Cap.XIII

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La musica rimbombava nelle mie orecchie, mentre tentavo di riposare. Erano le cinque del pomeriggio ed ero stanchissima, quando la porta si aprii rivelando Izi con un vestito nero in mano. 《Okay bellezza, allora ora ti fai una bella doccia, poi ti piastri o qualche cosa del genere, vestitino, trucco e giù per le otto e un quarto, ci stai? Ai ragazzi non piace aspettare》mi informò, lanciando l'abito e delle scarpe nere sul letto. Mi alzai mugugnando, fissando il vestito: il corpetto era costituito da uno scollo a cuore, poi scendeva in una cinta in pizzo nera, per poi terminare in una gonna del medesimo colore. Le scarpe erano delle semplici ballerine con un leggero tacco, neanche troppo anti stupro. 《Ha scelto tutto Charlie, se fa cagare è colpa sua》rise il ragazzo con i baffetti, sollevando le braccia al cielo in segno di resa. Risi anche io, rispondendogli:《No, no, è molto semplice, è proprio nel mio stile. Grazie per avermelo portato e ringrazia anche lui per averlo scelto, ora ti devo cacciare, scusaa》mormorai sorridendo, aggrappandomi alla porta. Izi sorrise, portandosi due dita alla fronte e volgendole al soffitto, come un soldato, per poi sparire in corridoio.
Chiusi la porta a chiave, infilandomi in bagno e poi in doccia, lavando i capelli e dopo asciugandoli per bene. Rovistai tra i cassetti del bagno cercando una piastra, ma trovai solo un arriccia capelli. Decisi di provare a rendere decenti almeno le punte, avendo un minimo di soddisfazione e successo, dopo di che, cercai di legare i capelli delicatamente in modo da potermi vestire e poi truccare. Il vestito mi calzava a pennello, così come le scarpe che erano abbastanza comode. Applicai un po' di mascara e eyeliner, una leggere linea di tinta rossa, un po' di fard per darmi un po' di colore. Aggiunsi degli orecchini che avevo trovato in un portagioie che Sfera aveva preso le prime volte da casa mia e un anello con due mani che tengono un cuore con una corona.
Spruzzai un po' di profumo sui polsi e sul collo, riaprendo e rincasinando il povero armadio, alla ricerca di una giacca da abbinare. Trovai un giubbotto in pelle e anche se fuori c'era freddo, me ne fregai, indossandolo. Erano ormai le otto meno un quarto, così decisi di iniziare a scendere in salotto.
Charlie e Izi erano seduti sul divano: il riccio indossava dei pantaloni bianchi strappati alle ginocchia, un maglioncino a righe bianche e blu, le Tn grigie e argento ai piedi, mentre i capelli erano ben pettinati e portava gli occhiali; il moro, invece, era total black: dei jeans in pelle nere gli fasciavano le gambe, un giubbotto nero copriva una maglia a maniche corte del medesimo colore, le air max nere ai piedi. Portava un anello con una D sulla mano sinistra nel medio, un tatuaggio, che non avevo ancora notato, copriva la sua mano. I capelli erano coperti di gel e portati indietro. Mi sorrisero, notandomi e facendomi spazio sul divano. Mi fecero delle domande, su cosa facessi prima e su mio padre. Dopo qualche minuto, scese Sfera: jeans blu strappati, felpa rosa, Tn rosse e nere ai piedi, capelli curati. Mi osservò dalla testa ai piedi per poi fischiare. Sospirai, osservando il corridoio e sperando che, al più presto, si facesse vivo Tedua. Qualche manciata di secondi dopo, apparve con una giacca nera, arancione e blu con stampata davanti e dietro la testa di una tigre, dei pantaloni della Adidas rossi, le Tn rigorosamente arancioni. Sorrisi come una ebete, mentre gli altri lo applaudivano. 《È arrivato Mowgli. Andiamo?》disse Charlie accendendosi una sigaretta. Annuirono, mentre io uscivo per ultima con Sfera, che mi teneva stretta a se a braccetto.
Una volta in macchina, mi misi vicino a Tedua. Inclinò la testa verso la mia, avvicinando la sua bocca al mio orecchio, sussurrandomi:《Sei bellissima》mentre mi afferrava la mano. 《Ma non ti sai truccare e arricciare i capelli》continuò ridendo. Scossi la testa imbarazzata.
《La prossima volta chiama me》consigliò, baciandomi la guancia. Smanettò il telefono per tutto il viaggio, che durò mezz'ora, quando arrivammo in una villa grandissima, bianca, con un grande balcone. Proveniente dall'interno di essa, una musica house rimbombava distruggendo la tranquillità. Sollevai gli occhi al cielo, mentre raggiungevo gli altri. Tedua cercò ancora la mia mano, trovandola. 《Stammi vicino》disse autoritario, mentre entravamo nella villa. Il bancone della cucina era coperto di bicchiere ed alcolici di ogni tipo, i divani erano occupati da coppie ubriache che stavano per scopare, altri invece da ragazzi che tiravano la cocaina dai tavolini in vetro situati davanti a quelli. Mi strinsi ancora di più al pugile, che salutava e sorrideva a tutte le persone presenti in stanza. Giungemmo in una zona più isolata della casa, dove la musica era ovattata e lontana. Un uomo alto e grosso ci venne incontro, salutando Sfera e gli altri. 《Lui è un altro socio, si chiama Giacomo》disse Izi, mentre mi avvicinavo e stringevo la mano. Altri uomini si avvicinarono dando soldi e droga ai ragazzi, mentre io stavo zitta e mi guardavo intorno a disagio.
《Chi è lei?》chiese uno di loro, fissandomi. 《È la nuova troia di Mario》spiegò Sfera. 《Assolutamente no》esclamò quest'ultimo, aspirando dalla canna e mettendomi un braccio nel fianco. 《È la tua pischella?》ridacchiò Giacomo. 《Una specie. Se non vi dispiace, togliamo il disturbo》annunciò il pugile, prendendomi la mano e trascinandomi fuori. Subito la musica e l'odore di sudore mi invasero. Il ragazzo continuava a trascinarmi incazzato. 《Ted》dissi chiamandolo un paio di volte. Quando eravamo ormai fuori dalla casa, lo fermai.
《Perché ce ne siamo andati?》chiesi. Si passò una mano tra i capelli, sospirando afflitto. 《Non dovevamo portarti qua》sussurrò. 《Torniamo dentro, fa freddo》lo cercai di convincere, battendo i denti. Mi osservò. 《Sai ballare?》chiese, avvicinandosi di nuovo a me. Scossi la testa ridendo. 《Beh neanche io, ma voglio provarci comunque》annunciò, tornando dentro. Ci sedemmo in una sedia, aspettando un lento, che arrivò dopo un'ora di orologio. Era "Perfect" di Ed Sheeran, cantante che da tre anni a questa parte abitava ormai nelle mie playlist. Tedua, fino a quel momento poggiato scazzato sullo schienale, si alzò, tendendomi la mano, afferrandola e baciandola. 《Mi concedi questo ballo?》domandò cortesemente, facendo un piccolo inchino. Annuii, alzandomi e recandomi al centro della pista. Il ragazzo mi strinse a se, mentre gli cinsi il collo con le braccia. Dondolammo per tutta la durata nella canzone, io persa nei suoi occhi, mentre mille domande vorticavano nella mia testa. Poggiai la testa sul suo petto, chiedendo gli occhi e concentrandomi sul battito del suo cuore. Mi diede dei baci sulla testa, mentre mi accarezzava i capelli.
《Ted》mormorai, alla fine del lento.
《Chi ha organizzato il mio sequestro?》

Bang Bang/TeduaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora