, stavolta, quando mi guarda con così tanto disgusto, mi sento più fragile del solito. E la rabbia monta, risale dallo stomaco fino alla gola, fuoriesce dalla mia bocca con così tanta amarezza da provocarmi un'altra cicatrice: <<Perché io me ne sbatto della vostra relazione>> rispondo con un sibilo, mentre mi massaggio il punto dolorante.

La custode di cuori {COMPLETA} (IN REVISIONE)Where stories live. Discover now