Cap.XXXIII

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《Con chi eri oggi? Con Gian o Auro?》chiese Mario, mentre cenavamo. Risposi a bocca piena:《Entrambi, Gian non ce la fa più secondo me》mormorai triste, prendendo un altro pezzo di carne. Diego mi accarezzò il braccio con un sorriso triste, mentre il mio ragazzo sospirò. 《Domani che fai? Volevo portarti fuori》chiese quest'ultimo, facendomi sorridere. 《Vado in ospedale e studio》dissi. 《L'esame è il 17 giugno?》chiese Diego, bevendo dell'acqua. Annuii, finendo di mangiare e sparecchiando.
***
《Buongiorno》salutai Maria, entrando nella stanza di Gian, venendo però bloccata da lei stessa.
《Emh Gian》mormorò triste. 《Oh no》sussurrai. 《No, dimmi che non è vero》sussurrai ancora, sedendomi. 《Mi ha detto di lasciarti questo》mormorò, accarezzandomi la schiena e tornando nella stanza. Era un foglio colorato piegato a metà. Lo aprii con le mani tremanti, scoprendo un disegno che raffigurava Gian e me presi per mano, mentre Mario mi abbracciava. In stampatello, sotto, c'era scritto "Isa e Ted vissero felici e contenti e vennero sorvegliati dall'angelo Gian". Sorrisi debole, prima di scoppiare a piangere e singhiozzare. Mario corse nella mia direzione: era appena entrato in reparto, aveva ancora la tazzina di caffè di plastica piena e fumante, ma la poggiò a terra, abbracciandomi. 《Posso?》chiese, prendendomi il disegno dalle mani. Gli salirono le lacrime agli occhi, piegandolo e mettendolo nella giacca, abbracciandomi ancora.
《Sh piccola sh, ora starà meglio》disse, baciandomi la testa. Mi asciugai le lacrime, baciandolo a stampo, poi ci dirigemmo da Aurora.
***
La casa era veramente elegante, lucine decoravano il lungo corridoio di ingresso. Dalla cucina, si sentiva un parlottare fitto, coperto da della musica rap. Mario mi prese per mano, dicendomi il solito "stammi vicino".
《Buonasera ragazzi! Chi è lei?》chiese un ragazzo con i capelli lunghi fino alle spalle e un bel sorriso, salutando i ragazzi uno ad uno.
《Lei è la mia ragazza, Isabella》mi presentò Mario. Il ragazzo mi strinse la mano, baciandomela e facendo un piccolo inchino che mi fece ridere imbarazzata, poi si presentò come Giaime. Un altro ragazzo con i capelli lunghi, tirati indietro con del gel, si presentò come Matteo, un altro ancora come Falco, che conosceva Rkomi, che lo affiancava. Erano tutti eleganti, compresa me. Ci accomodammo, mentre parlavano di affari. Dopo due ore, la cena finì. Misero svariate canzoni rap, che non conoscevo, infatti rimasi seduta con Mario. Poi, finalmente, fecero partire "Punto su di te" di Guè Pequeno. Mi alzai con un sorriso smagliante, trascinando anche il mio ragazzo. Mi strinsi a lui, mentre dondolavamo e lui mi sussurrava spezzoni della canzone all'orecchio e lasciandomi qualche bacio tra i capelli. Al termine della canzone, Diego mi staccò da Mario caricandomi in macchina, porgendomi un passamontagna e la pistola.

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