5. A Stranger

788 50 1
                                    

Nessuno ci avrebbe scommesso eppure alla fine Seth ce l'aveva fatta, era passato un anno da quando la sua vita era stata brutalmente scossa da quel dolore ma lui era guarito. Nonostante il suo corpo ne portasse ancora i segni, la mente del rosso era andata avanti, si era purificata dal terribile tormento dell'amore. La sua anima era vuota e questo era un bene, poteva finalmente concentrarsi su quello che era davvero importante: i suoi disegni, la borsa di studio all'Accademia e il suo lavoro al pub.

Byron alla fine era riuscito ad ottenere la licenza e diventare il nuovo proprietario del Celtic Druits insieme a Mark, anche se quello era spesso in giro ad inseguire la sua passiona per la fotografia. Seth era grato al suo amico per averlo assunto, a casa sua la situazione non era cambiata e l'ingresso all'Accademia non era stato accolto di buon grado dal nonno, questo aveva portato ripercussioni sul rapporto con il padre.

- Stai pensando a quello che farai della tua vita? – aveva detto Norman con sguardo serio – come pensi di vivere? È ora che tu smetta di sognare a occhi aperti –
- Non ti sto chiedendo niente, quindi lasciami in pace – ringhiò Seth – posso anche andarmene se la mia vista ti disturba tanto –
- Dovresti iscriverti ad un college e intraprendere una carriera rispettabile, non fai altro che agire d'istinto senza pensare alle conseguenze. Tuo nonno ha ragione, inizia a crescere –
- Non preoccuparti – sbottò il ragazzo dandogli le spalle – penserò io a me stesso, non voglio niente da nessuno di voi –

Seth avrebbe davvero lasciato casa sua, ma la madre ne sarebbe rimasta troppo ferita, così era rimasto per lei anche se ormai non parlava molto con nessuno di loro. Aveva ottenuto una borsa di studio e insieme allo stipendio del pub era in grado di provvedere da solo alle spese per il materiale dei corsi, così aveva continuato imperterrito per la sua strada.

- Seth, ti dispiace andare a prendere l'ordine del cliente appena arrivato? – chiese Byron indaffarato al bancone, riportando la mente del ragazzo al presente.
Il rosso annuì ma quella sera era davvero a pezzi, era da poco iniziato l'ultimo turno e detestava quel tizio solo per essere arrivato così tardi. Non ci volle molto per individuarlo, sedeva da solo e si guardava intorno con aria circospetta, Seth notò che era un forestiero, era ormai abituato ai soliti clienti di South Gate, quel tipo aveva un aria decisamente particolare. Era moro con i capelli corto e una leggera barba, gli occhi erano profondi e tutto il suo corpo sembrava in attesa.
Il rosso si fece coraggio e andò verso di lui con l'enorme desiderio di farlo ordinare e poi cacciarlo via per mettere un punto a quell'interminabile serata.
- Che ti porto? – chiese svogliatamente.
Il ragazzo spostò lo sguardo su Seth e quello si ritrovò imprigionato in un paio di occhi verdi e brillanti, fu strano per il rosso, qualcosa in quello sconosciuto sembrava averlo afferrato.
- Tu cosa mi consigli? – chiese piegando leggermente la testa per contemplare meglio il cameriere.
Ancora nervosismo, Seth sentì una strana stretta allo stomaco ma cercò di riscuotersi.
- Quello che ti pare – disse secco – ho altre ordinazioni da prendere –
Quello rise e si portò una mano a coprirsi le labbra – di solito i camerieri non dovrebbero essere più gentili? –
Il rosso era attonito, stava davvero flirtando con lui? I brividi accapponarono la pelle del ragazzo, ricordava ancora troppo bene la bruciante sensazione che l'amore gli aveva lasciato: il vuoto, la paura, il dolore. Non era interessato a sentirsi nuovamente così, il solo udire quel tono interessato e sensuale gli procurava la nausea.
- Io non sono gentile, posso chiamarti Roxy, lei è molto gentile, se sei in cerca di gentilezza – sputò quelle parole con assoluto disprezzo.
Lo sconosciuto non sembrò sorpreso o turbato, anzi, il suo sorriso si allargò sorprendendo l'altro.
- Sei tanto incazzato con tutti o sono solo io che ti sto antipatico? – mormorò trattenendo maldestramente il divertimento.
- Voglio solo andare a casa e per farlo devo finire il mio turno, che non si concluderà mai se non ti sbrighi ad ordinare – rispose incrociando le braccia.
- Allora facciamo una cosa: io ordino e dopo aspetto che stacchi, così facciamo un giro e magari ti faccio dimenticare il malumore – disse totalmente serio.
Seth era sgomento, sollevò un sopracciglio – prego? Sai che potrei denunciarti per molestie? Questo sì che mi farebbe dimenticare il malumore –
- Beh se devi denunciarmi, posso sapere il nome del ragazzo per cui sto andando dentro? –
- No – sbottò e cercò di allontanarsi ma qualcosa glielo impedì, lo stava trattenendo per un braccio.
Seth era pronto a colpirlo, spaccare quella stupida faccia impertinente ma qualcosa lo fermò, finì nuovamente prigioniero di quegli occhi verdi e il suo corpo si paralizzò.
– Un Irish Cofee ... per favore
- Era ora –
Il rosso tornò poco dopo con l'ordinazione e lo sconosciuto continuava a fissarlo prepotentemente, il ragazzo posò la tazza sul tavolo e l'altro gli allungò i soldi.
- Puoi tenere il resto – mormorò portando la tazza alle labbra.
- Sei sicuro che vuoi darmi una mancia così alta? – chiese sorpreso.
- Sì ... -
- Non ci vengo a letto con te, non farti strane idee. – mise in chiaro con una punta di disprezzo.
- E io aspetterò che stacchi – disse il moro a mo' di sfida.
- E perché di grazia? – l'irritazione la stava facendo da padrone nella mente del rosso.
- Perché non so ancora il tuo nome – rispose semplicemente.
- Nemmeno io so il tuo – gli fece notare – ci provi tanto e nemmeno ti presenti? –
Quello rise e sporse la mano verso Seth – Koll ... incantato – disse con sarcasmo.
A quel punto il ragazzo allungò la mano verso di lui controvoglia – Seth, dannatamente irritato quindi bevi il tuo caffè e vattene –
Il moro non la afferrò, con enorme sorpresa del ragazzo, lo sconosciuto lo prese per un polso e lo ruotò poi baciò delicatamente quasi il punto in cui un anno prima Seth aveva inciso il suo dolore. Quel gesto provocò una scossa elettrica che si irradiò lungo tutto il suo corpo, le ginocchia tremarono leggermente mentre l'altro lasciava andare il suo braccio ancora sorridente.
- Come vuole cameriere, per questa sera niente – mormorò - ma la prossima volta voglio un appuntamento, sono uno che non si perde d'animo –
- Illuso – ringhiò stringendo il suo braccio al petto.
- Determinato – lo corresse.
Poi si sollevò e andò via.
Seth rimase fermo ancora per un po', sentiva quegli occhi fissi su di lui, il punto in cui le sue labbra lo avevano sfiorato la pelle pizzicava. Invitò se stesso alla calma, doveva allontanare quella strana sensazione, doveva ripulire la sua mente da quel tipo. Non poteva permettersi niente, il rosso lo sapeva bene, non era come le altre persone, i legami erano rischiosi per uno come lui.
- Tutto bene? – chiese la voce di Byron riportandolo al mondo reale.
- Si, scusami, finisco con queste e stacco- rispose ripulendo il tavolo.
- Quel tipo chi era? – continuò con un mezzo sorriso – nuovo cliente? –
Seth scosse la testa – solo un forestiero, spero che non torni a rompere le palle. –

Nonostante la stanchezza e il freddo quella sera il rosso non rientrò subito a casa, si sentiva nervoso e decise di camminare ancora un po', scrollarsi la sensazione di quegli occhi così profondi. Ne era rimasto turbato, dentro di sé albergavano paura e curiosità per quello sconosciuto.
Quando fece ritorno alla villa era notte fonda, tentò di non fare rumore, certo che tutti stessero dormendo ma si sbagliava, Richard apparve all'ingresso e si posizionò vicino le scale. Seth non sopportava neanche la sua vista, era colpa sua e del controllo maniacale che esercitava su chi viveva sotto quel tetto se le cose erano andate solo peggiorando. Il rosso sapeva che quell'uomo non era perfetto come faceva credere, poteva percepire il suo marciume nonostante si erigesse a giudice e giuria.
- E' molto tardi Seth, ti sembra l'ora di rientrare? – Chiese con tono inquisitore.

- Non credo siano affari tuoi, non sei la mia sentinella – rispose quello a denti stretti.

- Il tuo astio nei miei confronti è davvero fuori luogo – commentò – Questo non è il modo di rivolgerti a tuo nonno. –

- Il mio astio? Sei tu il primo a starmi costantemente con il fiato sul collo! Pretendi di decidere tutto quello che dovrei fare, ci manca solo che mi fai rinchiudere in una gabbia – Sbottò.

- Lo faccio perché so come sei fatto – Disse ad un tratto con un tono serio tanto da spaventarlo, i suoi occhi erano colmi di qualcosa di terribilmente severo, come un giudizio universale – Sei instabile Seth, fuori controllo, lo sei sempre stato fin da piccolo. Troppo attaccato alle cose, come se non sapessi che tutto ha una fine in questo mondo, come se non ti rendessi conto che le persone non sono animaletti di pezza che puoi stringere a te per sempre – Quelle parole colpirono il giovane dolorosamente –Per la tua indole trovo che l'arte sia la scelta peggiore, darebbe ancor più spazio ai tuoi sentimenti, a quelle emozioni che sarebbe meglio per tutti se tenessi sotto controllo. Ti servono studi che ti aiutino a disciplinarti, non che ti incoraggino a questa tua costante ambivalenza. –

Seth rimase in silenzio a fissare quegli occhi scuri e autoritari, lo odiava, in quel momento lo detestava al punto di saltagli al collo sul serio. Il rosso sapeva che il nonno non lo conosceva affatto, trovava il suo giudizio una totale mancanza di rispetto, solo un tentativo di sminuire la sua esistenza.

- Proprio tu mi fai la predica? – Ringhiò - Proprio tu mi dici cosa è giusto e cosa sbagliato, cosa è meglio fare e cosa no? Tu parli a me di regole? – Rise schernendolo – Tu non sai neanche di cosa stai blaterando, hai sempre fatto quello che hai voluto in vita tua, hai sempre messo te stesso sopra gli altri, persino sopra i tuoi figli! – Lo oltrepassò poggiando le dita sul corrimano delle scale – Guardati intorno, se ne sono andati via tutti Richard, per colpa dei tuoi giudizi e delle tue manipolazioni, del tuo spingere dei ragazzini sempre allo stremo delle loro possibilità! I tuoi figli si detestano e detestano te! –

- Può darsi, ma io non mi pento di quello che sono e di come li ho educati ed è questo l'importante alla fine, andare avanti sul proprio binario – Disse serio – Mentre tu Seth, non hai un binario, sei un treno impazzito pronto a schiantarsi e distruggere se stesso e gli altri – Di nuovo quel viso inquisitore – Vogliamo parlare di quello che è successo in questa casa meno di un anno fa? Quando il tuo ragazzo ti ha mollato? Cosa credi, che le persone debbano mettere te davanti ai loro sogni? Non comprendi come nella vita le cose debbano evolversi a prescindere! Non comprendi che la gente possa avere una strada diversa da percorrere e allora urli, ti disperi, cadi in uno stato di catatonia simile alla morte! Forse anche lui lo aveva visto, aveva capito com'eri nel profondo ed è andato via per questo. Ci hai mai pensato? Tu, ragazzo, sei sbagliato dentro. –
Seth tacque a quel punto, dentro di sé combatteva una battaglia estenuante per non riportare la sua mente a quei ricordi, per non far riaffiorare il viso di Tim nella sua testa. Non poteva cedere a quei tremendi pensieri, non dopo che li aveva cacciati infondo al suo cuore con tutte le sue forze. Si mosse alla fine senza aggiungere altro e salì le scale diretto in camera, lontano, il più possibile da quegli occhi pieni di disprezzo.

La sera seguente Seth si era presentato al Celtic in orario per il suo turno, si era messo il grembiule e prima di andare in sala a raccogliere ordini incontrò lo sguardo divertito di Byron.
- Sai chi mi ha chiesto di te? – buttò lì il barista indicando con un gesto verso il tavolo infondo alla sala – guarda lì –
Il rosso fissò la stanza stranito ma quando i suoi occhi incrociarono quelli verdi dello sconosciuto la risposta fu chiara, era tornato, ancora a quel tavolo con quell'espressione sfrontata. Seth strinse il taccuino degli ordini mentre si incamminava verso la sua direzione, per abbracciare quell'insolito scherzo che il destino gli aveva riservato.


ANGOLO AUTRICI:  Rivediamo Seth alle prese con la sua vita e il desiderio di ricominciare, lavoro e pittura sono i suoi unici obbiettivi, fino a quando uno strano forestiero si siede al tavolo del Celtic XD Spero che questo capitolo vi sa piaciuto, questo è il primo incontro fra Seth e Koll dove sono iniziati quegli strani sentimenti che hanno dato vita ad una delle coppie più tormentate e follemente innamorate di The Wayright. Mi auguro che il capitolo vi sia piaciuto. A presto

Un bacio

BLACK

UnravelWhere stories live. Discover now